Capitolo Ventidue

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Dopo quasi venti minuti di camminata  mi trovo di fronte all'enorme edificio sfarzoso che è la tenuta di Reeves. Un imponente colonnato si erge nella parte anteriore dell'abitazione e l'edera rigogliosa se ne impadronisce; ampie finestre rifinite con ghirigori principeschi danno un tocco di regalità all'ambiente, e mentre varco la soglia del cancello noto quanti invitati ci siano. È ricolmo di persone che non ho mai visto neanche una volta al Palazzo, nemmeno di sfuggita. Tutti mostrano con grande vanto i loro abiti fastosi e le loro acconciature elaborate, tali da far sembrare l'evento una sfilata di moda...non ho mai visto così tanta ricchezza in una sola volta. 

Mi accorgo immediatamente di essere rimasta imbambolata, non un'ottima mossa se voglio passare inosservata. Così mi mischio tra la folla e mi avvio verso l'entrata, nonostante non abbia idea di cosa fare.

Un uomo della sicurezza chiede il mio nome e mi fa entrare.

L'interno della villa è ancora più maestoso, ogni oggetto è decorato con inserzioni d'oro e la sala dove tutti si stanno dirigendo è abbellita con ogni sorta di fiore esotico, molti dei quali non sono nemmeno presenti nel territorio di Gea.

Un cameriere mi porge un bicchiere di sidro e non volendo essere scortese lo accetto con un sorriso. Sicuramente, avere fra le mani un calice mi sarà d'aiuto per mimetizzarmi al meglio.

«Daphne, tesoro!» esclama Winnie precipitandosi verso di me con un grande sorriso.

«Winnie, che bello vederti!» rispondo contenta di avere al mio fianco un viso conosciuto.

«Sei meravigliosa questa sera!» si complimenta squadrandomi da capo a piedi con un espressione orgogliosa «Da quanto sei arrivata? È tanto che sei sola?»

«Sono qui da poco, non ti preoccupare... stai benissimo anche tu!» le dico sincera, rispetta esattamente il livello di sontuosità di questa sera, con un abito dorato pieno di balze che la fanno sembrare un fiore raro e prezioso.

«Grazie cara! Sono così contenta di averti qui, la maggior parte di queste persone crede di essere una qualche sorta di divinità... è così difficile avere una conversazione normale con loro!» si lamenta.

E io scoppio a ridere, sollevata di essere sulla stessa lunghezza d'onda. «Me ne sono accorta subito...»

«Forza, andiamo a cercare Nolan!» mi prende per braccetto portandomi verso un'altra sala.

Ci addentriamo fra la folla in fermento mescolandoci, e fra una battuta e l'altra mi sento un po' più al sicuro al suo fianco.

Troviamo Murphy in un angolo della sala da ballo intento a chiacchierare fittamente con qualcuno, un uomo anziano.

«Nolan! Signor Ford, come sta?» domanda Winnie con un sorriso mentre si inserisce innocentemente nel loro discorso.

«Buonasera signorina Locke. È un piacere vederla dopo così tanto tempo, la trovo bene!» dice lui con un sorriso cordiale. Le rughe ai lati dei suoi occhi gli danno un tocco di familiarità, mi ricordano l'espressione di Thea.

«Ne sono onorata! Le presento la mia collega Daphne Scott!» prende in mano la conversazione in un batter d'occhio.

Il signor Ford mi studia incuriosito mentre gli porgo la mano per presentarmi, la afferra prontamente e posa un bacio sopra essa.

«Lieto di fare la sua conoscenza signorina Scott, sono Marlon Ford, il ministro degli affari esteri di Gea.» rimango di stucco nel conoscere la sua posizione sociale.

«Il piacere è tutto mio, signor Ford!» rispondo in soggezione.

«Come le sembra questa festa? Si sta divertendo?»

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