Capitolo Sedici

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«Tesoro, devi riposarti! Come gli salta in mente di farti lavorare tutti questi giorni, senza una pausa!» afferma mia madre preoccupata mentre ripiega un'altra coperta ai piedi del mio letto. Le ho chiesto di non soffocarmi con tutti quegli strati di lana, dato che sto morendo di caldo.

«Credo di stare già meglio mamma, non ti preoccupare!» mi metto a sedere appoggiando la schiena alla testiera in ottone.

«Rimettiti giù immediatamente! Stavi per svenire!» mi posa una mano sulla spalla per farmi stendere nuovamente «Andrò personalmente dalla signorina Locke per riferirle quanto accaduto. Tu riposati, non sarò a casa prima di questo pomeriggio...» mi sorride e se ne va.

Non capisco perché ultimamente sia così apprensiva ed esagerata. Non voglio credere che sia invischiata nel mistero che sto analizzando, dico solo che il tempismo è molto strano. È da sempre un po' ansiosa quando si tratta di me e delle mie sorelle, ma in modo abbastanza equilibrato, non ha mai oltrepassato limiti. Negli ultimi tempi invece lo sta facendo, ci tratta come delle bambine incapaci di prendere le proprie decisioni.

Faccio un profondo sospiro mentre guardo le travi in legno sul soffitto della mia camera. Mi sento in colpa ad averle mentito. Ma d'altronde è necessario per poter avere una scusa per assentarmi dai miei incarichi al Palazzo del Consiglio senza insospettire Winnie.

Non ho intenzione di rimanere con le mani in mano mentre lei e Murphy mi prendono in giro cercando di rabbonirmi con delle scuse infantili. In più, un giorno lontano dalle mie mansioni sicuramente mi farà bene.

Mi decido ad alzarmi e a prepararmi per la mia piccola missione segreta. Scelgo di indossare dei colori scuri e abiti anonimi, per evitare di attirare qualsiasi tipo di attenzione. Aggiungo un cappello con il frontino per nascondere il volto e mi avvio verso la falegnameria.

Arrivo dopo circa quaranta minuti cercando di prendere strade secondarie e vicoli dimenticati, e non appena mi avvicino al perimetro che circonda il capannone, mi nascondo dietro ad una catasta di legna. Anche per riposarmi un po'.

Inizio ad osservare la situazione ed individuo subito il signor Wimmer che dà ordini a destra e a manca, con un velo di agitazione che gli deforma il viso. Poi vedo anche Curtis che parla con un suo collega e anche la sua espressione, come quella del suo capo, è preoccupata o forse tesa. Nessun accenno al cordiale sorriso che mi aveva dedicato in precedenza.

Una situazione un po' troppo carica di tensione per essere solamente l'inaugurazione di un nuovo macchinario. Qualcosa dentro di me mi suggerisce che i miei sospetti sono fondati.

Dopo qualche minuto, finalmente, si presenta anche Murphy, serio ed impassibile. Ma posso dire dalla postura esageratamente eretta, che anche lui è irrequieto. Stringe la mano di Wimmer e gli confida qualcosa sottovoce.

Preparate l'occorrente!

Sento dire da qualche operaio vicino al mio nascondiglio, e si riversano tutti all'interno della struttura, lasciandomi sola con il mio respiro ancora un po' pesante, dovuto più al nervosismo che alla fatica fisica.

Mi avvicino furtivamente ad un angolo abbastanza nascosto del muro esterno, dove ho scorto un discreto foro in un asse di legno, perfetto per spiare cosa succede all'interno.

Vedo decine di persone sedute su varie panche, per non dire ammassate con impazienza. Murphy si trova in fondo alla sala al fianco di Wimmer, dietro di loro un baule in legno di acacia con vari fori ai suoi lati.

Che sia quello il nuovo macchinario da inaugurare?

Qualche dipendente allunga il collo per vedere meglio cosa rappresenti quel bizzarro oggetto. Ma d'un tratto, con un tonfo sordo che rimbomba per tutto il capannone, si apre e da esso spunta una persona. Una persona che io ho già visto.

Oromasis | Il fuoco interioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora