Capitolo Ventuno

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La mattina seguente mi reco al Forum con Edra per scegliere il vestito del suo giorno della fabulazione, e qualcosa per me da indossare alla festa del comandante Reeves che si terrà questa sera. È molto tempo che non trascorriamo qualche ora fra di noi e sono davvero contenta di riuscirci finalmente.

«Ti piace questo?» mi domanda Edra mostrandomi un lungo vestito rosa antico con dei dettagli dorati sulla parte del corsetto. 

«È meraviglioso! Dovresti andare a provarlo!» esclamo entusiasta spingendola verso il camerino.

Dopo qualche minuto compare da dietro al paravento e i miei occhi iniziano a pizzicare. È una visione mozzafiato, sembra uscita da un dipinto. Tutta la sua grazia si racchiude nella trama di quel vestito e risalta il suo aspetto rendendolo quasi angelico.

«Stai benissimo Edra! Devi assolutamente prenderlo!» le mie parole sembrano quasi un ordine.

«Lo pensi davvero?» domanda insicura di sé stessa. Un tratto che l'ha sempre contraddistinta, non ha mai avuto consapevolezza della sua bellezza e forse questa caratteristica è ciò che la rende ancora più preziosa, la sua ingenuità.

«Assolutamente sì!»

«Va bene, mi fido. E tu? Non hai ancora trovato nulla?»

«No, non ancora... potrei usare qualcosa della mamma comunque...» propongo tranquillamente, non ho bisogno di acquistare un abito per una serata a cui voglio passare inosservata.

«Stai scherzando vero? È una festa importantissima... dobbiamo trovare un abito adatto all'occasione!»

E l'ostinazione di mia sorella dà i suoi frutti, perchè nell'emporio seguente troviamo l'alternativa giusta per me: un abito verde smeraldo con le spalline sottili che si incrociano dietro la schiena lasciandola scoperta fino ai fianchi; la seta dell'abito rimane aderente al busto per poi scivolare leggera fino alle caviglie creando un gioco di luce magnifico.

«Lo amo! È perfetto per te!» esclama Edra con gli occhi che le scintillano.

Continuo a guardarmi allo specchio senza riuscire a dire una parola, mi giro davanti, dietro e di lato. Mi osservo con accuratezza, quasi confusa dal mio riflesso, al quale non sono abituata, qualcosa di estremamente femminile.

È incredibile come un vestito possa cambiare la percezione che qualcuno ha di sé stesso, come  diverso da ciò che è abituato a vedere, e a dare quella sicurezza in più che spesso si evita  per rimanere nascosti e non esporsi troppo. Ed io mi sento esattamente così, scoperta di fronte ad un mondo dal quale mi sono sempre voluta celare. 

Edra nota il mio sguardo pensieroso e appoggia una mano sulla mia spalla in modo confortante. La osservo dal riflesso di fronte a me e la vedo sorridere. Mi capisce. Mi capisce perchè anche lei sente quello che sento io, ma verso sé stessa.  Probabilmente l'insicurezza che ho percepito nei suoi occhi e nelle sue parole, non è altro che l'esatta copia di quello che provo io quando mi guardo.

Senza dire nulla, stringo la sua mano.



Nel pomeriggio Edra e mia madre mi aiutano a prepararmi per la serata. Acconciano i miei capelli in morbide onde che ricadono sulla sua schiena e realizzano un trucco leggero sui toni rosati che risalta il verde dei miei occhi, a detta di mia sorella.

A lavoro completato sono sbalordita, ancor più di questa mattina... un miscuglio di emozioni  mi si scatena all'interno, non riesco a capacitarmi di come io sia cambiata negli anni senza nemmeno farci caso, di come sia diventata una donna pur sentendomi ancora una ragazza. Ho  sempre amato il lato più fanciullesco di me perché mi ha permesso di vedere la vita in modo più leggero e creativo. Forse però è arrivato il momento di vedermi per quello che sono, una giovane donna che cerca di gettare le fondamenta del proprio futuro.

«Sei stupenda!» esclama mia madre quasi commossa.

Le sorrido riconoscente per questa dose di sicurezza molto gradita. Non abbiamo un rapporto ricco di parole dolci o gesti d'affetto, ci dimostriamo l'amore nella quotidianità, attraverso l'aiuto reciproco. Ed è in questi momenti in particolare che sento quanto sono fortunata.

«Sei pronta? E mi raccomando, non farti mettere i piedi in testa da nessuno!» afferma mia sorella con tono serio.

«Sì, sono pronta! Stai tranquilla mi farò valere anche se credo che non ce ne sarà bisogno, nessuno baderà a me...» la rassicuro prontamente «Ora vado, grazie ad entrambe per avermi aiutata!»

Dopo averle salutate mi avvio a piedi verso la tenuta di Reeves. Le scarpe col tacco gentilmente offerte da mia madre mi stanno già mettendo a dura prova, una volta arrivata sicuramente dovrò sedermi per recuperare le forze. Non sono abituata e spero di non sembrare una totale imbranata.

Durante il tragitto però, sento dei rumori che provengono dal bosco, la mia mente si ricollega ai biglietti minatori e immediatamente decido di aumentare il passo. Non mi interessa di sembrare incapace, voglio solo arrivare sana e salva alla tenuta.

Avrei dovuto farmi accompagnare e non insistere per andare da sola, ma in quel momento sembrava una buona idea e non avevo voglia di scomodare la mia famiglia...

«Stai scappando?» domanda una voce che mi rende inspiegabilmente tranquilla.

Mi giro verso il bosco guardandomi attorno per controllare che non ci sia nessuno e mi addentro fra gli alberi.

Mi trovo di fronte a Blake, avvolto dalla sua solita divisa nera che fascia perfettamente le sue forme virili.

«Perchè stavi cercando di correre? Sei davvero goffa...» mi prende in giro lui.

«Credevo fosse qualcun altro...» rispondo imbarazzata, non voglio fargli vedere i miei punti deboli.

«Non devi preoccuparti di quella questione, ti ho detto che ci sto pensando io. Dove stai andando?»

Sembra curioso...?

«Alla festa del Palazzo, alla tenuta di Reeves.»

«Sei stata invitata anche tu?» domanda sorpreso. Ovviamente sa già di cosa sto parlando.

«Sì, Murphy ha parlato bene di me e mi hanno invitata...» quasi sorrido al pensiero dell'uomo che spende delle belle parole per me.

Era davvero bizzarro come le cose all'apparenza sembrassero il contrario.

«Dovresti fare attenzione, è pieno di persone influenti, molte delle quali non sono raccomandabili.»

Un brivido. 

«Ci sarà molta sicurezza credo...» rispondo confusa dalle sue parole e da questo modo di fare completamente nuovo.

«Sono serio Daphne, non abbassare la guardia.» 

«Va bene, va bene!» esclamo velocemente per non far accrescere il disagio che sento in questo momento «Tu te ne starai qui a passeggiare per i boschi?» cambio argomento puntando sull'ironia.

«Ho molto da fare stasera, niente che ti interessi...»

«Verrai a spiare la festa!» esclamo realizzando la verità dietro alle sue parole, accorgendomi troppo tardi di aver alzato il tono di voce.

«Stai zitta, non urlare! Credi per caso di essere al Forum?!» mi redarguisce immediatamente.

«Scusa...» abbasso lo sguardo «...Quindi devi spiare davvero la festa di Reeves... Beh, io ora sono in ritardo, suppongo che ci vedremo lì!» mi prendo gioco di lui e della sua impulsività, una volta tanto.

«Non è divertente, ragazzina.»

Sorrido soddisfatta e mi giro per uscire dal bosco, ma prima di andarmene sento la voce di Blake. Il suo tono di voce è troppo basso per distinguere ciò che dice.

«Cosa?» chiedo curiosa.

«Ho detto di fare attenzione, ragazzina.» risponde velocemente.

Anche se non sono convinta che siano quelle le parole utilizzate qualche secondo fa, rispondo di sì e me ne vado.

Oromasis | Il fuoco interioreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora