Iniziai a piangere come una bambina, lasciando che tutta la disperazione che avevo provato sgorgasse via. Pulendomi, risanandomi.
Il tocco della mia lupa sembrò scaldarmi dentro, senza più infliggermi dolore e sofferenza. Iniziai a rimpiangere tutti gli anni passati a scappare da lei e da me.
"Non voglio. Non voglio più cedere, non voglio più che siano loro a controllare tutto, non voglio più essere io l'unico ostacolo per me stessa" mi aggrappai alle sue spalle, quasi usandole per rimanere a galla "Voglio essere in grado di andare avanti, di rendere la mia vita degna di essere vissuta. Voglio essere in grado di aiutare le persone a cui tengo di più...voglio diventare un sostegno e non essere più un ostacolo."
Lei mi strinse al suo petto con dolcezza e iniziò ad accarezzarmi i capelli con calma "Niente ti ferma Lynette. Tutti stanno solo aspettando te" mi rassicurò "Non devi cedere così facilmente al tuo passato o ne verrai inghiottita. Se proprio devi cedere appoggiati su qualcuno, nessuno ha mai detto che devi fare tutto da sola "sorrise "Da quello che abbiamo notato non sei ancora totalmente capace di occuparti di tutto da sola e non c'è niente di male, devi solo imparare a fidarti un po' di più di chi ti sta intorno."
Annuii, assimilando le sue parole "Non avrei mai pensato di riuscire a farlo di nuovo...ci ho sempre provato ma i risultati hanno dimostrato il contrario" mi allontanai un po' da lei per essere in grado di parlarle guardandola in viso "Sono sempre stata convinta di aver superato tutto, quando invece era proprio il contrario" sospirai delusa "Ho perso così tanto tempo..."
"E ne avrai altrettanto di tempo se non di più per recuperare tutto. Pensa a chi nemmeno dopo secoli è riuscito del tutto a fidarsi di qualcuno."
Il suo riferimento era anche troppo chiaro per non capire a chi si stesse riferendo.
Il respiro mi si spezzò "Vegah..." sentivo il petto stringersi in una morsa e nuove lacrime iniziare a farsi strada dentro di me.
Sentivo quasi un vuoto, avevo bisogno di vederlo, di toccarlo di nuovo. Volevo aiutarlo, essere lì per lui in quel momento così difficile.
Volevo essere quella persona in grado di stringerlo tra le braccia e fargli dimenticare di tutte le difese che doveva mantenere: volevo essere il suo luogo sicuro, in cui poteva dimenticarsi di tutti i doveri e gli obblighi che aveva.
"Ho sbagliato tutto..."dissi, rivivendo ogni momento trascorso con lui nella mia mente e capendo in realtà tutta la colpa che avevo.
"Si tesoro, ma nemmeno lui è stato propriamente uno stinco di santo nei nostri confronti. Direi che siamo pari no?" mi diede un buffetto affettuoso sulla guancia.
Riuscì a strapparmi una risata "Direi di si...a mia difesa posso dire che ho qualche secolo in meno di lui."
"Direi di si" mi sorrise.
Presi un respiro profondo e mi guardai intorno "Questo esattamente non è il posto migliore in cui io sia stata, sicuramente nemmeno il peggiore ma...in che modo possiamo uscirne fuori?"
Si fece seria "Ti ricordo che in questo momento in circolo nel nostro organismo è presente un veleno. Ho cercato di tenerlo incapsulato il più possibile, ma non sono riuscita ad evitare che si diffondesse completamente" mi osservò cauta "Ora è arrivato il momento in cui devi dimostrare al tuo compagno e al tuo branco che sei forte e in grado di essere una guida."
"Mi riderei in faccia da sola al pensiero di me come guida" feci una smorfia per nulla convinta " Però ora so che non sarò da sola" le presi una mano stringendogliela "In qualche modo riuscirò a sopravvivere."
"Farà molto male, non posso negarlo" arricciò le labbra per nulla contenta.
"Non dovresti incoraggiarmi? Se me la poni in questa maniera mi fai venire voglia di correre via" sbuffai.
"Soffrirò anche io, quindi non mi sento in condizioni di rassicurare nessuno. Sto solo avvisando" si scusò.
"Va bene" mi sdraiai sul piano freddo e distesi i muscoli per rilassarli il più possibile "Possiamo iniziare."
Lei chiuse gli occhi e la realtà intorno a noi si tinse di rosso.
Vegah's POV
Era trascorso un altro giorno e il battito di Lynette non sembrava voler dare cenni di miglioramento.
Non mi ero spostato da quella sedia, aspettavo pazientemente un segno che mi dimostrasse di non aver fatto l'ennesimo errore irreparabile della mia vita.
La sua pelle era fredda e il suo corpo immobile, come se ormai ogni traccia di vita fosse volata via da lei.
"Lottie...devi svegliarti"dissi in un sussurro mentre le accarezzavo il volto "Ti lascio tutto il tempo che vuoi, l'importante è che torni da me."
Mi sporsi verso il suo corpo esanime e poggiai le labbra sulla sua fronte, facendomi avvolgere dal suo dolce odore.
Mi bloccai quando sentii una nota aspra alterare la sua solita fragranza in maniera acuta e prorompente.
Il veleno sta iniziando ad agire.
Il mio sguardo divenne attento non più lontano e velato dalla possibile perdita.
Non è rimasto a ristagnare all'interno dell'organismo pensai dando mentalmente voce a un delle mie precedenti congetture Se fosse stato questo il caso sarebbe morta, invece ora...ora ci sono buone probabilità. E' entrato in circolo.
Con quella piccola speranza, mi lasciai andare a peso morto sulla sedia prendendo il primo vero e profondo respiro da giorni.
C'era ancora una possibilità e io avrei puntato tutto su quella.
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The red thread. The Alpha's Prisoner
Manusia SerigalaHighest Ranking #1 in lupimannari per varie volte e anche adesso nel 02/04/2017 Prima storia completa, sequel in corso. (Grazie a chiunque dedicherà un po' del suo tempo, buona lettura!) Lottie ha dovuto da lungo tempo scendere a patti con i suoi...