Victor è totalmente l'opposto di ciò che appare.
La mia prima impressione è stata quella di averne timore data la sua stazza non indifferente. Sarà almeno venti centimetri più alto di Blake e la sua espressione perennemente seria non giova a renderlo più amichevole. Ma la realtà non potrebbe essere più diversa.
Siamo seduti ad uno dei lunghi tavoli della mensa da qualche ora e mi sta spiegando come funziona la vita qui. Marcus gli ha chiesto di assistermi nei primi giorni per ambientarmi al meglio, ma soprattutto, si è lasciato sfuggire che gliel'ha domandato principalmente perchè non ha molti amici qui alla base, fa fatica a relazionarsi con le persone. Viene da Caelum, il luogo con meno densità abitativa per via del clima estremamente rigido. Lo stesso dipartimento da cui viene anche Vasily Paniev, il consigliere del Nemur. Lì, gli abitanti hanno tratti differenti da quelli dei dipartimenti sottostanti, l'altitudine e molti altri fattori hanno fatto sì che le persone siano caratterizzate da colori più chiari, sia nell'incarnato che nella capigliatura; gli occhi sono spesso simili al colore del ghiaccio, proprio come quelli di Victor.
La vita a quell'altitudine non è semplice, la presenza di un inverno costante talvolta costringe gli abitanti a rintanarsi in casa per giorni. Lì si trova una delle basi principali per l'addestramento dell'esercito del dominio di Lux. Le condizioni avverse permettono ai soldati di essere preparati alle situazioni più pericolose, anche Gunnar ha trascorso dei mesi al suo interno...
Chissà com'è andato il suo colloquio, chissà se si è ripreso...
Ho lasciato troppi conti in sospeso a Gea e non appena terminerò il percorso di allenamento qui alla base, tornerò a risolverli. Lo devo a me stessa.
«Quindi come hai conosciuto il Gruppo?» gli domando incuriosita mentre sorseggio il caffè appena fatto.
«I miei genitori mi hanno abbandonato quando ero piccolo, non avevano i soldi per prendersi cura di me...» racconta la sua esperienza drammatica senza un filo di sentimento, il che mi sorprende a dir poco. «...avevo otto anni, non sapevo come fare per sopravvivere... sai, a Caelum il freddo può giocare brutti scherzi...» batte il piede nervosamente sotto il tavolo mentre parla.
Non voglio che si senta in dovere di raccontarmi qualcosa che per lui ha rappresentato un trauma ma non voglio nemmeno interromperlo e sembrare disinteressata, quindi me ne sto zitta e lo guardo.
«Ho passato settimane a nascondermi nei magazzini di varie persone, rovistavo nei loro rifiuti per trovare qualcosa con cui sfamarmi... ma poi sono stato beccato da un uomo, voleva uccidermi, lui...» il suono martellante del suo piede aumenta a dismisura spaventandomi.
«Victor...» decido di interromperlo «possiamo parlarne un'altra volta se preferisci, quando ti sentirai pronto a raccontarmelo...» concludo sperando di non offenderlo.
Lui alza immediatamente lo sguardo su di me. Non sorride né mi ringrazia, mi fissa e basta. Poi dopo qualche secondo mi offre il piccolo tovagliolo con cui stava giocando. Lo guardo sbalordita.
È un regalo.
Ha trasformato l'anonimo pezzetto di carta in uno strepitoso cigno.
«Sono bravo a fare gli origami, questo è per te...»
Sorrido contenta del meraviglioso dono, comprendo che sia il suo modo per dire che mi apprezza. «Grazie Victor, è davvero incantevole! Come mai un cigno?»
«È un animale che rappresenta la purezza e l'innocenza ma talvolta anche la solitudine... sai, credo che tu sia molto simile a me. Sei buona ma spesso chi è buono si sente solo e non capito... come me...» rivela con un filo di voce.
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Oromasis | Il fuoco interiore
FantasiLa realtà si presenta come un organo schematico e meccanico. Ma se ci fosse un'eccezione? Se fosse giunto il tempo del cambiamento? Un divampare, un fuoco. Il fuoco interiore. Oromasis. ________ Daphne è una ragazza di venticinque anni che vive una...