EYES ep.40

101 11 2
                                    

Asciugai le lacrime con i polsi.
"Andiamo." Gli presi la mano e tornammo su in camera, dove ci coccolammo un po'.
Ero ormai consapevole che sarei stata presto di Mike e che per quanti sforzi Harry potesse fare, non sarebbe riuscito a fermarlo per molto tempo.
"Ti amo." Pensai. Ma non bastava pensarlo, dovevo dirglielo... e prima di mercoledì. Dovevo trovare il momento giusto per dirgli quanto lo amavo e che niente e nessuno ci avrebbe mai separato per sempre.
Suonò ancora il campanello. Sussultai. Guardai Harry allarmata. Con un cenno del capo gli chiesi chi dovesse andare ad aprire.
"Vado io." Disse lui. Lo vidi alzarsi in fretta e uscire dalla stanza. Lo sentii scendere le scale. Il cuore batteva all'impazzata e l'ansia mi stava divorando. Ecco la maniglia abbassarsi. Mi si bloccò il respiro. Chiusi gli occhi e incrociai le dita nella speranza che non fosse Mike.
"Dio ti prego..."
Pregai.
"Ah ciao Lola. Accomodati." La voce roca di Harry raggiunse il piano di sopra.
"Ciao Harry, grazie."
Al suono del nome della mia migliore amica spalancai gli occhi e sorrisi. Saltai giú dal letto e scesi le scale in fretta per abbracciarla.
"Lola!" Aprii le braccia.
"Roxy!" Mi venne incontro. Ci abbracciammo forte.
"Vieni, devo raccontarti un po' di cose." Ci sedemmo sul divano.
"Cosa è successo?"
Guardai Harry. Sospirai.
Cominciai.
"Sono successe un po' di cose..."
Raccontai a Lola l'essenziale. Non parlai dei problemi di Harry, al contrario le parlai dell'incidente di mia madre, della sua storia con Jamie, del "risorgere" di mio padre. Proprio a quest'ultima cosa la vidi scioccata, ed era assolutamente normale. Mi era stata molto vicina nei primi giorni in cui sentivo la mancanza di mio padre. Tutti lo credevamo morti e invece era vivo e vegeto e questo aveva scioccato tutti... e molto.
"C-cosa? Alexander è... vivo?" Faticò a pronunciare quest'ultima parola. Annuii appena. "Oh mio dio..." si portó una mano alla bocca. "E perchè non me lo hai detto prima?" Chiese con le pupille che tremavano.
"Perchè" deglutii. "L'ho saputo solo ieri." Sentii le lacrime bagnarmi il viso. Asciugai le guance in fretta.
"Roxy... io..."
"Non sai che dire?"
"Mh." L'espressione sul suo volto rimase la stessa. Sembrò non provare più sentimenti per un istante; la mente confusa e gli occhi persi chissá dove.
Si riprese. Afferrò la mia mano.
"E tua madre come l'ha presa?"
Sospirai.
"Abbastanza... è felice ma è anche molto arrabbiata con lui."
"È normale. E chi non lo farebbe?"
Feci spallucce.
"Sta meglio? M-magari andiamo in ospedale stamattina."
"Sì, mi farò firmare poi il permesso da..."
"Tuo padre?"
"Mh no, non mi sembra il caso."
"Va bene, capisco." Mi accarezzó la guancia. "Su, vieni qui." Mi accolse ancora una volta nelle sue braccia.
Singhiozzai. Mi baciò forte la guancia.
Che sensazione orribile tenersi tutto dentro, non poterle dire che un paii di giorni dopo chissá dove me ne sarei andata. Chissá, forse non l'avrei più vista. Sapevo quanto potere avesse Mike e tutto ciò mi spaventava.
Avevo appena ritrovato mio padre e stavo rinstaurando il rapporto con mia madre. Non mi andava giù. Proprio no. Ma alla fine pensare di averlo fatto per Harry e per la sua famiglia, un po' mi faceva stare meglio. Non avrei permesso che Ash capitasse tra le grinfie di Mike. Certo, l'avevo incontrata solo una volta, ma faceva comunque parte della famiglia di Harry.
Cosa non avrei fatto per lui...
*
Afferrai il bicchiere in vetro e bevvi un sorso del milkshake al lampone. Delle labbra calde mi baciarono la guancia. Mi leccai le labbra inumidendole.
"Tesoro, io vado." Harry mi sorrise.
"Okay, dove vai?"
"Devo parlare con Ash."
"Oh okay." Gli sorrisi. Lo baciai. "A dopo."
Salutò me e Lola sorridendo.
"Ciao Harry!" Disse Lola.
Il ragazzo riccio ricambiò il saluto con un dolce sorriso.
Eravamo allo Sweet Cafe per passare una giornata tra amiche, come non facevamo da tanto. A Brooklyn stavamo tutti i giorni insieme.
Qualche istante di silenzio tra noi due. Sorseggiavo piano il milkshake sapendo che Lola mi stava fissando. Alzai lo sguardo dallo schermo del mio telefono al suo sguardo.
"Cosa c'è?" Chiesi scocciata. Sapeva cosa voleva sapere quando mi guardava in quel modo o forse aveva giá capito. Un po' mi prese il panico, ma riuscii a controllare le mie emozioni. Buttai giù l'ultimo sorso di milkshake e mi leccai le labbra.
