Reason

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*Leggete alla fine nota importante*


"Cosa?" sussurrai.

"Non andare via Kyle"la voce straziata di Zero raggiunse le mie orecchie come la più cupa delle melodie.

Non scherzosa, non furba, non maliziosa. Quella voce non apparteneva allo Zero che ero solito vedere da anni.

Quello mi costrinse a voltarmi confuso verso di lui, rinunciando alla rabbia che prima sembrava avermi inghiottito nella sua coltre.

"Non andare via, non voltarmi per uscire da quella porta" simile a un lamento continuò imperversa a travolgermi.

Non capivo il perché di quel cambio repentino, perché fosse avvenuto proprio in quel momento tra i più svariati.

"Perché?" mi limitai a dare forma all'unica parola che era riuscita superare il grande subbuglio che si era andato a creare nella mia mente.

"Hai ragione. Ti ho ignorato, sono stato con altre donne senza permettere a te però di fare altro se non lo stare a guardare"i suoi occhi inchiodarono veritieri i miei "Ero consapevole di ciò che facevo in ogni momento, ogni volta che incrociavo il tuo sguardo ferito sapevo cosa stavo facendo" strinse le mani in due pugni rigidi "Ma non posso Kyle, non posso permettermi di sbagliare un'altra volta."

La sua confessione priva di fondamenta la percepii come un suono stridente.

"Cosa vuol dire un'altra volta?" sussurrai quasi allarmato.

Strinse le labbra rigidamente prima di sospirare e rispondermi "Non..."si bloccò prima di prendere un respiro profondo e continuare "Ti ricordi cosa  successo la prima notte in cui ti sei scontrato con la tua prima fata?"

Riportai alla mente quel ricordo, che fino a poco prima avevo condiviso con  Lottie "Si, stavo per fare qualcosa di altamente stupido e tu me lo hai impedito."

Annuisce veloce "Ti ricordi quindi di quella fata" disse rigido "Alisia" pronunciò il suo nome con profondo rancore e vuoto.

Un fulmine a ciel sereno sembrò colpirmi e la preoccupazione iniziò ad assalirmi facendomi istintivamente avvicinare a lui "Cosa è successo? La conoscevi già?"

Se mai fosse successo qualcosa tra i due, tutti l'avrebbero saputo. Niente all'interno del branco sembrava poter rimanere segreto a lungo -eccezion fatta per l'aura misteriosa che ricopriva il nostro Alpha-, come in una grande famiglia tutti sapevano tutto di tutti. O almeno per la maggior parte delle cose era sempre andata in quel modo. Era questa la nostra forza; rivelare i nostri passati, rivelarci per ciò che eravamo e ci aveva segnati, accettandoci l'un l'altro nonostante tutto. Strega, licantropo, vampiri, qualsiasi cosa tu fossi qui non esisteva nessuna distinzione nessun odio, nessuna divisione causata dalla razza. Eravamo tutti uniti, tutti facevamo parte dello stesso branco.

Mi incuriosii particolarmente, concentrandomi solo su lui e ciò che stava per dirmi, piuttosto che i sui miei drammi interiori. Decisi di metterli momentaneamente da parte.

"Quello che sto per raccontarti è qualcosa che non deve uscire fuori da questa stanza. Non amo parlarne, ne ricordare quel periodo della mia vita. Ero giovane, fin troppo ottimista."

"Niente uscirà da questa stanza" promisi solennemente e poi gli feci un cenno spronandolo a continuare.

"Diciamo che io non fui propriamente cacciato via dal mio branco come è successo per molti..." si avvicinò al muro appoggiandosi contro di esso e si mise le mani dentro le tasche dei jeans "Avrò avuto diciassette anni all'epoca" aggrottò le sopracciglia con un sorriso leggero dipinto sulle labbra "Non avevo alcun problema, ero in rapporti pacifici con tutti i membri del mio branco e rispetto ai più non avevo grandi ambizioni. Diciamo che mi bastava rimanere tranquillo e mantenere un rapporto quieto con tutti" guardò per terra "Non mi importava diventare il beta, ne aspirare a diventare un'Alpha come spesso capita a molti elementi del branco, specialmente nel mio vecchio in cui la Luna era sterile."

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora