EYES ep.13

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"Mamma sono a casa!" Entrai in casa e chiusi il portone. Gettai la borsa sul pavimento, al lato della porta. Mia madre era in cucina e stava maneggiando qualcosa ai fornelli.

"Da quand'è che cucini?" Chiesi prendendo una bottiglia di succo dal frigo. Bevvi a piccoli sorsi la bevanda ghiacciata mentre aspettavo una risposta da mia madre.

"Ho conosciuto un uomo molto attraente l'altro giorno allo Sweet Cafe."

"Mi fa piacere, be' a Los Angeles ci sono molti bei ragazzi. Ma ancora non capisco perché tu stia cucinando." Ripresi a bere.

"L'ho invitato a cena." La cosa non mi sorprese, mia madre era un tipo a cui piaceva fare nuove conoscenze.

"Bene. Non ci vedo nulla di male a farsi dei nuovi amici e penso che possa essere anche un modo per vendere di più. Ma certo! Dobbiamo iniziare a cercare nuovi amici, così il numero delle vendite sarà assicurato!" Esclamai entusiasta.

"Ehm..." mia madre mi frenò. "Il problema, sempre che lo si possa definire così, è che dopo averci scambiato due chiacchiere mi ha colpita molto. Mi interessa e..." Si avvicinò al frigo e continuò: "è un mio cliente e ha 28 anni." Sputai tutto il succo che stavo per deglutire in faccia a mia madre.

"Mamma ma sei impazzita?! Potrebbe essere mio fratello! E poi, un cliente?! Pensavo fosse solo un amico e che avesse tipo l'età di mio nonno!" Gettai con forza la bottiglia di succo nella pattumiera. Corsi su per le scale per andare in camera mia.

"Roxy, tesoro aspetta! è un bravo ragazzo!" Cercò di farmi tornare indietro.

"Ti ricordo che non sono passati nemmeno sei mesi dalla morte di papà e per questo mi fai doppiamente schifo!" Fu la mia ultima frase prima di chiudermi a chiave in camera.

Non volevo un ragazzino a farmi da genitore. Mio padre mi mancava e non volevo che nessun altro prendesse il suo posto, o almeno così giovane e così presto.

Quella fu una delle giornate più brutte della mia vita: non solo avevo litigato con Harry, ma a breve avrei avuto in casa uno sconosciuto. Sentivo ancora un po' di dolore allo stomaco e il collo che qualche giorno prima era stato ferito era dolorante. Mia madre non si era accorta del leggero taglio sotto la gola non avendo avuto la possibilità di parlarci molto, era stata via per qualche giorno. Le uniche persone su cui potevo contare erano Lola e Maia che erano a chilometri e chilometri di distanza da me. Chiamai subito Lola per sfogarmi un po'. La chiamata durò un'ora, prima che qualcuno venisse a bussare alla porta.

"Stanno bussando alla porta. Ci sentiamo, ragazze." Poggiai il telefono sul letto e incrociai le gambe.

"Non voglio vedere nessuno! Avete solo sprecato tempo nel venire qui!" Urlai con gli occhi gonfi dal pianto.

"Siamo noi, Roxy: Angel e Brooke."

"Ragazze, davvero non ne ho voglia."

"Dai parla un po' con noi." Disse Angel dolcemente. Mi convinsi ad alzarmi da quel triste letto e andare ad aprire la porta.

"Ciao." Dissi a bassa voce. Le due ragazze mi abbracciarono.

"Stai davvero piangendo?" Brooke mi passò il pollice sinistro sulle guance bagnate. Annuii facendogli cenno di entrare.

"Cavolo, Roxy ma è tutto buio qui." Affermò Angel. In effetti avevo coperto l'unica finestra con la tenda a fiori scura senza lasciar entrare un raggio di sole.

"Non sarai mica un vampiro?" Rise Brooke togliendo la tenda. La luce colpì i miei occhi arrossati, facendomi gemere dal fastidio. Mi rigettai sul letto affondando la testa nel cuscino.

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