Sbuffò.
"Perchè ho l'impressione che tu e Harry mi stiate nascondendo qualcosa?"
Tossii.
"C-cosa?" Aggrottai le sopraciglia. "Perchè dovremmo nasconderti qualcosa? E soprattutto cosa?"
"Non lo so Roxy, ma ho questo presentimento." Sbattè le dita sul tavolo. "Ieri mentre raccontavi quello che era successo, sembrava mancasse sempre qualche pezzo del puzzle." Agitò le mani.
"Lola ti assicuro che non è così. Non avrei motivo di mentirti."
"E allora perchè tu e Harry mi sembrate sempre così attenti a ciò che dite e poi, gli sguardi che vi lanciate."
"Stai delirando." Cavolo quanto era astuta. Ma non dovevo mollare, dovevo tenere in piedi ancora questa storiella. E soprattutto, Lola non avrebbe mai dovuto incontrare o nemmeno incrociare lo sguardo di Mike.
Non potevo mettere in pericolo anche la sua di vita.
Non la vidi convinta. Mi lanciò uno sguardo strano.
"Lola." Feci come per riprenderla.
"Mh? Che c'è? Non sto insinuando nulla io."
"Bene." Risi.
"Senti ma perchè non mi fai vedere un po' la tua scuola?"
"Buona idea. Andiamoci subito. Prendiamo il prossimo bus."
"Okay." Bevve l'ultimo sorso del milkshake alla vaniglia e cioccolato e ci alzammo dal tavolo.
"Senti ma quando sarò a scuola, tu cosa farai?"
"Ah beh girerò per LA." Sorrise.
"Da sola?"
"Sì, mi arrangerò." Rise.
"Mh... ma sentiamo, per quanti giorni mi romperai le scatole?"
"Per ben una settimana, cara."
"Oh no!" Risi dandole una pacca sulla spalla.
"Che stronza."
"Scherzo." Le stampai un bacio sulla guancia.
Arrivammo alla fermata del bus e ci sedemmo su una panchina lì di fronte.
"Mercoledì sera c'è un concerto rock in un locale qui vicino, ci andiamo? A Brooklyn non ne saltavamo uno."
Mercoledì?! Sarebbe stato il giorno in cui Mike mi sarebbe venuto a prendere e mi avrebbe portata chissá dove. Sentii come un pugno colpirmi lo stomaco. Fissai l'asfalto.
"Roxy tutto bene?"
Scossi il capo.
"Ehm s-si tranquilla." Deglutii. "Sì, certo. Ci andremo."
"Perfetto!"
Era così contenta e io sempre più in difetto.
"È arrivato il bus, Roxy."
Sollevai velocemente lo sguardo dall'asfalto a Lola che era di fronte a me.
Era più alta di me, aveva gambe lunghe e un viso al quanto perfetto e delicato. Indossava dei jeans blu e un cappotto beije che si abbinava benissimo ai suoi capelli biondo rame. Gli anfibi neri le calzavano a pennello e la sciarpa che teneva al collo la faceva sicuramente stare al caldo.
Io odiavo indossare cappotti e roba varia, e mi limitavo a una bella e gigante felpa che mi tenesse al caldo. Il cielo era grigio e sulla maggior parte delle case si potevano vedere i decori natalizi. Era bello vedere la gente felice, camminare per le strade con migliaia di buste, piene di regali. Anche quest'anno sarei forse riuscita a festeggiare il Natale con mamma e papá, ma dopo quella mattina non ne fui più così sicura. Lola interruppe i miei pensieri.
"Ma insomma Roxy, ti dai una svegliata?!"
"S-si arrivo." Staccai le mani dalla panca in ferro e mi alzai. Raggiunsi Lola e salimmo insieme sul bus.
*
"Wow!" Esclamò la ragazza dai capelli biondo rame.
"Ti piace?"
"Sì, è stupenda!" Ci trovavamo nel cortile della scuola. Vidi la signora Alice camminare a passo veloce per l'atrio.
"Alice!" Gridai.
La donna si voltò fermando la sua corsa. I tacchi non le permettevano una facile corsa, ma se la cavava.
Aveva tagliato i capelli. Ora le arrivavano sopra le spalle e le davano un aspetto più autorevole.
La raggiungemmo.
"C-ciao Roxy." Era preoccupata. Glielo si leggeva in volto.
"Tutti bene?" Aggrottai la fronte.
"Io sto bene, è un ragazzo che non lo è."
"Qualcuno non si è sentito bene?"
"Penso che tu lo conosca. Vieni."
Feci cenno a Lola di andare con Alice. Non avevo idea di chi potesse essere il ragazzo.
Alice correva come non mai.
"È così grave?"
Non rispose. Dedussi di sì.
Arrivammo nel corridoio dove c'era l'infermeria. Fuori dalla porta vidi Angel e Brooke. Mi chiesi perchè fossero lì.
"Ragazze cosa fate qui? State bene?"
"Oddio Roxy! Menomale che sei qui!" Si voltò la ragazza dai capelli corvini.
"Angel m-ma che succede?"
Brooke e Angel si guardarono.
"Dave..."
Giusto. E Dave? Dov'era?
Scossi il capo.
Pregai che non fosse lui il ragazzo.
Deglutii.
Feci qualche passo indietro urtando Lola. Aprii velocemente la porta dell'infermieria.
Mi bloccai sull'uscio.
"Dave."

EYESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora