Capitolo Diciassette

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In seguito a tutti gli eventi accaduti nei giorni passati, ho scelto di prendermi una mattinata senza misteri, da trascorrere con la mia migliore amica Agatha, senza alcol di mezzo. E sono davvero felice di aver preso questa decisione perché ho accumulato così tanta tensione che non mi ero nemmeno accorta di avere. Le mie spalle sono rigide come la pietra e anche i continui mal di testa sono sfiancanti.

Passeggiamo tranquillamente per i viali alberati che circondano il centro abitato di Gea, maestosi esemplari di farnia si stagliano verso il cielo avvolgendo la strada con la loro ombra. La temperatura è molto piacevole, soprattutto grazie alla brezza leggera che solletica la pelle e che fa alzare continuamente la frangetta di Agatha, facendola sbuffare mentre io rido.

Ci raccontiamo le ultime novità, ma ovviamente io mi limito a quelle superficiali. Non ho la minima intenzione di confessare in che disastro mi sono andata a cacciare, quindi mi concentro sul resoconto della mia punizione a Palazzo.

«Ieri ho visto tua sorella Edra con Gunnar, sono così carini insieme!» dice lei entusiasta.

Io sorrido di rimando «Lo penso anch'io... ma sono troppo spaventati per ammetterlo a loro stessi!»

«Sai, anche io ho conosciuto qualcuno...» abbassa lo sguardo arrossendo.

«Cosa?» chiedo io sorpresa «Chi è? Quando?» non me lo aspettavo. Sono molto contenta per lei dato che le sue ultime frequentazioni sono state disastrose e l'hanno lasciata molto scottata. Si è sempre buttata a capofitto nelle relazioni convinta di aver trovato il vero amore, non prendendo in considerazione il fatto che la persona di fronte a lei poteva non essere ciò che dimostrava in un primo momento. Ma nonostante tutto è sempre riuscita a non buttarsi giù, e dopo ogni batosta si è sempre rialzata più determinata di prima.

Personalmente, mi sento abbastanza lontana da questo tipo di approccio. Non ho mai cercato l'amore romantico con l'enfasi di Agatha o delle mie coetanee, sono sempre stata troppo impegnata a garantire supporto alla mia famiglia. Non ho mai avuto troppo tempo da dedicare a quel lato della mia vita, non mi sono nemmeno mai domandata se, in fondo, mi sarebbe piaciuto...

Conosco l'amore romantico perché ne sento parlare, lo vedo nei gesti di coloro che vivono intorno a me, negli sguardi densi che si scambiano le coppie, nella mia immaginazione, ma non perché l'ho sperimentato. Ho avuto qualche cotta e qualche breve storia ma soprattutto dovuta alla curiosità di esplorare la sfera dei sentimenti e dell'intimità... non ho mai avuto l'occasione di essere trasportata dal sentimento dell'innamoramento, è sempre fuggito da me come se si sfilasse tra le mie mani per poi perdersi.

Ho pochi ricordi dei miei genitori insieme, è come se la mia mente avesse cancellato i bei ricordi di quando mio padre era ancora con noi per non soffrire della sua mancanza. Ci sono solo pochi sprazzi di colore in una asettica pagina bianca. Ricordo solamente che era un uomo buono, gentile che non ci hai mai fatto mancare nulla.

Ma il ricordo prevalente è quello di mia madre che continua da sola la sua vita senza mai chiedere aiuto, in totale indipendenza. E forse è questo il motivo per il quale ho scelto di non affiancarmi a nessuno...perchè vedendo lei così autonoma, ho creduto di non aver bisogno di una persona al mio fianco.

«La scorsa settimana Thea mi ha chiesto di consegnare delle pomate ad una persona, sono andata personalmente per incontrarlo e, beh, mi ha colpita fin da subito!» confessa con occhi talmente scintillanti da sembrare due pozze al tramonto. Credo che abbia avuto un colpo di fulmine, e non è qualcosa che capita molto spesso. È bello sapere che qualcuno stia passando un bel periodo, uno di quelli dove la vita ti sorride, dove gli eventi sono a tuo favore e dove la fortuna ti accompagna. È bello anche se non si tratta di me, sapere che qualcuno a cui voglio bene è felice, rende felice anche me per osmosi.

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