Capitolo Trenta

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«Mi hai fatta sgridare da tua madre, ti rendi conto?! Che figuraccia...» si lamenta Agatha camminando al mio fianco mentre ci dirigiamo alla falegnameria. Ha uno sguardo brioso nonostante si stia sfogando su di me, percepisco la sua eccitazione anche se non me ne ha ancora parlato. Non vede l'ora di vedere Melvin.

Cerco di rassicurarla sul fatto che mia madre non sia arrabbiata con lei. «Non è così. Ha capito che mi stavi coprendo, non te ne fa una colpa...» ed è la verità.

Lei si blocca all'istante, come se si fosse ricordata di chiedermi qualcosa di estremamente importante. E infatti mi stavo giusto chiedendo come mai non mi avesse ancora riempita di domande rispetto a quello che è successo ieri. «Ma si può sapere che cosa stavi facendo?»

«Solite indagini, ero a casa di Thea...»  Non riesco più a riconoscermi, ho perso il conto di quante menzogne sto raccontando nell'ultimo periodo, di quali bugie abbia detto e a chi le abbia dette... Non so per quanto ancora potrò andare avanti in questo modo, a mentire alle persone a cui voglio bene pur di non farle entrare nel casino in cui sono ormai sepolta. Ho paura che prima o poi tutto questo mi ritornerà indietro proprio come un boomerang, travolgendomi in pieno.

La mia amica è visibilmente preoccupata. «Ancora con queste indagini? Non dirmi che sei nei guai?!»

«No, Agatha. Non ti preoccupare! Sono solo delle ricerche, niente di pericoloso...» continuo a mentire, sono diventata così abile nel farlo.

«Va bene, lo spero per te! Se hai bisogno sai che puoi dirmelo, vero?»

«Certo, ti ringrazio per questo.» Le sorrido sinceramente. So che mi aiuterebbe in qualsiasi tipo di situazione senza farsi problemi, è sempre stata un'amica formidabile. Ma, esattamente come per la mia famiglia, non la metterò in pericolo per la mia dannata curiosità.

«Bene!» sospira come se si fosse alleggerita di un peso. «Melvin e Curtis ci aspettano nell'angolo relax, sbrighiamoci!» esclama emozionata mentre io quasi mi pento di aver accettato la sua proposta. Questa mattina si è presentata di fronte al Palazzo attendendo la fine del mio turno per riuscire a trascinarmi insieme a lei ad un doppio appuntamento con Melvin e Curtis. Dopo la sua serata romantica con la probabile spia di Solis, voleva una spalla per evitare l'imbarazzo in seguito al bacio che si sono scambiati l'altra sera. In un primo momento ho pensato che fosse una pessima idea, ma poi ho compreso che avrei potuto cercare di carpire informazioni per le mie indagini.

«Quindi ora lei crede che tu ti stia frequentando con Curtis?» mi domanda Agatha con un sorriso furbo ad adornargli il volto.

«Sì, non sapevo davvero cosa inventarmi...» le punto il dito contro «Non osare dire quello che stai pensando, non accadrà!»

Lei ride di gusto. «Come vuoi...»

Arriviamo alla caffetteria qualche minuto più tardi trovando i due giovani ad attenderci sorridendo. Melvin, in realtà, sorride solamente ad Agatha cercando di ignorarmi.

«Pensavo che sarebbe stato bello fare una passeggiata fino al fiume Rimen...» propone la mia amica entusiasta come non mai. Ma i due ragazzi si irrigidiscono. Ne capisco perfettamente il motivo, ma decido di rimanere in silenzio ad osservare l'evolversi della situazione.

«Non credo che...-» inizia a parlare per primo Curtis, con mio grande stupore.

«Va bene, ma non possiamo rimanere molto!» lo interrompe Melvin indicando ad Agatha il sentiero che porta al Rimen. 

Interessante. Se Melvin deve rimanere nascosto per evitare di essere catturato, perché ha accettato di allontanarsi dalla Falegnameria?

Curtis gli lancia un'occhiata sospettosa, probabilmente non capendo cosa stia facendo l'amico. «Che intenzioni hai?» gli sussurra mentre Agatha mi afferra la mano trascinandomi qualche passo più avanti. Ma io aguzzo le orecchie, ho bisogno di capire.

Oromasis | Il fuoco interioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora