"Questo non è..."
"Questo non è cosa Lynette?" disse l'altra parte di me "Non è la stessa cosa che hai fatto tu? Solo perché non puoi vedermi davanti ai tuoi occhi a prendere ogni tuo rifiuto, allora vuol dire che tutto va bene? Che tutto è perfetto, che non fai nulla di male?"rise senza il minimo divertimento sempre più seria e cupa.
Iniziò a girarmi intorno come uno squalo. Avrebbe potuto divorarmi in qualsiasi momento e io glielo avrei lasciato fare.
Ero immobile e persa sempre di più, mentre iniziavo a lasciarmi sommergere da tutto ciò che più cercavo di lasciarmi alle spalle.
"Una piccola Lynette stava agonizzante sul pavimento, intorno a lei solo due paia di gambe la sovrastavano e il volto della bambina si alzò di più per andare a incontrare i volti di quelle due figure" iniziò a raccontare come una favola il mio incubo "Disperata non capiva cosa stava succedendo, sentiva le ossa dentro di sé essersi sbriciolate in tanti piccoli pezzi e un dolore agonizzante renderla quasi farneticante. I tremiti della bambina creavano tanti scricchiolii sempre più udibili in quella piccola casa immersa nel bosco, chiusa al mondo esterno" il tono diventava sempre più dolce, rendendo impossibile l'ascolto di quella che stava diventando un tetro racconto della buona notte "Poca luce illuminava quella scena, quasi a volerla tenere chiusa tra quelle mura, come un segreto impronunciabile. Gli occhi disperati della bambina cercavano aiuto negli occhi di chi l'aveva cresciuta guidandola in ogni suo passo, almeno fino a quel momento."
Prese un respiro profondo fermandosi ai miei piedi e poi continuò "Adesso quelle stesse persone le sembravano due sconosciuti, fermi e distanti. Dai loro sguardi trapelava disgusto, che rendeva i tremiti e i singhiozzi della bambina sempre più forti. I genitori della piccola Lynette iniziarono a chiamarla mostro e ad addossarsi a vicenda la colpa di quella tragedia, finché non arrivarono a un'unica soluzione che sembrò stipare una nuova pace tra i due coniugi. Una pace che però avrebbe richiesto dei sacrifici..."i suoi occhi si legarono ai miei "la bambina."
"Ma per loro...quella non era più una bambina, tanto meno la loro di bambina. Troppo vigliacchi però per sbarazzarsene da soli, presero il corpo traviato della piccola Lynette e lo trasportarono nelle profondità del bosco tinto d'inverno" poggiò la mano su una mia caviglia "Immersa in quella distesa di bianco e desolazione, nessuno avrebbe udito le urla strazianti della bambina. Così dopo un ultimo sguardo a quella che un tempo era loro amata figlia scomparirono nella notte."
Delle lacrime calde e sofferenti mi solcarono il volto, in un misto di rabbia, dolore e rassegnazione.
"Nessuno di loro udì le urla della povera Lynette, nessuno di loro due volle ascoltare. Si finsero sordi e lasciarono che fosse la natura a reclamare la sua vita."
Non avevo mai saputo come aggiustare tutte le crepe che mi dividevano, il modo nonostante tutti quegli anni mi era sconosciuto.
"No Lynette, non ti è sconosciuto. Tu stai solo accettando la realtà che ti hanno imposto quei due esseri senza darti alcuna possibilità. Vuoi accettarla davvero? Vuoi lasciare che cancelli ogni cosa, anche il tuo futuro?" disse sprezzante "Perché se sei convinta di questo allora fa un favore a tutti, smettila. Smetti di dibatterti per poi lasciarti lasciarti andare ogni volta, smettila di reagire se ogni volta non riesci mai a farlo davvero! Sei solo una codarda, che non riesce a fare niente se non rimanere sdraiata a terra immobile a piangere. Quella bambina non è mia cresciuta, non è mai riuscita ad andare avanti e tu la stai tenendo imprigionata. Adesso è solo colpa tua!"
Sentii l'ira montarmi dentro, portando i miei muscoli inerti a muoversi con dolore e in quel momento accettai quel dolore come una benedizione. Rendeva reale ogni cosa, tutto quello che era successo e tutto quello che stava succedendo.
Non era solo un incubo, non era soltanto qualcosa di irreale con cui la mente mi torturava.
Era tutto maledettamente vero.
Sollevai il busto completamente mentre l'altra parte di me continuava a fissarmi.
"Si sono stata codarda e allora? Cosa vuoi? Come potevo accettare una cosa del genere? Non l'ho mai accettata, ho passato ogni anno a scongiurare che fosse tutto un sogno fin quasi arrivare a convincermene. E allora? Che c'è di sbagliato in questo?" sputai fuori tutto con rabbia "Come posso accettare una cosa del genere? Come posso accettare che i miei genitori mi abbiano fatto questo? Come posso accettare l'essere quello che sono se è proprio quello che mi ha portato a tutto questo? Come?"dissi ormai quasi senza fiato.
Lei portò con calma le mani verso il mio volto, lo afferrò con sicurezza e allo stesso tempo con tenerezza "Puoi accettare tutto questo iniziando ad accettare quello che sei, iniziando a capire che tutto ciò che hai intorno è andato avanti. Quel tutto che avevi perso adesso è stato rimpiazzato con affetti e sicurezze più stabili di quante non ne avessi mai avute prima e la bambina ormai è diventata una donna. Quindi adesso ti chiedo...vuoi davvero buttare tutto quello che hai in memoria di qualcosa che ormai non esiste più?"
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Piccolo pezzo aggiunto...in seguito tutti questi frammenti li unirò.
L'ho pubblicato così presto come ringraziamento per tutte le vostre parole di incoraggiamento e per il fatto che nonostante tutto continuate a seguire questa storia.
Un bacio
AlphaWhite
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The red thread. The Alpha's Prisoner
Kurt AdamHighest Ranking #1 in lupimannari per varie volte e anche adesso nel 02/04/2017 Prima storia completa, sequel in corso. (Grazie a chiunque dedicherà un po' del suo tempo, buona lettura!) Lottie ha dovuto da lungo tempo scendere a patti con i suoi...