EYES ep.18

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ROXY'S POV:

Harry se ne andò subito dopo, ripetendomi di dover chiudere porte e finestre. Mi aveva lasciato con un bacio fuggitivo, che provocò sulle mie labbra un enorme sorriso.

Stavo iniziando a dimenticare le urla di Harry contro di me il giorno della gara. Harry stava avendo molta pazienza con me, aveva capito che ero una testa dura e che niente avrebbe cambiato la mia decisione.

Era arrivata la mezzanotte ed io ero rimasta sul divano del salotto, sola, con l'unica compagnia di una coppa di gelato. Mangiare mi faceva riflettere, ma faceva sorgere in me anche tanti dubbi e domande. Mollai la coppa di gelato e cambiai canale, capitando su uno dei miei Talk Show preferiti. Risi per tutto lo show a causa delle battute esilaranti del conduttore. Guardai l'orologio rendendomi conto che si era fatto davvero tardi e che all'arrivo di mia madre avrei dovuto farmi trovare a letto. Spensi la tv e portai la coppa di gelato completamente vuota in cucina. Spensi le luci abbandonandomi al buio della notte.

*

Jamie mi teneva stretta, ferma sulla liscia superficie del letto. Stava abusando di me, soddisfacendo tutti i suoi piaceri. Sembrai non avere la forza di ribellarmi, di liberarmi dalle sue mani che esploravano il mio corpo a suo piacimento. Sentivo premere dentro di me, un dolore lancinante mi percorse la schiena. Ero sua, seguivo i suoi movimenti senza riuscire ad oppormi. Jamie ci era riuscito. Aveva lasciato il mio corpo sfinito sopra le lenzuola disordinate. Sentivo il respiro arrancare e le mani tremare.

Un urlo si sparse nella stanza subito soppresso da una voce candida.

"Tesoro, Roxy. Calmati." Una mano mi venne ad accarezzare la fronte sudata, accaldata. Mi ritrovai di fronte alla figura di mia madre che mi sorrideva. Ci misi un po' a capire dove fossi, tutto era confuso e non riuscivo a percepire altro che la sensazione delle mani di Jamie sul mio corpo, che abusavano di me.

"Cosa è successo?" deglutii mentre le mie gambe tremavano al di sotto del lenzuolo. Passai le mani sul mio corpo rendendomi conto di avere indosso i miei vestiti. Sospirai.

"È solo un incubo, tesoro." Mi abbracciò accarezzando i lunghi capelli rossi. "Vuoi dirmi cosa è successo?" mi chiese con voce abbastanza preoccupata. Avevo bisogno dell'affetto materno che non ricevevo da tanto. Mi liberai dalla sue stretta per tentare di spiegare il mio incubo inventandomi una grossa balla.

"Ansia pre-interrogazione di fisica." Mia madre non sembrò molto convinta della mia risposta ma lasciò correre.

"Be' è ora di alzarsi." Mi indicò col capo la sveglia che segnava le sette e mezzo. Annuii sorridendole. Poggiai le punte dei piedi sul pavimento freddo, sussultando a quel tocco.

Proseguii verso il bagno, lasciando alle spalle mia madre ancora seduta sul letto. Cercava di capire quale fosse il mio stato d'animo. Mi guardai allo specchio, notando il mio pessimo aspetto: le occhiaie decoravano il mio volto e i capelli, non ne parliamo, i capelli erano arruffati, ma mantenevano la piega più o meno liscia. Subito dopo mi privai dei miei vestiti per immergermi nella vasca. Lasciai scivolare gli slip e il reggiseno, restando nuda. In quel momento avevo solo bisogno di rilassarmi, ma niente riusciva a farlo, poiché provavo continuamente quella sensazione di disgusto sul mio corpo. Le scene dell'incubo continuavano ad affiorare e a ripetersi nella mia mente come fotogrammi; sentivo le mani di Jamie ovunque, le sue dita accarezzare ogni punto sensibile della mia pelle, ogni centimetro, anche il più inesplorabile.

Qualcuno bussò alla porta. Afferrai immediatamente una spazzola sul bordo della vasca pronta a difendermi da un possibile stupratore. Mi resi però conto che a casa c'eravamo solo io e mia madre e che nessun maniaco sarebbe venuto a farmi visita. Mollai subito la spazzola, cercando di riprendere il controllo di me stessa e delle mie azioni. Gli avvenimenti e gli incubi mi stavano facendo uscir pazza. Ormai avevo paura di tutto, non riuscivo più a fidarmi di nessuno. Sprofondai ancora di più nell'acqua calda della vasca.

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