Speak

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Vegah's POV

Avevo passato l'ultima ora a scacciare le ultime tirapiedi di Katja e ad accertarmi sulla salute dei membri del branco, che erano tornati dopo aver imparato la lezione.

Mai fidarsi di poche belle parole, soprattutto se a dirle è il tono dolce come il veleno delle fate.

Tu non ti fideresti nemmeno della tua stessa specie commentò piccata una vocina fastidiosa che si insinuava tra i pensieri.

Sospirai stanco e mi avviai verso la stanza di Lynette nella speranza di vederla sveglia, o almeno di trovarla raggomitolata tra le lenzuola, i capelli chiari come i raggi della luna sparsi sul cuscino e il volto sereno con le labbra appena dischiuse...

Rabbrividii di desiderio davanti a quell'immagine così ben delineata che mi stava facendo impazzire; avevo bisogno di sentire il suo respiro che sereno si poggiava sul mio petto, del suo corpo contro il mio che diffondeva un tepore tanto agognato.

Aprii la porta della sua camera e quello che scorsi all'interno non mi stupì per la scena ma bensì per il luogo in cui stava avvenendo, aveva del tutto frantumato le mie aspettative, infastidendomi in parte.

Kyle si staccò in fretta da Zero, a cui fino a pochi istanti prima era avvinghiato, come se qualcosa l'avesse appena bruciato, mentre l'altro continuava a guardarlo voglioso con le dita strette a pugno e le labbra tumide.

Alzai un sopracciglio e decisi di lasciare perdere. Non erano questione che mi riguardavano.

Spostai lo sguardo sul biondino che sembrava annegare nel suo imbarazzo e senza troppi complimenti gli chiesi ciò che mi premeva maggiormente "Dov'è Lottie?"

Lui alzò il volto di scatto, nei suoi occhi leggevo la preoccupazione che mi portò ad irrigidirmi "Moccioso se non ti affretti a rispondermi ti finisce male" dissi tagliente.

Zero si parò davanti a lui, come a volerlo proteggere e ciò portò sia me che Kyle ad aggrottare le sopracciglia perplessi.

"Lei è uscita poco fa...Non ho idea di dove sia andata, ma non appena ha saputo che le fate erano andate via è corsa fuori dalla stanza" mi rispose scostando infastidito il mio beta che gli si stagliava davanti.

Sospirai passandomi una mano sul viso, esasperato "Possibile che non riesca a stare ferma per più di cinque minuti"borbottai scocciato, per poi girarmi e uscire.

"Quello che hai visto poco fa...non è come sembra!"protestò la voce del moccioso bloccandomi.

Scrollai le spalle, senza voltarmi indietro "Non sono affari che mi riguardano, anche se credo che non tutti qui siano proprio d'accordo con te."

Mi chiusi la porta dietro e vagai per i corridoi alla ricerca di Lottie lasciando i due ai loro problemi personali, scocciato da tutto quel via vai di persone che si muovevano gioiose per i corridoi: alcuni cercavano invano di avvicinarsi per ringraziarmi ma li scacciavo con un gesto netto della mano. Non avevo né tempo, né voglia per perdermi nei loro ringraziamenti fin troppo esagerati.

Vagavo per le varie stanze della grande casa nella speranza di trovarla, finché un'idea, che avevo inizialmente scartato, mi sovvenne presuntuosa.

Puntai dritto verso le scale con passo sempre più svelto, sempre meno metri mi allontanavano dalla mia camera ed era proprio lì che speravo di trovarla, anche se una parte di me mi incitava sempre con maggiore piacere a credere che lei mi avesse abbandonato avendone l'occasione a portata di mano.

Ma il mio lupo placava i miei dubbi, sentendo la presenza di Lottie sempre più vicina e quando ormai mi ritrovai davanti alla porta della stanza riuscii a percepirne la sua presenza all'interno e a sentirne il dolce odore vanigliato. Chiusi gli occhi tornando a respirare normalmente di nuovo, di gran lunga sollevato.

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora