Il volto del ragazzo era per metà coperto dall'ombra della notte e per metà illuminato dai fari del quartiere. Le labbra rosee e carnose si potevano vedere per la prima parte. Le iridi verdi invece c'erano, erano intatte e luminose come sempre. Nemmeno il buio della notte le avrebbe spente (sempre metaforicamente parlando).
Mi fece cenno di salire sulla vettura.
Aprii la portiera da passeggero e entrai. La chiusi colmando il silenzio dell'auto. Staccai la mano dalla maniglia e mi voltai verso Harry.
Qualche istante di silenzio. I suoi occhi percorrevano linee precise sul mio corpo. Non impiegammo molto ad avvicinarci.
Fui io stavolta a prendere l'iniziativa. Presi di scatto tra le mani le sue guance e baciai ogni centimetro della sua bocca.
Il ragazzo riccio ricambiò chiedendo l'accesso nella mia bocca con la sua lingua. Entrambi eravamo talmente presi dalla foga di quel bacio che annullammo tutto ciò che era attorno a noi.
Sentii tossire. Sobbalzai staccandomi da Harry.
"Ehm non per rovinare questo momento unico e passionale, ma ci sono anch'io qui..."
Con la coda dell'occhio riconobbi la ragazza riccia stesa sui sedili posteriori. Ash.
"Ash!" Guardai Harry sorridendo. "Sa tutto?"
"Ho dovuto." Disse passandomi il pollice sul labbro inferiore.
La ragazza aveva i capelli mossi che le ricadevano sulla spalla destra. Anche la sua figura non fu facile da scrutare. Gli occhi erano gli stessi di Harry, verdi e intensi. Mi sorrise.
"Sono felice che sia tu la ragazza del mio fratellone."
Quella frase mi sorprese e un po' mi lusingò.
Risposi con un sorriso.
"Andiamo?" Chiese Harry mentre allungava il collo verso l'ingresso di casa mia.
"Oh sisi." Risposi.
"Allacciati la cintura di sicurezza, ne avremo bisogno."
"Ah o-okay." Presi l'estremità della cintura nera e la infilai nella fessura accanto a me. Deglutii preoccupata. Diedi un ultimo sguardo a casa mia prima che Harry sfrecciasse via come il vento. Il rumore del motore provocava una sorta di vibrazioni.
Sentii un sapore salato riempirmi la gola; evidentemente erano le lacrime che stavo trattenendo. Le lacrime dei sensi di colpa e della nostalgia nei confronti dei miei genitori.
Uscimmo dal mio tranquillo quartiere per inoltrarci nel centro di L.A. Le luci dei grattacieli e dei negozi sfrecciavano davanti a noi come stormi di rondini.
"Sei silenziosa."
"Mh."
"Nervosa?"
"Beh il piano non era questo... s-si un po' lo sono." Lo guardai guidare attentamente. Mi morsi il labbro inferiore. Continuai: "Ma posso solo dirti grazie, Harry... davvero."
Non ebbi come risposta una frase, una parola o un mugolio. Accadeva spesso con Harry. Si risparmiava le parole. Al contrario, lui sorrideva o magari mostrava un ghigno o quando era infuriato induriva la mascella. Avevo imparato ad osservarlo, a conoscere le sue emozioni, a percepire il suo stato d'animo, ma soprattutto avevo imparato ad amarlo.
Sorrise.
Mi voltai all'indietro. Ash dormiva come un angelo. Era inverno e faceva abbastanza freddo in città. Guardai la ragazza senza coperta raggomitolarsi tra sè.
Sbottonai la zip della mia felpa e me la sfilai di dosso. Allungai braccia e busto verso la ragazza riccia. Gliela stesi a fatica sul petto affinchè la tenesse più al caldo.
"Così sentirai freddo." Mi disse Harry.
"Oh non preoccuparti di me, sto bene così." Gli sorrisi dolcemente. Lo guardai un po' prima che le mie palpebre si chiudessero.
"Buonanotte Harry."*
ALEXANDER'S POV:
Era ben mezzanotte passata. Carol si era addormentata sulle mie ginocchia. Era stupenda. Le ciocche biondo le contornavano il viso e di tanto in tanto le coprivano la fronte.
Pensai a Roxy. Era da tanto che non le davo la buonanotte. Così mi alzai dal divano facendo poggiare delicatamente il capo di Carol su di esso.
Salii le scale che portavano in camera di Roxy. Sicuramente già dormiva, ma avevo lo stesso il desiderio di darle un bacio come ogni papà fa al proprio figlio. In questo caso Roxy era ormai grande, ma quei mesi passati senza di lei l'avevano fatta diventare di nuovo la mia bambina.
Abbassai la maniglia della porta.
Era tutto buio, a malapena si vedeva qualcosa. Uno spiffero gelido mi colpì in volto. La finestra era aperta.
Mi avvicinai ad essa per chiuderla o si sarebbe ammalata.
"Roxy?" La chiamai. Mi abbassai verso il letto. "Roxy?"
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EYES
FanfictionRoxanne Hastings è una ragazza di sedici anni, dovutasi trasferire con la propria madre a Los Angeles a seguito della morte del padre. Il suo progetto di ricominciare da zero si concretizzò quando incontrò Harry: apparentemente ragazzo chiuso e scos...