La musica era assordante, tutto era fioco e confuso. L'aria consumata mi toglieva il respiro. Tenevo la mano stretta a quella di Angel per evitare che ci dividessimo in mezzo alla folla per arrivare al bancone del bar. Indossavo un semplice vestito a balze con delicati motivi floreali. I capelli, beh quelli erano come sempre, solamente sistemati con un fiore a fermaglio. Avevo già male ai piedi visto che Brooke mi aveva praticamente costretta ad indossare delle zeppe per essere più adatta ad una serata in discoteca secondo lei.
"Eccoci! Cosa prendi?" Urló Angel per cercare di comunicare. Scossi la testa. Odiavo l'alcool.
"No grazie, sono apposto così." Lei fece spallucce e ordinó tre cocktail. "Uno per me, uno per Brooke e uno per David" rise "che arriveranno tra poco." Annuii muovendomi appena, seguendo il ritmo incalzante della musica. Sentii improvvisamente qualcuno prendermi saldamente i fianchi e attirarmi a sè. Indietreggiai barcollando anche per le scarpe che indossavo. Pensai fosse uno di quei ragazzi che vogliono attaccar bottone a tutti i costi.
"Mollami, pazzo idiota!"
"Ti sembro mica un pazzo e per giunta idiota?" Mi sussurró una voce roca nelle orecchie. Mi voltai in fretta dando dei pugni alla cieca sul petto del presunto 'pazzo maniaco' che mi ero immaginata.
"Woah." Ritrassi i pugni portandoli lungo i fianchi, il dito ancora dolorante. "Ah sei tu. Sì, comunque mi sembri pazzo" Risi. "e anche idiota." Sussurrai senza farmi sentire.
"Mh."
" 'Mh' cosa?" chiesi con una smorfia sul viso.
"Sai Roxy sei bella quando ti arrabbi e quella smorfia poi..." mi scostó delle ciocche di capelli dal decolletè. Divenni rossa senza accorgermene.
"Quale smorfia?" Dissi senza voler ammettere che le mie smorfie erano ridicole, me lo dicevano tutti anche a Brooklyn.
"Quella smorfia che fai quando ti arrabbi." Voltai la testa portando quella smorfia sul viso.
"Vieni." Disse. Lo seguii sbuffando. In fondo lo avevo perdonato per avermi schiacciato un dito e penso che stesse cercando di scusarsi anche lui in qualche modo. Mi prese la mano portandomi da uno dei tavoli in fondo al locale. Continuavo però a non capire perché facesse così.
"Roxy!" Sentii chiamarmi. Era Angel, le feci cenno che sarei tornata presto. Ero decisamente in imbarazzo quando arrivammo al privè. Anche Jason era seduto lì accompagnato da due ragazze che lasciavano spazio all'immaginazione del sesso maschile.
Lanciai un'occhiataccia a Jason, che si accorse subito della mia presenza. Fece un cenno con la testa, e poi ritornò a sbaciucchiarsi con la ragazza bionda alla sua destra. Mi si rivoltó lo stomaco.
Harry mi fece cenno di sedersi con lui sul divanetto accanto. Salutai David e Brooke che erano a qualche metro da me.
"Arrivo subito!" Gridai, o per lo meno, cercai di comunicare.
Harry mi afferró la mano toccando delicatamente il dito ferito. Pigió un po' più forte facendomi gemere dal dolore. Sorrise e fu lì che non capii più nulla. I suoi occhi verdi mi guardavano con intensità e delle fossette si formarono sulla sua mascella. Cominciai a non sentire più la musica, vedevo solo Harry e i suoi occhi. Mi diede un buffetto sulla guancia per farmi riprendere.
"Cosa guardi? So di essere attraente, peró..."
"Merda." Arrossii ancora. Mi resi conto che la mia mano era ancora tra la sua. Eravamo vicini. Molto vicini. Il respiro cominció a farsi affannoso quando la sua mano premette sulla mia e si avvicinó di più. La distanza tra di noi diminuì notevolmente.
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EYES
FanfictionRoxanne Hastings è una ragazza di sedici anni, dovutasi trasferire con la propria madre a Los Angeles a seguito della morte del padre. Il suo progetto di ricominciare da zero si concretizzò quando incontrò Harry: apparentemente ragazzo chiuso e scos...