EYES ep.45

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"Ti amo."
Sì. Esatto. Avevo appena detto ad Harry 'ti amo'. Quel ti amo che non sembrava mai voler arrivare. Quel ti amo detto al momento giusto, pensai.
Sorrisi.
"C-ce l'ho fatta." Dissi mentre piangevo. Singhiozzai.
Mike mi guardava in modo diverso, quasi compassionevole.
"Cosa aspetti?!" Gli urlai in faccia. "Non volevi sparare al cuore di Harry?! Beh sparami! Avanti! Hai aspettato tanto, no?!"
Non so cosa mi prese in quel momento. Ricordo solo le lacrime bagnarmi il viso e alcune ciocche di capelli incollarsi sulle guance umide.
Sembró riprendersi.
Scosse la testa.
Teneva ben salda la pistola nella mano destra.
"Ho provato ad ucciderti una volta Roxy, e non ci sono riuscito" Caricò l'arma. Cominciai a sudare. Il freddo invernale sembrò trasformarsi in afa estiva. "ma ti assicuro" avvicinò la pistola alla mia tempia sinistra. Sussultai quando la punta fredda della pistola toccó la mia pelle. "che questa volta non sgarrerò."
Era la fine.
Sarei morta a momenti.
Ripercorsi un'ultima volta tutti i momenti più belli della mia vita.

Stavo davvero per morire? Non avrei visto mai più i miei genitori, Lola, Mia... Harry. Chiusi gli occhi. Non volevo vedere come ultima cosa il pavimento polveroso di quella cantina.
Deglutii.
"1..." Cominció a contare. Merda. "2..." Pregai nell'arrivo di Harry.
"Mike."
Spalancai gli occhi.
Una voce familiare fermó l'omicidio di Mike, la cui vittima ero io.
Strizzai le palpebre.
Jamie.
Il ragazzo biondo era di fronte a noi. Sulle scale. Con un braccio poggiato sul passamano arruginito.
Un ghigno comparve sul suo volto.
Odiavo Jamie con tutto il mio cuore, ma quella volta forse mi stava salvando la vita.
"Jamie." Rispose Mike spazientito.
"Ho interrotto qualcosa?"
"Sì."
"Perdonami. Oh forse no." Ci scherzó su Jamie.
"Non è il momento di scherzare, coglione."
Il biondo alzò le mani ad altezza delle spalle in segno di scusa.
Scese le scale.
Lo guardai avvicinarsi a me con aria di sfida. Aveva un cappotto grigio ben abbottonato e dei pantaloni scuri abbinati a delle scarpe da ginnastica bianche. I capelli erano tirati indietro. Pettinatura che gli dava qualche anno in più.
"Mike ti consiglio di non ucciderla ora. Divertiamoci un po' prima no?"
"Mh." Non era molto convinto, ma per quale strano motivo fece quello che disse Jamie.
Non appena allontanó la pistola dalla mia tempia potei veramente respirare.
"Come sta Carol?" Rise il biondo. Mi colse di sorpresa.
"Taci bastardo." Dissi fissando il pavimento.
"Mi mancava il tuo carattere da stronza acida."
"Stronza acida un cazzo."
"Mike ti dispiacerebbe lasciare soli me e la stronza?"
Ma per chi mi avevano presa? Mike mi chiamava troia, Jamie stronza. > Pensai.
"Te la lascio solo perchè ho fame e devo uscire." Non sembrò contento. Aggrottó le sopraciglia scure.
Si alzò da terra. Mi sentii più tranquilla quando si allontanò da me.
"Ora ci divertiamo."
"Tu non mi toccherai."
"Io non ne sarei proprio convinta."
Si inginocchiò accanto a me. Col pollice mi sfiorò il mento.
La sua bellezza era disarmante. Deglutii.
"Ho detto di non toccarmi."
"Ssh." Mise il dito indice sulle mie labbra.
Diminuì la distanza tra le nostre labbra. Avevo paura che mi baciasse. Mi ritrassi. Strinsi forte le labbra tra loro.
"Che c'è Roxy? Non é la prima volta che ti bacio."
A cosa si sarebbe spinto dopo il bacio? Spostai per puro caso le mani lateralmente, trovandomi a schiacciare qualcosa. Guardai in basso. Era la pistola di Mike. L'aveva dimenticata lì. Cercai di tenere a freno le mie espressioni facciali.
Dovevo solo crearmi un piano.
Forse avrei dovuto assecondarlo. Fargli credere che stavo al suo gioco.
Mi avvicinai a lui.
"Vedo che ci siamo capiti."
Non perse tempo nel rubarmi un bacio. Insistette nell'accedere nella mia bocca con la lingua.
Mi staccai dalle sue labbra. Il senso di vergogna mi stava invadendo.
"Mi fanno male queste corde ai polsi." Lo baciai ancora per rendere la cosa più credibile. "Potresti levarmele? Sai, con le mani libere è molto piú facile." Mi leccai il labbro inferiore.
"Sapevo che avresti ceduto." Mi prese i polsi slegandoli dalla corda che li teneva fermi. Me li massaggiai. Faceva male.
"Uh dove eravamo rimasti?" Dissi mentre accarezzavo la sua nuca.
Le nostre labbra si incontrarono ancora per mia sfortuna.
Aspettai solo il momento giusto per prendere l'arma da terra.
Feci scivolare una mano dalla nuca verso tutto il braccio destro, arrivando a sfiorargli la mano. Fu allora che non esitai nell'afferrarla.
Contai fino a tre nella mia mente prima di colpirlo.
<Ce la posso fare.> ripetevo a me stessa. Strinsi le palpebre e colpii la nuca del ragazzo con l'arma.
Lo vidi accasciarsi sulle mie gambe.
"Così impari a chiamarmi 'stronza acida'."
Spostai senza la minima delicatezza la testa del ragazzo dalle mie gambe.
Slegai in fretta le corde che legavano i piedi avendo del tutto le mani libere.
Ora potevo muovere anche i piedi. Mi alzai in fretta. Portai con me anche la pistola. Corsi verso le scale. Misi la mano sulla maniglia e aprii la porta.
Forse sarei riuscita a scappare.
Chiusi la porta alle mie spalle cercando di non far rumore. Tentai di controllare il respiro.
Attraversai il corridoio abbastanza buio.
Alla fine di esso c'era una fioca luce che portava in cucina. Mi sporsi appena per vedere se ci fosse qualcuno. La tv era accesa e a guardarla c'era Logan. L'uomo robusto mi dava le spalle e pensai che sarebbe stato un buon momento per uscire dall'appartamento.
Presi un bel respiro e oltrepassai la cucina trovandomi dall'altra parte di muro. La porta della mia salvezza era a neanche un metro da me.
Mi avvicinai piano.
Sentii improvvisamente il rumore di una portiera chiudersi. Mike era tornato e io ero dietro la porta che fra pochi istanti avrebbe aperto.
"Merda." Dissi sottovoce.
Sentii la chiave inserirsi nella serratura. Questo significa che non sarei uscita di lí lo stesso.
Pensai in fretta. Ebbi la prontezza di riflettere anche se la mia mente era abbastanza scossa.
Mi attaccai al muro dove si sarebbe poggiata la porta appena aperta.
Misi le mani sul muro ghiacciato tenendo la pistola ben salda e in punta di piedi aspettai il momento in cui Mike fosse entrato.
Chiusi gli occhi e strinsi le palpebre. Avevo tanta paura ma dovevo essere forte e soprattutto dovevo rischiare.
Vidi la porta aprirsi. Trattenni il respiro. La porta toccò la punta del mio naso. Pregai che non spingesse oltre o mi avrebbe scoperto.
Mike mi dava la spalle. La sua mano si poggiò sullo stipite della porta.
"Mike sei tu?" Era la voce possente di Logan.
"Sì idiota." Agitò una mano. "Cazzo è vero le sigarette."
"Hai portato le birre?" Chiese Logan dalla cucina.
"Si Logan si. Torno subito."
Audii il suono del mazzo di chiavi di Mike. Il ragazzo dai capelli corvini uscí di nuovo chiudendo la porta.
Potetti staccarmi dal muro.
Presi le chiavi e aprii piano la porta dell'appartamento.
Mike stava cercando disperatamente le sue sigarette in auto. La stava rivoltando completamente.
Fuori era del tutto buio.
"Logan!" La voce di Jamie mi fece spaventare. Si era svegliato.
<Ora o mai più.> mi dissi. Corsi senza far rumore tra le siepi del giardino incolto. In una mano avevo la pistola e in un'altra il mazzo di chiavi.
Mike sbattè la portiera dell'auto. Giocherellava con il pacco di sigarette e nel frattempo fischiettava come se quello che stava facendo fosse assolutamente normale. Percepii anche un certo divertimento.
"Ce la pagherai."

Saaalve guys!
Allora siamo quaasi alla fine della storia! Non ci credo

Ci lavoro da tantissimo tempo e mi sembra impossibile che siamo quasi alla fine.
Ma non è finita qui eh, ci saranno altri capitoli :)

Sto cominciando ad odiare anche io Mike anche se sono stata io a crearlo ahahah
Vabbe dai avrà la punizione che si merita e dopo questo non vi dico altro.
Byeee!
-Giulia

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