Sguscia in fretta fuori dalla stanza, poggiando le piante dei piedi lungo il pavimento freddo e risvegliandomi piano da quella strana sensazione che per poco tempo mi aveva fatta sentire fuori dalla realtà.
Infastidita dal dolore sommesso proveniente dal morso, sollevai la mano e con delicatezza lo sfiorai con le dita sentendo qualcosa di umido.
"Porca miseria" urlai a nessuno, sola nel corridoio grande e senza una fine.
Guardai le dita sporche di rosso e decisi che prima di capire cosa succedesse, sarebbe stato meglio andare a darmi una pulita; presi un respiro cercando di calmarmi e mi avviai lungo il corridoio fino a raggiungere seconda porta del corridoio, dove stava la mia stanza.
Vicina alla sua sussurrò una vocina dentro di me.
"Forse anche troppo" parlai ad alta voce scocciata.
Avrei preferito stare a una distanza che mi permettesse di prendere fiato dal suo comportamento lunatico e glaciale.
"Con chi stai parlando Lottie?" chiese una voce stranita.
Quella voce riuscii a riportarmi con i piedi per terra così scossi il volto e mi rivolsi verso la ragazza che aveva parlato. Natalie stava in piedi, con i capelli neri mossi liberi di ricaderle docili lungo le spalle, a scrutarmi.
"Niente Nat, assolutamente niente. Non dovevo crescere? Bhé io ci ho provato e a lui invece non ho capito che cazzo è successo. Quindi per adesso puoi tenerti i tuoi consigli e le tue frasi glaciali per la mia infantilità per te" risposi apatica ma delusa di aver trovato sulla mia strada proprio lei, avrei preferito trovare il bambino angelico, non la sorella del diavolo.
Mi portai una mano sulla fronte e sospirai. Non me la potevo prendere con lei per ciò che non aveva fatto, però la mia voglia di interagire con qualcun altro era sotto i piedi e avevo bisogno solo di qualche attimo per riprendermi dall'ennesima botta che Vegah mi aveva procurato con il suo comportamento.
"Lascia perdere quello che ho appena detto Natalie davvero" feci un gesto con la mano, come se cacciassi via quanto detto prima "ora vado a ripulirmi."
Andai avanti cercando di superare il suo sguardo colpevole e dispiaciuto, che mi faceva venire voglia di scagliarle contro qualcosa. Da quando ero arrivata in quel posto non aveva fatto altro che guardarmi in quel modo, non riuscivo a sopportarlo.
"La sala principale è al secondo piano, riuscirai a trovarla in fretta, in fondo tutti andranno lì ti basta seguire la folla"mi bloccai davanti la mia camera "scusami Lottie."
Feci un piccolo cenno ed entrai dentro la mia stanza, chiudendo con forza la porta alle mie spalle, andai verso l'armadio e presi un paio di jeans neri aderenti, e una maglietta viola con le maniche ti pizzo trasparente.
Poggiai i vestiti sul piano di marmo del lavandino , presi un fermacapelli legandomi le ciocche ribelli in una crocchia morbida e mi spogliai per poi infilarmi dentro la doccia, beandomi del getto dell'acqua calda lungo il corpo. Poggiai la testa di lato lungo le piastrelle e mi abbracciai stanca.
Il calore dell'acqua calda non bastava però a riscaldarmi, perché il freddo era di nuovo tornato ad avvolgermi; solo lui sapeva mandarlo via, fare indietreggiare i mostri che avevo dentro e farmi sentire libera di essere me stessa.
Digrignai i denti e diedi un pugno sconfitto contro la parete.
Maledizione Vegah.
Perché niente poteva essere semplice? Perché tutto doveva sempre essere complicato?
Perché è sempre tutto complicato, ciò che sembra semplice è falso.
Presi qualche goccia di sapone e inizia a sfregarmi la pelle facendo attenzione al collo, per paura che la ferita appena rimarginata non si riaprisse.
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The red thread. The Alpha's Prisoner
WerewolfHighest Ranking #1 in lupimannari per varie volte e anche adesso nel 02/04/2017 Prima storia completa, sequel in corso. (Grazie a chiunque dedicherà un po' del suo tempo, buona lettura!) Lottie ha dovuto da lungo tempo scendere a patti con i suoi...