Io e Dave il giorno dopo non ci parlammo per niente. Non mi aveva neanche occupato il posto sull'autobus. Sbuffai quando mi ignoró, facendo finta di non vedermi. Si stava comportando da bambino capriccioso e odiavo quel comportamento.
Misi le cuffie e aprii il libro di biologia per ripetere. Ero sicura che il prof mi avrebbe interrogata. La musica mi aiutava a concentrarmi nello studio, cosa che a molti invece distraeva. Alzai il volume ignorando la figura di Dave di fronte a me, che si voltava di tanto in tanto come per parlarmi. La sua bocca si apriva come se dovesse dirmi qualcosa e poi si richiudeva per rimangiarsi tutto. Eravamo arrivati a scuola e Dave, preso dal suo orgoglio, non mi aveva ancora rivolto la parola. Venni accidentalmente spinta da un ragazzo addosso a Dave nel corridoio dell'autobus.
"Oh mi dispiace." Disse il ragazzo scusandosi. Gli feci un sorriso rispondendogli di non preoccuparsi.
"Stai attenta a dove metti i piedi." Finalmente Dave parló, ma di certo non per scusarsi per ieri. Strinsi i pugni e subito dopo li distesi senza dargli alcuna soddisfazione. Scendemmo dall'autobus prendendo due strade diverse: io andai da Harry che mi aveva appena salutata e lui nel bar della scuola.
"Ehi." Gli sorrisi. Lui fece lo stesso mettendomi un braccio sulla spalla. Jason ci stava raggiungendo con un borsone sulla spalla.
"Ma che diavolo fa con quel borsone?" Chiesi a Harry, alzando la testa. Lui fece spallucce.
"Harry, Roxy." Ci salutó poggiando il borsone sul prato del giardino scolastico. "Oggi ci aspetta un allenamento intenso." disse con lo sguardo rivolto a me.
"Che?!" Rimasi a bocca aperta. "Te lo scordi e poi non posso correre con i jeans."
"Si tolgono." Mi sussurró Harry all'orecchio senza che Jason potesse sentirlo. Risi lievemente a causa delle sue provocazioni.
"Tranquilla, ho tutto qui." Indicó il borsone.
"Ecco perché." Dissi.
"Sei così pigra." Rise Harry. La smorfia si presentó nuovamente sul mio viso, che fu però sciolta da due mani che afferrarono le mie guance e da un paio di labbra rosee che si posarono sulle mie. Chiusi gli occhi lasciandomi trasportare dalla passione del nostro bacio.
"Ti odio." Sorrisi quando le mie labbra si staccarono dalle sue.
"Sto per vomitare." Ammise Jason dopo la passionale scena avvenuta davanti ai suoi occhi.
"E va bene." Accettai senza accorgermi che stavo sorridendo. Jason mi diede una pacca sulla spalla. "Bene, ci vediamo dopo le lezioni." Si voltó. "Ah e non sprecare energie...ne avrai bisogno." Mi pentii subito di aver accettato, sapendo che Jason mi avrebbe fatta correre per chilometri.
*
"Dai, Roxy! Sei troppo lenta!" Urló Jason a una decina di metri da me, sudata, stanca e col petto palpitante. La canotta bianca si appiccicava alla schiena e i pochi capelli lasciati fuori dalla coda alta si attaccavano alla nuca. Mentre correvo pensai a come se la sarebbe cavata Harry con Dave. Mi spaventava l'idea di vederli allenarsi insieme, poichè non si sopportavano a vicenda. Mi fermai per bere un sorso d'acqua dallo zainetto che portavo su due spalle. La bottiglia mi fu subito tolta dalle mani da Jason. "Ehi ridammela!" Esclamai in cerca di un goccio d'acqua per dissetarmi.
"La berrai quando arriveremo in cima." Mi indicó con l'indice sinistro la fine del sentiero lontano un centinaio di metri.
"Mi stai sfidando, Jason?" Insinuai.
"Certo che sì." Ammise, rimettendo nel mio zaino la bottiglia.
"Sai, Jason a volte sai essere davvero insopportabile." Lui fece spallucce e sorrise come se gli avessi appena fatto un complimento.

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EYES
FanfictionRoxanne Hastings è una ragazza di sedici anni, dovutasi trasferire con la propria madre a Los Angeles a seguito della morte del padre. Il suo progetto di ricominciare da zero si concretizzò quando incontrò Harry: apparentemente ragazzo chiuso e scos...