Capitolo Quattro

25 3 0
                                    

Gli abeti stasera sera hanno un aspetto ancor più tenebroso del solito, lunghe sagome nere che salgono verso il cielo. Oscure presenze che coprono le stelle.

L'agitazione è ciò che scorre nelle mie vene, pura energia vibrante mi rende tutta un tremore. Mia sorella potrebbe essere lì dentro e non c'è nulla che mi spaventi più di questo al momento.

«Sei sicuro?» chiedo al ragazzo. Lui mi guarda e sorride sornione quasi inciampando sui suoi stessi passi.

«Sì, hai paura per caso?» mi domanda avvicinandosi.

Menomale non riesce a fare più di due falcate prima di inciampare nuovamente.

«No no, grazie per l'informazione!» rispondo allontanandomi velocemente da lui prima che riesca ad avvicinarsi ulteriormente.

Arrivo al confine. Il mio piede tremante sembra non voler rispondere ai comandi del mio cervello ma non posso lasciare mia sorella là dentro da sola. Spero solo che quel ragazzo ubriaco mi abbia detto la verità... sono talmente disperata da credergli. Non potrei mai perdonarmi di non aver provato a cercarla, nel caso dovesse succederle qualcosa sotto la mia responsabilità.

Adoro Edra ma se ora si trovasse di fronte a me, non attenderei un secondo per strozzarla. Come può essere così imprudente? Per quale motivo entrerebbe nel bosco? Di notte per giunta...

Faccio un profondo respiro che mi riempie i polmoni come non mai ed entro in quella selva illuminata parzialmente solo dagli astri.

Le voci si affievoliscono, la musica inizia a diradarsi e il silenzio inizia a diventare il padrone... ogni tanto solo rumori di qualche animale notturno che mi fa accapponare la pelle. Un piede davanti all'altro ed ogni passo una preghiera.

Per favore caro Universo, fa' che io esca viva da questo bosco!

Un rumore diverso dagli altri, esattamente alle mie spalle mi fa girare immediatamente. Come un rumore di foglie pestate.

Per favore, non farmi morire oggi...

Il rumore sembra farsi più vicino, la circolazione corporea si blocca, rimango immobile e mi chiedo se non sia effettivamente diventata una statua. Ma non posso restare qui in balia di questo imminente pericolo, devo reagire e muovermi! Una scossa di adrenalina dunque scuote il mio corpo come una secchiata d'acqua ghiacciata. Mi libero da quella morsa che sembrava aver fermato il tempo tenendomi prigioniera ed inizio a correre... corro per la mia vita.

Non ho idea della direzione in cui mi muovo, sono completamente disorientata e in preda ad un moto di paura selvaggia che cancella qualsiasi parvenza di lucidità. Sento dei passi dietro di me, quindi si tratta di una persona o di un mostro, non so cosa sia peggio... L'assalitore si muove ritmicamente, non ha fretta, sembra stranamente tranquillo e questo mi terrorizza ancor di più.

Quando guadagno un po' di terreno decido di fermarmi per qualche secondo per recuperare il fiato e capire se mi stia ancora seguendo. Trovo un abete abbastanza grosso da permettermi di nascondermi dietro ad esso e mi ci infilo immediatamente.

Ho paura che il mio cuore, che batte talmente forte, mi faccia scoprire. Il silenzio sembra avvolgermi, non sento più il rumore dei passi di prima... riesco a tranquillizzarmi nel limite del possibile e mi appoggio alla corteccia con la schiena per riprendermi.

Una sagoma oscura si trova di fronte a me, circa cinque metri più avanti e mi sta fissando.

Il mio cuore minaccia di arrestarsi per l'ennesima volta e io crollo nel panico più totale. Non ho mai provato un'esperienza così agghiacciante in tutta la mia vita, il mio corpo sembra sul punto di sciogliersi e svanire per sempre. Nero, vedo nero. Percepisco l'oscurità intorno a me come un prolungamento del mio assalitore. Cerca di inghiottirmi e mi manca il fiato, sento di poter soffocare.

Oromasis | Il fuoco interioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora