"So che sei qui."
Pensavo di non essere capace di tremare così. Cercai di controllare il respiro tentando di ignorare i passi che venivano verso la mia cabina. In fondo perché dovevo aver paura di lui? Ma soprattutto perchè mi cercava? Delle immagini si mossero nella mia mente: il vicolo, le sagome tra cui Harry, Jason. Jason aveva spifferato tutto. In fondo era ovvio, erano amici. Mi feci coraggio e poggiai una mano sulla maniglia pronta ad affrontarlo mentre vedevo la sua ombra avvicinarsi. Non feci in tempo visto che una voce femminile si espanse nel bagno.
"Cosa fai qui ragazzo?! È un bagno per donne e tu a quanto pare non lo sei! Esci." Era sicuramente la titolare. "Esco esco." Percepii la rabbia nella sua risposta. Mi assicurai che se ne fosse andato per uscire. Non era neanche più nel bar.
"Ragazzi non potete neanche immaginare..."
"Siamo stati bravi eh?" Disse Brooke.
"Avete mandato voi la titolare?" Rimasi sorpresa "Grazie mille ragazzi." Mi risedetti. Avevo trovato i miei primi amici ad LA e la cosa mi rassicurava. Di certo avrei avuto qualcuno su cui contare.
"Figurati! A Harry serviva una bella lezione." Disse Angel mentre faceva sciogliere dello zucchero nel suo latte macchiato.
*
Era il secondo giorno di scuola. Questa volta presi in tempo l'autobus. La sera prima ero andata a letto tardi, poiché il giorno seguente avrei sostenuto la verifica di biologia.
I miei jeans skinny neri mi fasciavano le gambe, facendole sembrare più magre di quanto non lo fossero già. Entrai a scuola e mi diressi verso gli armadietti per riporre alcuni libri. Canticchiavo e muovevo le gambe a ritmo della musica che stavo ascoltando. Ero tranquilla finché una mano chiuse violentemente il mio armadietto, rischiando di tranciarmi un dito.
"Ahi! Ma che diavolo?!" Tolsi frettolosamente le cuffie voltandomi per capire chi avesse chiuso il mio armadietto. Mi ritrovai di fronte a due occhi verdi più cupi di ieri. Harry. "Ma sei impazzito?! Cosa ti passa per il cervello?!" Continuavo a stringere il mio dito indice destro che sanguinava.
Mi spinse alla parete dell'armadietto aggrottando le sopracciglia e mettendomi una mano dietro il collo.
"Se provi a baciarmi di nuovo giuro che ti daró una ginocchiata che ti renderà impotente!" Lo minacciai. Mi accorsi solo dopo che un po' più dietro di Harry c'erano dei suoi amici, tranne Jason.
"Tranquilla non ti baceró..." risposi con una smorfia. "Cosa ci facevi ieri vicino la fabbrica? Mi hai seguito?"
"Cosa? Perché avrei dovuto seguirti?" Mi dimenai cercando di scostare le sue mani. Potevo sentire il suo respiro infrangersi sulla mia faccia.
"Sai, Jason mi ha avvertito. Cosa hai sentito?" Mi guardó con sguardo minaccioso.
"Nulla." Sembrava non credermi. "Ora mollami." Finalmente staccó le mani dal mio corpo. Si portó i riccioli indietro incamminandosi nella direzione opposta alla mia. Prima di andare in classe passai dall'infermeria.
"è permesso?" bussai alla porta ed entrai. Nello studio c'era solo l'infermiera della scuola. La donna sedeva ad una scrivania e compilava in fretta pacchi di moduli dal contenuto apparentemente noioso. Alzò gli occhi appena sentì la mia voce.
"Vieni pure, cara." disse dolcemente. La donna aveva dei setosi capelli castano scuro che le arrivavano sotto il seno. "L'orario delle visite inizia alle nove e il preside mi ha esplicitamente ordinato di non medicare prima di questo orario.
"Mi scusi, ma sono nuova in questa scuola e non mi è ancora stato dato modo di essere informata su tutto."
"Capisco."
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EYES
FanfictionRoxanne Hastings è una ragazza di sedici anni, dovutasi trasferire con la propria madre a Los Angeles a seguito della morte del padre. Il suo progetto di ricominciare da zero si concretizzò quando incontrò Harry: apparentemente ragazzo chiuso e scos...