Capitolo Tredici

147 70 28
                                    

«Murphy, non c'è nient'altro da fare oltre a sistemare i fascicoli?» chiedo seduta sul pavimento fresco mentre mi sventolo il viso imperlato di sudore con un ventaglio gentilmente offerto da Winnie. Sto iniziando ad affezionarmi a quella donna, non ho mai conosciuto qualcuno così predisposto ad aiutare il prossimo senza pretendere nulla in cambio, ha davvero un cuore puro.

«No. E ringrazia che il tuo compito non sia pulire i bagni del Palazzo! Avrei potuto essere molto più crudele...» risponde svelto mentre recupera qualche documento e se ne va per svolgere una delle sue mille commissioni quotidiane. Sono sempre più convinta che faccia molto più di quello che gli spetta. È sempre impegnato a portare a termine qualche tipo di lavoro, di qualsiasi tipo.

È ormai più di una settimana che sfoglio i documenti che passano fra le mie mani senza trovare mai un'informazione che possa interessarmi o che possa servire alla mia causa. Tutto si limita a dati anagrafici, richieste da parte dei cittadini, trasferimenti da approvare e poco più...

Il mio entusiasmo iniziale sta scemando e mi sento sempre più una portatrice di un'impresa fallimentare. Anche perché, ogni qualvolta faccio ritorno a casa, non ho tempo per approfondire le mie ricerche dato che mia madre mi delega qualsiasi tipo di faccenda domestica per poter espiare le mie colpe, a detta sua. Infatti, non appena raggiungo il mio letto la sera, crollo in un sonno profondo fino al mattino successivo, per poi riprendere la mia routine da capo.

Oggi rincaso più stanca del solito e inizio a preparare la cena. Mi sento immersa in un'incessante ripetizione di un giorno standard, non succede nulla di entusiasmante ma, allo stesso tempo, non posso nemmeno fare una pausa per prendermi cura di me stessa. Per uscire dalla monotonia.

«Daphne, potresti aiutarmi a scegliere il vestito per il giorno della fabulazione?» mi domanda mia sorella con un sorprendente scintillio negli occhi che li fanno sembrare due laghi brillanti.

«Di già? Quando si terrà?» chiedo stupita che sia già arrivato il momento di affrontare il giorno più atteso dell'anno. L'evento che tanto mi aveva terrorizzata in passato, che mi aveva portata a fare incubi tenebrosi e agghiaccianti. Un periodo che non gradisco ricordare.

«La prossima settimana! Mi accompagnerai, vero?»

La vedo quell'agitazione che le fa battere il cuore e che le dà l'impressione di volteggiare in un cielo di possibilità e sogni. Era quella che avrei dovuto provare anche io... ciò che provavano tutti. Ma sono davvero sollevata di essere stata io a sobbarcarmi di quel grande peso in passato, di aver avuto quel ruolo, e non una delle mie sorelle.

«Certo, non me lo perderei per nulla al mondo!» e sono sincera. Per quanto mi spaventi e mi riporti indietro nel tempo facendomi venire i brividi, sarò sempre vicina a mia sorella quando ne avrà bisogno. Affronterò le mie paure se questo vuol dire poterla aiutare.

«Magari non otterrò nessuna carica...» vaneggia lei «Magari rimarrò qui come te!»

Ed il mio cuore manca di un battito nel pensare che lei stia facendo lo stesso ragionamento che ho fatto io anni fa. Ma ora non è necessario, siamo tutte più grandi e io sono e sarò qui per prendermi cura di Deva quando la mamma non ci sarà.

«Non ci provare nemmeno! Hai una mente brillante, riuscirai ad arrivare a qualunque opportunità tu desideri! Non devi preoccuparti per noi, staremo bene!» la rassicuro prima che possa continuare ad auto-sabotarsi.

Edra mi abbraccia talmente forte che per un momento mi manca il respiro ma sorrido subito dopo, perché capisco quanto lei avesse bisogno di sentirsi dire quelle parole. Le parole che avrei voluto dire a me stessa anni fa. Il conforto che avrei voluto ricevere anche io.

«Ti voglio bene. Anche se non sono stata la miglior sorella ultimamente...» accenna agli avvenimenti nel bosco.

«Te ne voglio anch'io. E mi vai bene così, non ho bisogno di dimostrazioni! Sei e sarai sempre mia sorella!» le scompiglio i capelli dorati e mi dirigo verso il giardino.

Ho bisogno di un po' di aria, la mia testa sta ricominciando a sfornare pensieri su pensieri ed io non ho alcuna voglia di tornare a rimuginare sulle svariate questioni che mi tormentano. La mia vita ormai è un enigma ed io non ho idea di come risolverlo. Non so se ne sono capace e in più, sono spaventata. Spaventata dagli eventi che accadono e che non hanno una spiegazione, spaventata dalla sensazione che si propaga nelle mie mani e che non riesco a gestire, spaventata perché non so nemmeno cosa sia, ma soprattutto spaventata perché mi sento sola, incapace di raccontare quello che mi sta succedendo, e nella mia solitudine non riesco a trovare le risposte necessarie per mettere in atto una svolta nella mia vita.

Cammino per uscire da questo vortice di pensieri, cerco di osservare la natura che mi circonda. Immergermi nel verde mi ha sempre tranquillizzata, soprattutto per dare uno stop all'intenso vociferare che si crea nella mia mente. Perciò faccio un elenco di quello che vedo: ci sono le Ortensie che la mamma ama tanto, la Lavanda con la quale facciamo delle ottime decorazioni, le Peonie che ha piantato Deva quando era in fissa con il giardinaggio, la Camomilla con la quale mi cimento in vari infusi e...

E un biglietto ripiegato con cura vicino al porticato.

Il cuore sta galoppando come se fossero gli ultimi dieci metri di una lunga gara. Inizio a sudare al pensiero di quello che potrebbe contenere e quando mi inginocchio per raccoglierlo i miei presentimenti vengono confermati. È una minaccia.

Tieni la bocca chiusa

e tutto andrà per il meglio.

Mi giro di scatto alla ricerca di qualcuno, anche se potrebbe averlo lasciato qui ore fa... non vedo nulla intorno a me, il solito scenario tranquillo del mio giardino. Il panico mi sovrasta e la mia testa inizia a girare furiosamente. Sento le mie forze esaurirsi e il mio coraggio scomparire. Mi guardo intorno un'ultima volta e corro dentro casa rifugiandomi sotto le coperte del mio letto.

Rimango lì, rannicchiata e sconvolta, senza la possibilità di chiedere aiuto e mi libero in un pianto silenzioso.

Il primo vero sfogo dopo tanto tempo.

Oromasis | Il fuoco interioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora