" 'Cause we are beautiful, don't matter what they say."
"Siediti Roxy." Mia madre non sembrò dovermi dare buone notizie.
Mi accomodai sul divano privandomi del cappotto.
Aggrottai le sopraciglia con aria interrogativa.
"Vedi tesoro, io e tuo padre abbiamo preso una decisione molto importante..."
La donna guardò mio padre. Egli annuì, come se le stesse dando il permesso di darmi l'imminente notizia.
"Ritorniamo a Brooklyn."
Mi si bloccò il respiro. Dischiusi le labbra alla ricerca delle parole adatte per ribattere. L'unica cosa che riuscii a dire fu: "M-ma io sto bene qui."
La paura di non poter rivedere Harry e i miei nuovi amici di qui stava prendendo il sopravvento su di me.
Sentii il sapore salato delle lacrime scivolarmi sulle labbra. Non mi ero nemmeno resa conto che mi si erano riempiti gli occhi di lacrime.
"Tesoro non vogliamo vederti così." disse mia madre avvicinandosi a me per consolarmi. Volle accarezzarmi ma dileguai il suo gesto scansandomi.
Mi alzai di scatto dal divano."Cosa significa che torniamo a Brooklyn?!" riuscii a parlare con più forza.
"Roxy ora che è tutto sistemato non è necessario rimanere qui." intervenne mio padre.
"Fino a prova contraria noi siamo qui per colpa tua!" Gli puntai il dito contro. "Sei tu quello che si è finto morto, sei tu quello che ha fatto stare male me e mamma, sei tu che mi hai fatto conoscere delle persone fantastiche qui, tra cui Harry e ti ringrazio per questo, ma SOLO per questo perchè per il resto hai fatto un gran casino!"
Sembrò voler intervenire ma lo zittii."Non so più in che modo dirvelo che l'unica cosa che mi trattiene qui è Harry! Ma no certo, voi ormai siete adulti, grandi e vaccinati e l'amore l'avete già vissuto, ma io ancora no. Quindi lasciatemi vivere, lasciatemelo amare, perchè neanche i vostri tentativi di non vederci ci divideranno. Sappiate che se volete tornare a Brooklyn io non vi seguirò."
Ripresi fiato dopo il sermone che avevo servito ai miei genitori.
Entrambi si guardarono allibiti.
"Maria Roxanne ti sembra questo il modo di parlarci?!" urlò mio padre."Beh scusate ma è quello che sento!" Scossi il capo in segno di delusione e mi diressi verso le scale.
"Roxy torna qui."
Liquidai ancora le sue parole con un movimento della mano."Sai era meglio quando io e la mamma ti credevamo morto."
So che presto mi sarei pentita delle parole appena dette, ma avevo così tanto rancore dentro che non riuscii bene a controllare ciò che stavo dicendo.
Lo vidi abbassare lo sguardo. Gli occhi color nocciola si chiusero, si passò una mano sul volto e sospirò.
Rientrai in camera chiudendo la porta a chiave.
Crollai in un pianto di disperazione. Mi accasciai a terra poggiando la testa sulla superficie fredda della porta bianca in legno.
Mi strofinai gli occhi con i palmi delle mani; il mascara era venuto via mentre trafficava sulle mie guance mischiato alle lacrime.
Come avrei detto a Harry che tra i miei e lui non ci sarebbe più stata una riappacificazione? Avevamo programmato di passare il Natale insieme e invece a quanto pareva stava andando tutto a rotoli. Pregai in un miracolo, che i miei cambiassero idea e che riflettessero bene sullo sbaglio che stavano commettendo.
Avrebbero dovuto volere la mia felicità e in quel caso la mia felicità era Harry.*
Gli anfibi neri di gomma riproducevano un rumore alquanto snervante mentre scendevo le scale; ogni scalino era uno scricchiolio e ogni scricchiolio produceva un eco.
Il maglione bianco che mi copriva fino alle clavicole mi teneva ben calda e i leggins neri altrettanto. D'inverno tenevo sempre i capelli sciolti, raramente legati con una treccia, faceva troppo freddo per scoprirmi il collo.
Tirai le maniche del maglione per scaldarmi maggiormente.
Entrai in cucina dove mio padre e mia madre erano seduti sugli sgabelli della penisola. Entrambi si stavano godendo un bollente caffè. Ne era avanzato un po', così decisi di avvicinarmi a loro per prenderlo dalla caraffa. Non sapevo se dare il buongiorno o meno, ero di cattivo umore e a quanto pareva lo erano anche loro.
Mi schiarii la voce per attirare l'attenzione.
"Non bere troppo caffè." disse mia madre sorseggiando dalla tazza.
Non risposi, mi limitai ad annuire. Dallo scaffale al di sopra del lavandino presi una tazza rossa e versai la bevanda in essa. Poggiai la schiena sul marmo freddo e bevvi il caffè bollente a piccoli sorsi.
Gemetti essendomi scottata la lingua. Mio padre alzò lo sguardo. Aveva le occhiaie. Evidentemente non aveva dormito quella notte.
Posai la tazza.
"Buona giornata." dissi uscendo dalla cucina. Presi il cappotto e la borsa dall'appendiabiti all'ingresso e uscii per prendere il pullman.
Sbuffai. Il vialetto per uscire di casa era umidiccio, visto che durante la notte aveva piovuto. Il cielo era nuvoloso e cupo come il mio umore quella mattina.
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EYES
FanfictionRoxanne Hastings è una ragazza di sedici anni, dovutasi trasferire con la propria madre a Los Angeles a seguito della morte del padre. Il suo progetto di ricominciare da zero si concretizzò quando incontrò Harry: apparentemente ragazzo chiuso e scos...