Passarono un paio di giorni, entrambi tranquilli. Io continuavo a sentire Harry e tutto andava bene. Lui mi aggiornava sul denaro che stava versando a Mike e io gli raccontavo che delle avance di Jamie non c'era nemmeno l'ombra. Lo vedevo ogni giorno, era sempre a casa con mia madre e si comportava come un ragazzo normale, ma non potevo abbassare la guardia.
Ero concentrata sul mio libro preferito che stavo leggendo in salotto. Ormai era pomeriggio inoltrato e mia madre era ancora fuori per lavoro, gli orari dell'agenzia non erano dei migliori. Sentii il telefono squillare. Mi sporsi verso il tavolo del salotto per rispondere.
"Pronto?" Risposi mentre giravo la centesima pagina del libro.
"Ciao, Roxy." Feci cadere il libro. Era Jamie. La sua voce era roca e fredda e sembrò essere inoltrato nel traffico visti i suoni dei clacson. Deglutii nervosamente cercando di non farmi scivolare dalle mani sudate il telefono.
"Mamma non è in casa..." dissi nervosamente.
"Lo so. Sto venendo a farti una visita." A quelle parole mi alzai di scatto dal divano avvicinandomi alla finestra. Sbirciai dalle tende se stesse arrivando.
"Perché?" Mi mossi velocemente nella stanza passandomi una mano tra i capelli.
"Ne ho voglia. Carol ha detto che non dovrai uscire di casa quando ci sono io." Fece terminare la chiamata così, chiudendomi il telefono in faccia. Abbandonai il telefono sul divano rischiando di farlo cadere.
"Okay, Roxy. Calma." Dissi tra me e me. "L'importante è che tu lo tenga lontano e non ti toccherà. Ora parlo anche da sola." Mi guardai allo specchio del salotto e mi resi conto di essere in mutande. Corsi in camera per indossare un paio di leggins. Aprii l'armadio in fretta e li indossai altrettanto velocemente. Il campanello mi fece sussultare. Mi bloccai cercando di capire cosa avrei dovuto fare in quel momento.
"Arrivo!" Urlai mentre scendevo le scale. Ero di fronte alla porta d'ingresso, sapevo che ad aspettarmi c'era Jamie.
Poggiai la mano sulla maniglia fredda color oro. Ci pensai più di una volta prima di ruotare il pomello. Feci un bel respiro e affrontai il ragazzo biondo.
"Roxy."
"Jamie."
*
Versai l'acqua nel bicchiere di vetro alla mia destra mentre tenevo lo sguardo su Jamie. Seduto al bancone della cucina a penisola mi osservava in ogni movimento. Il marmo grigio al tatto era freddo e ritirai i polpastrelli quando lasciai scivolare la bottiglia lateralmente.
"A te." Gli indicai col capo il bicchiere ghiacciato.
"Grazie." Disse muovendo il ciuffo biondo all'indietro. Mi fece distrarre la sua bellezza e rimasi a guardarlo come una bambina senza battere ciglio. Aggrottò le sopracciglia con aria interrogativa mentre sorseggiava l'acqua che gli avevo precedentemente offerto. Scossi il capo riprendendo il controllo del mio sguardo. Ebbi la sensazione di essermi tinta il volto di rosso come i miei capelli. Mi voltai dalla parte opposta poggiando la schiena sul marmo freddo per non far notare il mio imbarazzo. Guardai fuori dalla finestra per distrarmi un po' ed evitare lo sguardo del biondo. Pioveva a dirotto e odiavo la pioggia. Avrei voluto restare sulla veranda di casa tutto il pomeriggio a prendere un po' di sole, ma era decisamente troppo freddo fuori. Sbuffai.
"Be' che hai intenzione di fare?" Dissi irritata e con una smorfia evidente.
"Tutto quello che vuoi..." sentii il ragazzo alzarsi dallo sgabello e procedere verso di me. Con le mani che premevano sul bancone strinsi gli occhi pregando che non si fosse avvicinato. Aprii le palpebre trovandomi di fronte a due occhi color miele intenso. Dischiusi le labbra in segno di sorpresa.
"Hai paura di me?" Disse accarezzandomi con l'indice la guancia sinistra. I miei occhi seguivano i suoi movimenti sulla mia faccia. Presi un forte sospiro e parlai:
"Vado a prendere una boccata d'aria." Mi scostai da Jamie come un bambino in mezzo ad una folla e mi diressi verso l'uscita.
Mi precipitai sulla veranda coperta da una parte di tetto. Una panca di legno la abbelliva rendendo la casa un po' vintage. Mi sedetti stringendo le ginocchia al petto col capo abbassato. Sospirai più di una volta pregando che mia madre tornasse il prima possibile. Continuava a piovere e poche macchine giravano per il mio quartiere, mentre di tanto in tanto passava qualche persona di corsa per tornare a casa. Faceva decisamente freddo fuori e mi passò per la mente più volte l'idea di rientrare in casa, ma il solo pensiero di avere Jamie vicino mi faceva rabbrividire. Sentii la porta aprirsi e a quel rumore sollevai il capo. Un'alta figura accanto mi parlo e si sedette sulla panca con me.
"Vieni dentro, Roxy." Ordinò Jamie in modo brusco.
"No." Risposi fermamente. Lo vidi innervosirsi alla mia risposta. Una suoneria distrasse Jamie da me, prese il telefono dalla tasca dei suoi jeans scuri e controllò la schermata. Un ghigno inquietante si formò sul suo viso mentre scorreva il dito sullo schermo del suo smartphone.
"Qualcosa di importante?"
"Sì, abbastanza." Le nostre voci erano coperte dal rumore della forte pioggia. Rilassai le gambe e le feci dondolare giù per la panca. Una mano fredda premette sulla mia guancia. Rabbrividii a quel tocco. Jamie mi guardava in modo provocante mentre teneva assiduamente lo sguardo sulle mie labbra. Deglutii con le palpebre tremolanti e gli occhi fermi sui suoi movimenti.
"Che fai?"
"Sei così sexy, Roxy." Si morse il labbro inferiore mentre passava la mano sul mio collo. Riuscii a reagire e scattai in piedi. Mi spinsi contro la staccionata della veranda mentre respiravo affannosamente, mantenni la schiena attaccata ad essa e le mani che stringevano il passamano in legno.
"Ma Jamie tu stai con mia madre, non puoi farle questo. Pensaci." Tentai di convincerlo pur conoscendo tutta verità. Non mi rispose, al contrario si diresse verso di me. Ero terrorizzata. Serrò le mani sui miei fianchi premendomi contro la staccionata. Spinse i fianchi sui miei facendomi gemere dal dolore.
"Jamie, ti prego." Mi dimenai ma senza risultati vista la forza di Jamie di gran lunga superiore alla mia.
"Buona, Roxy." Sussurrò al mio orecchio mordendolo. Sentii mancarmi il respiro e le lacrime riempirmi gli occhi. Jamie ci stava riuscendo, mi stava mettendo le mani addosso. Ma perché senza farlo scoprire a mia madre? Glielo avrebbe fatto scoprire in qualche modo ma in quel momento non avevo la mente abbastanza lucida per pensare. Una sua mano si spostò sulla mia fronte tirandomi i capelli all'indietro. Sentii un forte dolore alla cute mentre qualche lacrima mi rigava il viso. Gettai uno sguardo sui suoi occhi diventati color bronzo. Piegai la testa all'indietro dal dolore pregandolo di fermarsi. Abbassò la testa sul mio collo premendo con forza le sue labbra rosee inumidendomi la pelle. Arrivò alla mascella, salendo piano alle mie labbra. Il momento che avevo temuto di più si stava avverando. Continuavo a dimenarmi mentre affondavo le unghie nei suoi bicipiti per levarmi dalla sua stretta. Si morse il labbro e subito dopo affondò le sue labbra nelle mie facendomi sgranare gli occhi. Fu un bacio frenetico dove le mie labbra calde erano a contatto con le sue fredde. Mi tolse il respiro. Un tonfo dietro di noi fece staccare Jamie dalle mie labbra e dal mio corpo. Sollevai lo sguardo sugli occhi del ragazzo: un ghigno soddisfatto, quasi tramutato un una risata, si estese sul suo viso. Approfittai di quella distrazione per staccarmi da lui e scappare, ma a fermarmi ci fu la figura di mia madre. Sentii il mondo crollarmi addosso.
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EYES
FanfictionRoxanne Hastings è una ragazza di sedici anni, dovutasi trasferire con la propria madre a Los Angeles a seguito della morte del padre. Il suo progetto di ricominciare da zero si concretizzò quando incontrò Harry: apparentemente ragazzo chiuso e scos...