«Muoviti Scott!»
Aumento il passo per stargli dietro fino a che non arriviamo al Forum. Controlliamo i permessi di tutti i venditori della piazza, ci spostiamo da una bancarella all'altra per poi entrare nei piccoli empori che circondano il cuore pulsante di Gea.
Fortunatamente è tutto in regola e incontriamo persone molto cordiali, anche perchè non sarei riuscita a reggere una discussione o un confronto con qualcuno con questo mal di testa che sembra martellare instancabilmente le mie tempie. Informiamo le guardie che è tutto in ordine e ce ne torniamo all'ufficio di Murphy.
«Dovresti prendere un caffè, Scott. È così evidente che stai soffrendo i postumi di una bella sbornia!» ride il mio capo guardandomi furbamente.
Io arrossisco per la vergogna, non avevo programmato di essere scoperta e di fare una figuraccia. Pensavo di aver finto in maniera credibile... Non so cosa rispondere, così mi dirigo verso la caffetteria del Palazzo per ordinare una bevanda rinvigorente che mi conferisca un minimo di dignità.
Una volta tornata nell'ufficio tengo lo sguardo basso per evitare di essere presa in giro nuovamente, anche se mi sento un po' meglio.
«Siediti un secondo...» mi dice Murphy usando un tono abbastanza serio «Tra i fascicoli di ieri c'erano molte informazioni che non dovrebbero essere divulgate. Voglio affidarmi al tuo buon senso di non rivelare a nessuno quello di cui potresti venire a conoscenza scontando la tua punizione al Palazzo...» si siede più comodamente sulla sua poltroncina scrutandomi attento, come se volesse capire se io abbia già rivelato informazioni preziose a qualcuno o meno.
«Certo, non lo farei mai!» rispondo velocemente cercando di non sembrare colpevole, dato che per una volta non lo sono davvero. Potrei essere accusata di almeno un paio di crimini, ma non di questo.
«Me lo auguro, Scott. La punizione che stai svolgendo non è nulla a confronto con quello che potrebbe accaderti se rivelarsi informazioni segrete del Consiglio...»
«Immagino signore, non vorrei mai che accadesse una cosa del genere...» replico in soggezione.
Continuo a domandarmi se familiarizzare con un possibile nemico di una città segreta potrebbe essere punibile con qualcosa di ancor peggiore. La risposta che traggo spontaneamente è sempre sì. Probabilmente non riesco nemmeno ad immaginare quanto.
«Bene, allora puoi sistemare questi fascicoli...»
Guardo la pila di scartoffie che ormai mi danno il voltastomaco.
«Va bene.» rispondo contro la mia volontà. Il suo discorso mi ha incuriosita, potrei trovare nuovi indizi utili alle mie indagini. Inoltre mi ha chiesto di non rivelare le informazioni a nessuno, il che non implica il fatto che io non possa leggerle.
Se ne va lasciandomi sola per l'ennesima volta ma non mi dispiace, ho davvero bisogno di un po' di solitudine e di silenzio oggi. Catalogo decine di documenti noiosi che non contribuiscono ad arricchire le mie ricerche e per poco non mi rassegno al fatto che non troverò nulla. Fino a che una cartellina color magenta non attira la mia attenzione. Ha uno stemma, lo stesso della moneta.
La città del Sole.
Abitanti: 6329
Nome Ufficiale: Solis
Comandante: Augustus Altman
Il resto delle parole non è abbastanza leggibile probabilmente macchiato da qualche sostanza che ne ha rovinato irrimediabilmente la comprensibilità.
Augustus Altman?
Non ho mai sentito questo nome ma per qualche inconsueto motivo mi fa venire i brividi, come se fosse qualcosa da cui stare alla larga. La data, a malapena leggibile, risale a cinque anni fa... che sia ancora lui il comandante di Solis? Ma più che altro, la sua popolazione è ancora così numerosa? Cosa è successo?
Nel pomeriggio mi accerto che Agatha stia bene passando a casa sua per un saluto e dopo aver appurato che non ha nemmeno accennato a muoversi dal suo morbido letto per tutto il giorno, la saluto e proseguo verso casa di Thea.
«Daphne, non ti aspettavo qui!» esclama non appena scorge il mio viso aprendo la porta d'ingresso color ciliegia «Come ogni qualvolta ci incontriamo...» sussurra successivamente.
Io rido divertita dai suoi modi un po' scorbutici e mi accomodo scusandomi per l'intrusività.
«Sono venuta qui perché ho bisogno di parlare con te. So che non dirai nulla a nessuno, ed io ho bisogno di informazioni!» dico notando la sua smorfia di disapprovazione non appena termino la mia confessione.
«Cara, ti stai andando a cacciare in un gran bel pasticcio!» prova a farmi desistere.
«Ci sono già dentro, Thea!» rispondo prontamente prima di ricevere la solita ramanzina che sembra che tutti abbiano voglia di rifilarmi ultimamente. «Ora, avrei bisogno di sapere se conosci un certo Altman, un comandante...» e non appena pronuncio quel nome lei strabuzza gli occhi. Tecnicamente non sto rivelando nulla, sto solo chiedendo informazioni, che lei sembra già conoscere.
«Non dovresti fare certi nomi, Daphne. Non è saggio... come non è saggio farsi coinvolgere in questioni così poco sicure...»
«Thea, sono venuta qui per un motivo... se non me lo dirai lo cercherò da sola e potrei essere ancora meno al sicuro! Quindi ti prego...» sono alquanto nervosa.
Lei annuisce perché sa che lo farei davvero ed evidentemente ci tiene alla mia incolumità. Mi dispiace metterla in questa posizione ma ho bisogno di far chiarezza e non ho più tempo da perdere.
«Non è così semplice, ci sono cose che nemmeno io voglio raccontare. Ma se posso dare un freno a questa tua scellerata curiosità, ti dirò semplicemente che Altman era un tiranno, un uomo senza compassione e privo di misericordia... ha fatto sì che accadessero delle cose che non sarebbero dovute accadere. Quindi mia cara, in qualsiasi cosa tu ti sia cacciata, cerca di uscirne il prima possibile! Lo dico per il tuo bene...» disse con un'intonazione che lasciava trasparire una vena di apprensione che poche volte avevo percepito in lei.
«Non è così semplice!» so che non mi dirà molto altro ma devo tentare lo stesso. A volte mi domando se queste ricerche non mi stiano facendo perdere il senno...
«Puoi dirmi qualcos'altro? Quanti anni ha? Dove si trova adesso? Qualsiasi cosa!»
«Credo che debba avere all'incirca cinquantacinque anni, se non ricordo male... su dove sia, mia cara, non ne ho la più pallida idea. Ti basti sapere che è stato esiliato dalla capitale e da tutto il dominio.»
«Esiliato?» domando sconcertata. Deve aver fatto delle cose tremende. E questo spiegherebbe come mai il suo dipartimento è stato cancellato.
«Sì, esiliato. Non mi chiedere oltre, ho parlato anche troppo...» sbuffa lei, probabilmente pentita di avermi rivelato tutto ciò. Ma io l'abbraccio e la ringrazio per il prezioso aiuto. Fa parte della mia famiglia, la famiglia che mi sono scelta, è un'anima affine e anche se abbiamo età differenti mi trovo molto meglio con lei che con molti altri miei coetanei. L'età non conta, la preziosità umana si misura in emozioni, in bei gesti e con la presenza.
Mi fa promettere di non indagare oltre e di mantenere un profilo basso durante questo periodo così delicato.
E io prometto, ma con le dita incrociate dietro la schiena.
STAI LEGGENDO
Oromasis | Il fuoco interiore
FantasyLa realtà si presenta come un organo schematico e meccanico. Ma se ci fosse un'eccezione? Se fosse giunto il tempo del cambiamento? Un divampare, un fuoco. Il fuoco interiore. Oromasis. ________ Daphne è una ragazza di venticinque anni che vive una...