Point of view

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Quella notte aveva scelto per entrambi di saltare la cena insieme al resto del branco e di rimanere nella mia camera, in modo che io riuscissi a riposare e gliene fui estremamente grata.

Mi sentivo sempre troppo stanca, sempre troppo debole...stare chiusa tra quelle mura non mi faceva bene, non con tutti i pensieri e i ricordi negativi che sembravano aver preso sopravvento.

"Da quanto tempo non assumi la tua vera forma Lynette?" chiese pacato Vegah accarezzandomi la schiena in pigri cerchi.

Eravamo sdraiati sul letto, io con il volto appoggiato al suo petto e con il braccio intorno ai suoi fianchi mentre mi rilassavo.

"Non ricordo nemmeno l'ultima volta in realtà" risposi sincera, accorgendomi in quell'istante del tempo che avevo passato senza trasformarmi, senza intrufolarmi nel manto verde dei boschi, con la pelliccia a ricoprire il corpo e la sensazione dell'aria fredda che sferzava il mio muso davanti alla mia corsa incessante. L'ultima volta era stata prima che io venissi rapita, prima che lo scompiglio iniziasse a intrufolarsi nella mia vita.

"Sei un'irresponsabile"la sua mano si fermò " il tuo fisico ne risente, questo è il motivo della tua stanchezza. Stai opprimendo una parte di te" disse scocciato, per poi sospirare e alzarsi in piedi, dandomi una splendida visione delle sue spalle grandi e definite.

Lo guardai inarcando le sopracciglia, senza la minima intenzione di alzarmi a mia volta. Volevo rimanere con lui ancora un po' prima dell'arrivo della fate, che di sicuro avrebbero destabilizzato i progressi che cercavamo di portare avanti.

"O ti alzi da sola, o ti trascinerò Lynette" mi minacciò sorridendo divertito "E sappiamo entrambi che ne sarei capace."

Non c'era bisogno che aggiungesse una cosa tanto ovvia, per quanto mi infastidisse.

Sbuffai "E per andare dove?"

"Fuori. Hai bisogno di dare libero sfogo alla tua lupa e se non lo farai finirai per stare sempre peggio" spiegò veloce senza ammettere ulteriori repliche "Con l'arrivo imminente delle fate non puoi permetterti di essere debole. Non ho bisogno che al minimo scatto d'ira tu perda il controllo."

Mi sollevai sulle braccia "Questa cosa vorrebbe dire? Pensi già che ci siano alte possibilità che accada?"

"Non sono probabilità è una sicurezza."

Mi lasciai cadere contro il materasso "E tu ovviamente non mi renderai la cosa più semplice vero?"

"Non posso pensare al tuo carattere irritabile e alla tua difesa in un momento come quello" disse improvvisamente rigido "Non dirmi che hai bisogno della mia protezione per reggere questo confronto."

C'era una chiara provocazione nascosta dietro quella frase, non una nota di preoccupazione.

Alzai il volto nella sua direzione socchiudendo gli occhi "Mai" strinsi i denti.

Ricambiò il mio sguardo, felice e allo stesso tempo orgoglioso della mia risposta "Bene, allora datti una mossa."

"Non possiamo farlo domani?"mi lamentai rannicchiandomi sotto le coperte, ancora non pronta a lasciare quel tepore piacevole.

Lui scosse il volto con un sorriso indolente, si avvicinò a me, mi afferrò per la vita ignorando le mie proteste e mi buttò di peso sulla sua spalla "Hai bisogno di essere in forze per starmi dietro, non vorrai diventare inutile."

Gli diedi un pugno sulla schiena nervosa "Non mi prendere in questo modo, non sono mica un salame!"

"Oh lo so, in quel caso saresti stata molto più silenziosa"sbottò.

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora