Le spesse mura della base iniziano a diventare sempre più familiari. I volti delle persone che incrocio nei corridoi finalmente possono essere associati a dei nomi e non più solamente a delle presenze anonime. Mi sento più libera e a mio agio nel muovermi.
Ma continua a mancarmi qualcosa.
Mi mancano i prati verdi di Gea e il cielo azzurro che la sovrasta. Mi manca la mia casetta immersa in variopinti cespugli di fiori. Mi manca il dolce via vai del Forum.
Ma soprattutto mi mancano le persone a cui voglio bene...
Edra dovrebbe ormai essere partita per la sua nuova esperienza ad Ars e Deva deve sentirsi immensamente sola ora che entrambe le sue sorelle non ci sono. Vorrei poterle stare accanto in questo momento così intenso e complicato ma per il momento non è saggio. Mia madre mi ha assicurata che se ne sarebbe occupata lei stessa e che avrebbe permesso a mia sorella di invitare a casa tutti gli amici che voleva.
Lei, Thea, Winnie e Murphy dovrebbero essere di ritorno a breve ed io sto attendendo questo momento da giorni ormai, non riesco più ad aspettare. Ho bisogno di districare i nodi nella mia vita e soprattutto di non trascinare nel futuro inutili rancori.
Percorro i vari corridoi della base per cercare Ilias ma invece di trovare l'esile anziano, mi imbatto in Murphy. Rimango di stucco non aspettandomi di vederli così presto, dato che il loro arrivo era previsto per il tardo pomeriggio. Ma poi decido di rendere manifesta la mia presenza. «Murphy!»
L'uomo di fronte a me si gira inarcando le sopracciglia, non si aspettava di trovarmi qui, ma soprattutto non si aspettava che io gli rivolgessi la parola. «Scott, sei ancora viva!» Noto con piacere che il suo sarcasmo non lo abbandona mai.
Decido di non andare dritta la punto perchè se si sentisse attaccato, potrebbe chiudersi a riccio e reagire in maniera sgarbata chiudendo ogni possibilità di dialogo. È sempre un'incognita con lui. «Come stai?» domando facendo qualche passo nella sua direzione. Preferirei mantenere un tono di voce consono per evitare che tutta la base si faccia gli affari miei, anche se credo che sappiano già tutto quello che c'è da sapere.
Lui rilassa le spalle ed ora ne ho la conferma, si aspettava davvero che l'avrei aggredito o incolpato per tutta la situazione. Per fortuna il tempo da sola mi ha dato il modo di sbollire la rabbia e di vedere le cose in maniera oggettiva: in questo momento ho bisogno di fare chiarezza e di darmi la possibilità di ricominciare, per un quieto vivere ma soprattutto per uno sviluppo più efficiente del mio potere.
«Sono stato meglio. Fare avanti e indietro da Gea a Solis cercando di evitare le ronde di entrambi i dipartimenti è estenuante. Come lo è inventare continuamente delle scuse per potersi assentare dalle mansioni quotidiane...» sospira affaticato. Mi rendo conto che non deve essere per niente facile giustificare la propria assenza nella sua posizione o giustificare quella delle donne che viaggiano con lui, o addirittura organizzare un viaggio come quello attraverso il bosco a Nord.
«Oh, posso solo immaginare quanto sia stato complicato...»
Ma lui non perde ulteriore tempo e mi domanda: «Volevi dirmi qualcosa?»
Non mi aspettavo una tale schiettezza. «In realtà sì, volevo parlare del trambusto dell'ultima volta...»
Cerco di trovare le parole giuste ma vengo interrotta. «Sei arrabbiata?»
«Ehm, io...no...» balbetto incerta. «Ho compreso le vostre ragioni ma...»
Sospira sollevato. «Ottimo allora, nemmeno io sono arrabbiato con te!» esclama tagliando il mio discorso sul nascere.
«Ma io, veramente...»
«Va tutto bene, Daphne. È tutto come prima!»
Sembra una presa in giro. Ma è talmente paradossale che non riesco a ribattere. Con lui va a finire sempre così! E in più, non riesco a non soffermarmi su ciò che ha appena detto. «Tu, tu mi hai chiamata per nome?»
Mi da una pacca sulla spalla trattenendo un sorriso. «Sì, l'ho fatto. Dopotutto non sei poi così male...» e detto questo se ne va, lasciandomi interdetta per via del suo comportamento e con ancora mille domande da rivolgergli.
