EYES ep. 7

218 20 1
                                    

Respirai l'aria calda della stanza. Pochi raggi di luce entravano dalla finestra coperta da una sottile tenda floreale. Inarcai la schiena intenta a distendere i muscoli tesi e mi sollevai scuotendo il capo. Avevo ancora indosso il vestito della sera precedente, non ricordavo un granchè. Mi toccai le labbra con il dorso della mano: erano secche. Cercai di ricordare cosa fosse successo la sera prima, Angel si era ubriacata, Brooke aveva fatto colpo sul barista, David... be' David non fece niente di particolare. E io?

"Harry!" Urlai senza neanche rendermene conto. I ricordi riaffiorirono: le sue labbra carnose premere sulle mie, la sua mano stretta sulla mia. Cominciai a camminare nervosamente per la stanza. Mi affacciai alla finestra, era l'alba. Gettai il mio corpo sul materasso, abbandonandomi di nuovo ad un sonno pesante.

*

"Roxy," pausa. "mi spieghi dove sei stata ieri sera fino alle quattro?!" Mia madre mi rimproverò, agitando una rivista di gossip che teneva tra le mani.

Roteai gli occhi: "Te l'ho detto, ero ad una festa. Angel aveva bevuto un po' troppo e abbiamo perso tempo..." il clacson che indicava l'arrivo del pullman mi salvò dalla romanzina di mia madre. Presi la borsa e scappai ridendo.

Sul pullman c'era già Dave che mi aveva riservato il posto. Non avevo un bell'aspetto, avevo dormito poco e lo si notava a causa del mio incarnato pallido.

"Ciao, Dave." Gli diedi una pacca sulla spalla.

"Ci sei rimasta di sasso, non è vero?"

"A cosa ti riferisci?" Chiesi, pur sapendo di cosa stesse parlando.

"Non fare la finta tonta, Roxy!"

"E va bene. Sì, é vero, non mi sarei aspettata un vero bacio da Harry." Deglutii nervosamente. "Pensavo derivasse dal suo ego maschile provare a baciarmi la scorsa mattina."

"Roxy." mi guardó "non farti illudere da un tipo come Harry. Potresti rimanerci mal..." lo interrupi.

"In che senso, Dave?"

"Nel senso che è un puttaniere, Roxy." Disse tutto d'un fiato.

A quelle parole migliaia di dubbi e domande offuscarono la mia mente già abbastanza perplessa. Passai in un battibaleno da uno stato di felicità ad uno di ansia ed angoscia.

*

Erano le 8:30. Arrivata in classe notai subito Harry che incroció il suo sguardo con il mio. Rimasi immobile sull'uscio dell'aula, notando il suo sguardo agghiacciante.

"Dave." Sussurrai avvertendolo della presenza di Harry nella stanza.

Improvvisamente mi sentii spingere da dietro le spalle. "Dave, ma che fai?!" Dissi a bassa voce. La sua spinta mi fece arrivare sul banco di Harry, le ciocche di capelli rossi sulla fronte, le mani poggiate sulla superficie liscia e gli occhi sbarrati sui suoi . Mi meravigliai della forza di Dave che all'apparenza era molto gracile.

Il suo sguardo rimase distaccato, ma riuscii a percepire rabbia, stanchezza e nervosismo. Cercai di riprendere il controllo di me stessa, sollevandomi dal banco che si alzò di qualche centimetro.

"Dimentica tutto."

"C-cosa?" Feci finta di non sapere di cosa stesse parlando.

"Il bacio." Aggrottò le sopracciglia. "Per me non è stato nulla."

Il respiro cominció ad aumentare velocemente a quelle parole; mi stava facendo del male. Sospirai profondamente, distendendo i nervi.

"Puoi stare tranquillo, perché non lo è stato neanche per me..." mi fermai per qualche secondo, ripresi fiato. Chiusi gli occhi prima di insultarlo solo per replicare. "Hanno ragione, sei solo un puttaniere!"

EYESDove le storie prendono vita. Scoprilo ora