47. La parabola

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"Mmmh non vedo che stai molto bene, ti è successo qualcosa?" Mi domanda ancora.

"No" rispondo trattenendo la rabbia.

"Sicuro?"

Ancora? Ma sei idiota o cosa?! Se ti rispondo molto freddo, smettila di fare domande no?

"Ti ho detto che non ho nulla. smettila ora Alexia!" Dico sfogandomi.

"Oh... Scusa"

Era ora! E sta zitta una buona volta.

Mi metto seduto vicino a Lucas con la speranza che almeno lui stia...

"Ciao Alex!"

Come non detto.
Perchè tratti tutti male? Abbiamo capito che è prima mattina ma non puoi odiare tutti.
Bene, ci si mette anche il mio cervello adesso. Comunque si che posso.

"Ciao Lucas." Decido di rispondere.

"Allora hai fatto i compiti?"

"No Lucas" comincio a trattenermi senza neanche guardarlo in faccia.

"Come mai?"

"Non avevo voglia Lucas."

La smetti di chiamarlo sempre?
Sta zitto anche te.

"Ok ti lascio stare..." Disse.

"Grazie, sei un vero amico in questi casi." Dico facendo l'occhiolino.

Ignorante.
Sparisci per l'amor del cielo. Mi stai urtando.

Finalmente la lezione inizia, per prima c'era matematica.

Decisi di pensare a Clarissa in quel momento perciò guardai un punto fisso e cominciai a pensare a tutti i momenti passati insieme.

"Signorino Stern, può venire alla lavagna e far vedere ai suoi compagni come si disegna una parabola?" Disse la professoressa di matematica.

In quel momento ci fu del silenzio, tutta la classe erano con gli occhi su di me.

"Nessun problema" dissi

Mi alzai e andai alla lavagna, calcolai i punti e disegnai la parabola sul piano.

La professoressa rimase a bocca aperta e la campanella segnò la fine dell'ora.

"Arrivederci professoressa."

Dissi uscendo

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