L'euforia della scoperta è una sensazione che crea dipendenza. Quando apprendi nuove cose non ti basta più, devi sempre sapere, ancora e ancora. Non ti accontenti della precedente situazione ma cresci in un flusso perpetuo che accende la ricerca. Ti trovi quindi nell'incessante evoluzione che é la vita, ma l'afferri, la godi e l'apprezzi. Volgi lo sguardo all'ignoto e gli sorridi invece di esserne spaventato.
Sono nella mia piccola bolla di riflessione, seduta su un tronco nascosto, aspettando che qualcuno sbuchi tra gli abeti intorno a me.
So che non dovrei essere qui, so che non ho bisogno di dimostrare a nessuno che se voglio posso ottenere le informazioni che cerco. Ma eccomi qui, senza un apparente motivo, ad attendere.
«Mi aspettavi?» una voce irrompe alle mie spalle facendomi sobbalzare e perdere l'equilibrio. In meno di mezzo secondo mi trovo stesa sulla schiena a guardare i miei piedi rivolti verso il cielo.
Imbarazzante.
La faccia di Blake spunta nella distesa cerulea davanti ai miei occhi e ride, ride di gusto. Mi prende in giro come se fosse il suo hobby preferito, come se non fossi nemmeno di fronte a lui.
Mi affretto ad alzarmi per non regalargli nemmeno un secondo in più un motivo per ridere. Lo guardo male, malissimo, mentre mi pulisco i vestiti, togliendo qualche foglia secca rimasta appiccicata al tessuto. Ma lui continua a ridere, non sguaiatamente come prima, ma in modo più sommesso.
«Smettila!» lo avverto abbastanza infastidita dal suo comportamento infantile.
Lui alza le braccia con faccia innocente trattenendo l'ennesima risata. È strano vederlo di buon umore, anche se lo conosco da poco tempo.
«Comunque sì, ti stavo aspettando...» se prima ho avuto qualche remora a confessare ciò che ho scoperto, ora ne sono convinta e voglio vedere quello stupido sorriso disintegrarsi «Volevo porti le giuste domande questa volta...» sorrido «...tipo, cosa si dice a Solis, sai...» ma vengo interrotta.
La sua mano stringe il mio polso tenendolo ben saldo, anche troppo «Che cosa diavolo hai detto?» avvicina il suo viso al mio facendomi accalorare.
Percepisco la sua rabbia, oppure è frustrazione... e mi fa sorridere perché so di aver centrato perfettamente il bersaglio che volevo colpire.
«Ti avevo detto che ci sarei arrivata, mi sottovaluti...»
«Non dovresti immischiarti in cose che non ti riguardano!» sbuffa lasciando la mia mano e allontanandosi velocemente.
«Ti sbagli, mi riguarda eccome! Stiamo parlando del mio villaggio e ci sono dentro tanto quanto lo sei tu!» dico con voce più decisa. Non ha nessun diritto di parlarmi in questo modo e non glielo permetterò. Anche se a volte mi spaventa.
«Te ne pentirai, puoi starne certa!» mi guarda duro «La questione è molto più pericolosa di quello che credi, stai giocando a fare l'investigatrice ma ci lascerai le penne se continui così!» sbotta arrabbiato.
«Non sto giocando! Sono solo stanca di tutti questi segreti!» cerco di non alzare troppo la voce, non come vorrei in questo momento.
«Non sarò certamente io a raccontarti qualcosa! Ma per chi mi hai preso? Per un confidente?» mi deride ancora ma questa volta in maniera più maligna.
E la mia rabbia cresce, cresce a dismisura, quasi non la riesco a trattenere. Ma poi le mie mani iniziano a pizzicare ancora. Ho paura, paura di potermi sentire come prima a casa di Thea, così cerco di tagliare corto per andarmene... non prima di minacciarlo però.
«Non sprecherò più il mio fiato con te. Ti auguro una buona perlustrazione, osserva bene quello che facciamo al villaggio...»
«Non ti azzardare a-»
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Oromasis | Il fuoco interiore
FantasíaLa realtà si presenta come un organo schematico e meccanico. Ma se ci fosse un'eccezione? Se fosse giunto il tempo del cambiamento? Un divampare, un fuoco. Il fuoco interiore. Oromasis. ________ Daphne è una ragazza di venticinque anni che vive una...