Cole
Essere svegliato alle quattro di notte dopo diciotto ore di macchina mi innervosiva parecchio.
Soprattutto dopo aver dormito per poco tempo su un pavimento di un motel da quattro soldi in uno dei quartieri più malfamati di New York.
E Jordan non era per niente indicato per svegliare le persone con delicatezza.
"Ti vuoi alzare? Sono venti minuti che ti chiamo!" Mi rimproverò a bassa voce, forse per non svegliare Megan e Taylor.
Mi misi a sedere sbadigliando e mi grattai la testa, ancora nel pianeta dei sogni.
"Ma calmati! Che cazzo vuoi?" Borbottai, tra uno sbadiglio e l'altro."Ti sei dimenticato di dove dobbiamo andare?" Sibilò Derek.
Oh, vero, ora ricordavo. Avevamo deciso di sgattaiolare dal motel quella notte per andare a cercare l'uomo che forse ci avrebbe aiutato a mettere dietro le sbarre il padre di Jordan.
Avevamo il nome di alcuni locali che frequentava, ma sicuramente non avremmo potuto andarci di giorno, perché erano tutti bar notturni o stripclub.
Aspettare la sera del giorno dopo? Non se ne parlava, prima andavano via dal Bronx e meglio era.
Megan e Taylor non l'avrebbero saputo, non avevamo intenzione di portarcele dietro, visto che sarebbe stato troppo rischioso per loro.
Non appena si fossero svegliate, noi saremmo già stati di ritorno, e con un po' di fortuna insieme al famigerato Gareth Nelson, sempre che riuscissimo a trovarlo e che decidesse di aiutarci.
"No, non mi sono dimenticato." Biascicai, alzandomi in piedi. Nel tentativo di districarmi dalle coperte, urtai contro il comodino vicino a me.
"Cazzo, fai piano!" Mi rimproverò Jordan. Mi girai a guardare Megan e Taylor, ma erano distese sul letto e sembravano non aver sentito nulla, continuando a dormire.
"Scusa."
"Muoviti con cautela, ci riesci?" Sussurrò Derek.
"Ci provo."Iniziammo a cambiarci in silenzio, vestendoci con indumenti pesanti per via del freddo a cui non eravamo decisamente abituati.
"Okay, pronti?" Ci chiese Jordan, lanciando occhiate furtive al letto dove dormivano le due ragazze.
Lo vidi prendere qualcosa dalla valigia e, nel momento in cui si mise l'oggetto in tasca, capii di cosa si trattava: una pistola.
"E quella?!"
"L'ho presa nello studio di mio padre, può tornarci utile, è pieno di delinquenti qui, o forse te lo sei dimenticato?"Decisi di non fare più domande. Jordan scrisse un biglietto, nel caso Megan e Taylor si fossero svegliate prima del nostro ritorno, in cui diceva che eravamo fuori e di non muoversi assolutamente dal motel.
Poi finalmente uscimmo.
"Sai come arrivare a quei locali?" Domandai, rivolto a Jordan.
"Sì, uso google maps. Ora fate attenzione e seguitemi."Non so bene descrivere come mi sentissi in quel momento. Ero agitato, certo, ma sentivo più adrenalina che altro.
Le persone mi descrivevano come uno intelligente, sì, ma che non era mai in grado di fare il serio nemmeno per un minuto. E anche come uno che non si preoccupava mai per niente.
In effetti, non avevo veramente paura neanche in quel momento. Sapevo a cosa stavamo andando in contro e al rischio che correvamo, ma probabilmente finché non avessi raggiunto una situazione davvero rischiosa, non avrei mai avuto sul serio paura.
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You again- un cuore in due
ChickLit"Ma guarda chi si rivede... Ciao Milady, ti sono mancato?" Taylor è un'adolescente all'ultimo anno di liceo con un passato poco piacevole alle spalle: suo padre è scomparso da due anni e ormai tutti lo credono morto. Da allora la ragazza non vede p...