79. Per sempre.

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Come promesso, due giorni dopo fui dimesso dall'ospedale.
Clarissa è sempre venuta a trovarmi negli orari di visita, ha addirittura saltato la scuola una volta.

Tornai a casa, con un cerotto sul fianco, la ferita faceva ancora male, ma nulla di grave per fortuna. Anzi, sono contento che quel verme sia in galera in questo momento.

Mio padre mi portò a casa insieme a Clarissa. Appena aprì la porta, trovai mia madre e Federica che stavano discutendo.

-Non va bene così!

Disse mia madre

-Non spostarlo da quella parte!

Disse Federica.

-Ma che cazzo succede?

Gridai.

Rimasero sbalordite quando sentirono la mia voce.
Guardai in alto e vidi uno striscione con scritto "BENTORNATO!!" con dei palloncini sul soffitto sparsi per tutta la casa.

-Emh, siete serie?

-Hai visto? per colpa tua ha scoperto tutto.

Disse Federica.

-Ora mi stai dando la colpa?

Domandò mia madre.

-Ma la volete smettere? dio mio siete così insopportabili, quasi quasi me ne torno in ospedale.

-Hai ragione, comunque bentornato fratellone!

-Non sono partito per chissà dove, a cosa serviva tutto questo? spiegatemi.

Chiusi la porta.

-Beh, volevamo farti una sorpresa.

Disse Federica.

-Che siete riuscite a rovinare.

Disse mio padre.

-Sentite smettetela tutti quanti. Grazie per la sorpresa, vogliamo riunirci tutti insieme per pranzare? certo che sì perché ho fame. Si, andiamo, tutti al tavolo forza!

Dissi ridendo.

-Ma certo, venite pure, il pranzo è pronto.

Dopo pranzo, Clarissa mi accompagnò fuori a fumare, mi raccontò dei suoi voti a scuola, della sua famiglia eccetera eccetera.

-Ti ringrazio davvero per essermi stata vicino.

-Tutto questo l'ho fatto perché ti amo, non devi ringraziarmi.

Buttai la sigaretta e la baciai.
Dio le sue labbra, erano la fine del mondo.

-Resterai per sempre al mio fianco?

-Per sempre.

Pazzo di te (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora