49. La pace

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Tornai al posto vicino a Lucas.
Ad un tratto vidi Alan che si stava dirigendo verso di me.

Che diavolo vuole questo ora?
Magari vuole semplicemente parlarti, ricordati come lo hai trattato fuori.
Sta zitto te, se lo meritava. Se non urlasse o facesse delle battutine idiote non era successo niente.
No, tu vorresti che il mondo facesse silenzio in ogni momento della giornata.
Esatto, vorrei che anche tu facessi silenzio.
Sono il tuo cervello, come potrei.

"Hey" mi dice lui prendendo una sedia mettendosi vicino a me.

"Hey." Dico io.

"Senti, volevo scusarmi per prima, ho capito di aver esagerato, lo so che ho il brutto vizio di fare battutine e di urlare mentre parlo."

A ma lo sai eh.
Ti sta parlando, prova ad ascoltarlo.
Cosa sto facendo secondo te? Stò giocando a tennis mentre parla?

"Perciò ti chiedo scusa..." Dice lui guardandomi negli occhi.

"Non preoccuparti. Ti chiedo una cosa"

"Dimmi tutto" dice lui.

"La mattina taci." Dico facendo un sorriso da ebete.

"Ah ok" risponde con una risatina.

L'ha presa per uno scherzo?
Cosa pretendi, che si metta a piangere?
Perché sei sempre in mezzo alle palle te?
Sono il tuo cervello parte 2.
Ah già.

Dopo aver risolto la discussione, Alan torna suo posto per iniziare la lezione di psicologia.
Finalmente dopo 20 minuti la professoressa si è decisa ad entrare.

Pazzo di te (in revisione) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora