15. Il ritardo

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"Meno male che lo pensi."

Mi alzai, vidi l'orologio che segnava le 07:00.

Aprì la porta e andai giù in cucina.

Trovai la colazione già pronta, come sempre.

Davanti a me c'era una brioche al cioccolato, latte e caffè, adoro.

Sentì dei passi che provenivano dalle scale.

Era quella strega di mia sorella.

Non mi salutò, ricambiai.

Finita la colazione, sparecchiai e andai di sopra per vestirmi.

Prima andai in bagno per lavarmi.

"Alex, fai in fretta. Sono le otto meno un quarto." Disse mia madre.

"Prendo lo zaino e arrivo."

Poco dopo...

"Eccomi, vado in macchina intanto."

"Va bene, prendo la borsa e arrivo." disse mia madre.

Aprì la porta di casa e andai in macchina.

Accesi il motore e aspettai mia madre.

Dopo qualche minuto, uscì dalla porta di casa e entrò in macchina.

"Andiamo"

Arrivai a scuola alle otto precise.

"Speriamo che il professore non sia arrivato."

Trovai la porta della classe chiusa e inizia a preoccuparmi.

I miei professori odiavano gli alunni che arrivavano in ritardo a scuola.

Bussai e sentì una voce da dentro che rispose:"Avanti."

Aprì e vidi tutta la classe con la testa sui libri.

"Buongiorno professore, scusi il ritardo."

"Buongiorno signorino Stern. Solo le otto e cinque, puntuale la prossima volta per favore."

"Ok, scusi ancora."

Pazzo di te (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora