Capitolo 151

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Camminiamo e tengo stretta Emma tra le mia braccia, la sua mano destra tieni la mia mentre la sua sinistra è nella mia tasca posteriore dei pantaloni, devo dire che mi elettrizza come sensazione. Ci appostiamo sulla sabbia, appoggiamo la nostra roba e andiamo a fare colazione. Una volta finito, sono le 11:10, non andiamo a fare il bagno perché scegliamo di farlo nel pomeriggio. Mi sdraio sul telo a pancia in giù, metto gli occhiali sulla testa e chiudo gli occhi, Emma mi canta una sua canzone sottovoce e inizio a sentire la stanchezza, cerco Emma con la mano e lei ride.
io: Che ridi? Damme 'a mano
Mi mette la sua mano nella mia e la spingo contro di me, la abbraccio e mi accoccolo a lei, mi coccola e mi addormento.
Al mio risveglio trovo Emma che gioca a pallavolo con dei ragazzi, chi cazzo sono quelli? E perché c'è pure Emma là? Mi metto a sedere con le gambe piegate e le braccia all'indietro e la osservo, c'è un tipo con cui scherza troppo e non mi piace questa cosa, mi arriva la palla addosso, la prendo e mi alzo.
E: Era ora che ti svegliassi
Sorrido, passo la palla ad un ragazzo e ci stringiamo la mano.
T: Piacere, Tommaso
io: Ciao, Mattia
Arriva anche l'altro.
L: Io sono Luca
io: Mattia.
Iniziamo a parlare di cosa facciamo lì in vacanza e di cosa facciamo, loro sono di Milano e lavorano in un bar/ristorante vicino al duomo.
Parliamo parecchio fino a quando andiamo a fare merenda, abbiamo saltato il pranzo.
Sono simpatici, io ed Emma ci troviamo bene e ormai ho imparato a contenere la mia gelosia.
Verso sera io ed Emma torniamo a casa distrutti, abbiamo camminato per 12 kilometri di cui due in salita, grondiamo sudore e siamo stanchissimi.
Appena arriviamo in casa mi lancio sul letto e lo occupo tutto.
E: Caro mio fatti in là.
Mi giro lasciando un piccolo spazio per Emma dove si sdraia.
E: Che fatica, però sono simpatici quei due.
io: Sì, vado in doccia, viè anche tu?
E: Sì, ma non ho voglia di alzarmi.
io: Non chiederme de portartece perché già faccio fatica a sta' en piedi da solo.

Ride e si alza, facciamo una doccia rigenerante e andiamo a cenare, ci impieghiamo poco tempo perché siamo stanchissimi e la voglia di andare a dormire è troppa. Siamo sotto le coperte e ci addormentiamo abbracciati. Sento qualcuno che mi chiama, è Emma ma sembra preoccupata, bisbiglia e non fa niente di dolce per svegliarmi come al solito, alzo la faccia dal cuscino e la guardo. io: Che c'è? Che ore sono? Ho la voce ancora impastata dal sonno. E: Sono le 3 e 20 e sento dei rumori strani. Sento anche io qualcosa, aggrotto la fronte e sento dei rumori nella serratura al piano disotto, devo proteggere Emma, mi alzo e guaro Emma severamente anche se so che non mi ascolterà. io: Stai qua, non te move. Vado a vedè che è. E: Vengo anche io. io: NO! Statte lì ferma e non prová ad uscire dalle coperte che senno me incazzo perché se te succede qualcosa... E: Shh vai a vedè chi è. Afferro una mazza da baseball, accendo le luci e vado al piano di sotto, qualcuno cerca di aprire la porta invano, sento un giro nella serratura, sgrano gli occhi, sta per entrare. Mi nascono dietro alla colonna a lato della sala per vedere chi entra, mi sto cagando addosso, sudo freddo. La maniglia si abbassa e vedo qualcuno che entra.  

Amore complicato, ma possibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora