Mike mi stava rovinando l'esistenza, anzi ci stava rovinando l'esistenza. Le parole di Harry fecero crescere in me un'enorme paura.
"Non preoccuparti per me." dissi mordendomi il labbro inferiore.
"Come non posso?"
"Non sono io quella in pericolo, Harry! O forse... Sì, lo sono, ma mi interessa di più salvare la tua vita e quella di mia madre!"
Tutto tacque nell'auto. Harry non replicò; proseguì tenendo salde le mani sul volante. Spinse il piede sul pedale, sfrecciando per le vie di LA, che a quell'ora si erano un po' svuotate.
*
"Su, andiamo." Dissi mentre mi precipitavo fuori dall'auto. Corsi verso il viale di casa mia dove c'era una squadra di pompieri. "Cazzo." Andai da uno dei pompieri. "Cosa è successo?!" Un'ondata di panico mi fece gelare il sangue.
"Signorina è meglio che se ne vada, stiamo lavorando."
"Ma come? Io ci vivo qui!" Il pompiere mi guardò come mortificato.
"Ah quindi devi essere la figlia della signora Carol Johnson."
"Sì, sono io. Lei dov'è?" sentii qualcuno prendermi dalle spalle, mi volati. "Oh, signora McCartney."
"Roxy, tua madre è in ospedale."
Sentii un vuoto allo stomaco. "In ospedale?" Mi voltai verso Harry che stava venendo verso di me. Corsi ad abbracciarlo.
"Dov'è tua madre?" Chiese mentre mi accarezzava dolcemente il capo.
"L'hanno portata in ospedale."
"Corri, dobbiamo andarci immediatamente."
Annuii mentre tenevo stretta la sua mano. Ripartimmo, stavolta verso l'ospedale. Odiavo quel posto, mi ricordava così tanto l'incidente di mio padre.
"Vedrai che andrà tutto bene." Mi incoraggiò mentre teneva una mano sulla mia e l'altra sul volante.
"Harry." Dissi con le lacrime che mi riempivano il volto. "Grazie."
"Non ringraziarmi, lo faccio perché..." silenzio.
"Perché?" Deglutì. Mi rivolse uno sguardo come se si stesse scusando, ma non spiaccicò parola. Lasciai correre il suo silenzio e mi concentrai sul tragitto verso l'ospedale. Riuscii ad intravedere il grande ed imponente palazzo.
"Guarda!" Indicai ad Harry l'edificio a una centinaia di metri da noi.
"Speriamo ci sia posto nel parcheggio." Disse mentre ci avvicinavamo all'entrata dell'ospedale. Intravedemmo un posto libero ed Harry parcheggiò in fretta. Scendemmo dal veicolo e corremmo verso l'entrata. Qualcosa mi fece indietreggiare e bloccò la mia corsa. Ero di fronte alla porta d'ingresso.
"Roxy, ma che fai lì?" Chiese il ragazzo vedendomi ferma sull'uscio della porta. Le immagini dell'incidente di mio padre percorsero la mia mente: l'ambulanza che correva, infermieri e medici, la barella e il corpo di mio padre sanguinante. Sentii il respiro mancare. Non riuscii più a sentire la voce di Harry che gridava di sbrigarmi. Il ragazzo corse verso di me scuotendomi dalle spalle.
"Roxy, che ti prende?!" I suoi occhi verdi erano fissi sui miei, confusi e perplessi. Ripresi il controllo dei miei pensieri.
"È tutto okay. Sto bene." Dissi prendendogli la mano. Entrammo finalmente nell'ospedale e ci dirigemmo verso la reception.
"Carol Johnson. Dov'è?!"
"Secondo piano, reparto ustioni. Ma non potete andarci da soli! Ragazzi!" Eravamo ormai vicino l'ascensore.

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EYES
Fiksi PenggemarRoxanne Hastings è una ragazza di sedici anni, dovutasi trasferire con la propria madre a Los Angeles a seguito della morte del padre. Il suo progetto di ricominciare da zero si concretizzò quando incontrò Harry: apparentemente ragazzo chiuso e scos...