EYES ep. 9

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Avevo passato il weekend senza sentirmi con Harry. Ero preoccupata e sommersa dai dubbi. Forse lui non ne voleva più sapere di me? Molto probabile.

Erano le nove e mezzo di mattina quando mia madre uscì di casa, sarebbe stata fuori per due giorni per lavoro. Rimasi da sola immersa in una tela da consegnare a scuola il giorno dopo. Mi ero concentrata tanto su quel compito e doveva essere perfetta. La mia attenzione era ferma sulla luna che stavo tracciando col bianco, ma interruppi il lavoro non appena udii dei passi.

"Mamma?" Chiesi in tono abbastanza alto. "Sei ancora qui?" Non sembravano affatto i passi di mia madre, lei portava sempre scarpe coi tacchi. Qualcuno era entrato in casa. Feci piccoli passi verso la porta della mia camera che era aperta, mi affacciai piano dall'uscio scorgendo delle ombre al piano di sotto. Ero in preda al panico. Scesi piano le scale che portavano al piano di sotto. Mi nascosi dietro una colonna vicino il salotto, non vedevo più le ombre vagare per la stanza. Pensai se ne fossero andati vista la porta dell'ingresso aperta. Tirai un sospiro di sollievo che duró solo per poco, visto che mi ritrovai due figure alte e robuste davanti agli occhi. Sentii le gambe cedere dal terrore.

"Chi siete?" Chiesi con voce tremolante.

"Siamo amici di Harry. Suppongo tu lo conosca." Risero dopo essersi scambiati uno sguardo di complicità. "Non ti aveva avvisato che saremmo venuti a trovarti?" Mi stavano prendendo in giro.

"Uscite da casa mia. Ora." Il mio tono era fermo e cercai di controllare la mia voce, dato che non ero affatto tranquilla.

"Ti faremo compagnia." Si avvicinò il ragazzo più basso. Immaginai potesse avere la mia età: aveva i capelli scuri, tendenti al nero e degli occhi blu mare, che mi squadrarono da capo a piedi. Indossava una t-shirt nera aderente e un paio di jeans con delle scarpe sportive bianche.

Portò una mano al mio braccio stringendolo con forza. Mi attirò a sè con violenza. La mia gola era minacciata da un lungo e affilato coltello.

"Lasciatemi." Supplicai quasi in lacrime.

"Ssh." Compose un numero sul suo smartphone e se lo portò all'orecchio: "Harry."

"Harry!" Urlai con tutta la voce che avevo in corpo. Lo vidi attivare il vivavoce.

"Roxy?!" Gridò Harry dall'altro capo del telefono. "Lasciala stare, Mike!" Gridò ancora.

"Sai, Roxy potrebbe finire molto male oggi." Sentii la pressione del coltello sulla mia gola e gettai un grido spaventato.

"Sto arrivando, Roxy." Mi rassicuró Harry dall'altro capo del telefono.

"Vieni solo se hai i soldi con te o..."

"Sì lo so. Non provare a toccarla, Mike."

"Qui le regole le stabilisco io. Se ho voglia di toccarla, la tocco." Rise con un ghigno sul volto, mentre mi scostava una ciocca di capelli dalla fronte.

E così era lui Mike, colui che stava rovinando la vita ad Harry. Mi gettai sul pavimento massaggiandomi il collo dolorante e sanguinante. Tossii più volte prima di voltarmi.

"Sei un mostro." Provocai solo una risata da parte di Mike.

Pregai l'arrivo di Harry il prima possibile tentando di calmarmi. Avrei voluto reagire e affrontare Mike, ma non avrei mai avuto la meglio su di lui. Nel frattempo mi ero rannicchiata vicino alla colonna del salotto.

"Che ne dici se ci offri da bere?" Propose Mike indicando delle bottiglie di whisky su una mensola del salotto. Erano di mio padre e non volevo che nessuno le toccasse.

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