Dopotutto nemmeno lui è così male...
Gli allenamenti con Ilias e con Marcus procedono a gonfie vele. La strada è ancora in salita ma sento di aver adottato il passo giusto per arrivare in cima. Ho già imparato moltissime cose nuove: con Marcus abbiamo studiato varie strategie di difesa e come evitare a priori situazioni di pericolo, prevenire a volte è decisamente la soluzione migliore. Con Ilias invece, abbiamo lavorato molto sulla correzione delle posizioni ed i movimenti di base del combattimento, sul mantenimento della lucidità anche in situazioni di stress dove il battito cardiaco aumenta cercando di evitare episodi di congelamento ed infine abbiamo coltivato il mio potere - a lui piace dire così - in modo che io possa averlo a mia disposizione e che esso mi ascolti quando ne ho più bisogno.
E non c'è allenamento fisico che superi quello psichico. Cercare di distruggere blocchi mentali che sono in auge da anni, è qualcosa di mostruosamente complesso. Ed io piano piano sto cercando di manipolare la mia stessa mente affinché diventi una compagna, un'amica e non più un impedimento.
«Coraggio, Daphne!» esclama Ilias dall'angolo della palestra.
Di fronte a me Victor tiene nella sua mano un origami a forma di cigno. Non è lo stesso che mi ha regalato, quello è riposto con cura sulla mia scrivania nella mia camera, ma gli piace riprodurli e lasciarli in giro per la base. La rivincita dei silenziosi, aveva detto un giorno.
«Concentrati. Il potere è tuo. Siete fatti della stessa sostanza di ciò che vi circonda e puoi utilizzare le particelle che sono nell'aria intorno a te come un canale per dispiegare l'energia che dimora nel tuo corpo proveniente dal calore della fiamma... falla uscire!»
Ilias mi ha spiegato che il fuoco che giace dentro di me, si sviluppa all'esterno sotto forma di energia allo stato brado, il modo in cui si manifesta dipende dalla mia capacità di plasmarla a mio piacimento.
Chiudo gli occhi e mi concentro iniziando ad ascoltare il ritmico battito del mio cuore, mi lascio trasportare da esso. Mi collego con la fiamma violacea che risiede dentro il mio corpo e la visualizzo, percepisco il suo tepore che avvolge il mio busto, che solletica le mie braccia e che arriva alle mie mani che sono allungate in direzione di Victor.
Respiro. Trattengo. Respiro. Trattengo. E infine lascio andare.
Vedo nella mia mente l'energia che, come una spirale, lascia il mio corpo e viene canalizzata esattamente dove io voglio che vada. Le piccole particelle iridescenti si dirigono verso il pezzo di carta in mano a Victor fendendo l'aria e presto il piccolo cigno si ritrova a fluttuare fra noi.
Sembra abbia acquisito vita propria. Svolazza come se la carta che lo compone si fosse appena trasformata in un delizioso e candido manto piumato.
Guardo Ilias esterrefatta perchè è la prima volta che manifesto la mia capacità in maniera così esplicita. Non appena il mio sguardo incontra il suo vengo pervasa dall'ondata di ammirazione che i suoi occhi esprimono, il suo orgoglio nei miei confronti mi travolge come un caldo abbraccio.
Ce l'ho fatta.
Una lacrima fa capolino sulla mia guancia nel momento in cui anche Victor si complimenta. E sul suo volto invece non noto altro che stupore, un innocente stupore tipico di un bambino. Purezza è ciò che percepisco.
Sono così soddisfatta di me stessa, poche volte nella mia vita ho sentito un tale senso di entusiasmo e considerazione verso di me. Ed ora invece mi apprezzo.
La magia del momento viene bruscamente interrotta da un battito di mani. Qualcuno ha appena fatto il suo ingresso nella palestra applaudendo derisoriamente.
Mi volto immediatamente.
Blake.

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Oromasis | Il fuoco interiore
FantasyLa realtà si presenta come un organo schematico e meccanico. Ma se ci fosse un'eccezione? Se fosse giunto il tempo del cambiamento? Un divampare, un fuoco. Il fuoco interiore. Oromasis. ________ Daphne è una ragazza di venticinque anni che vive una...