Senza controllo

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I minuti passarono, mentre gli accarezzavo i capelli e il mio sguardo vagava disperso nel vuoto.

Nemmeno qualche mese prima sapevo che cosa fare nella mia vita. Stare fuori da casini più grandi di me.

Sorrisi guardando il volto di Vegah che in quel momento sembrava così lontano dalla solita espressione ferma e autoritaria.

Non mi aveva nemmeno dato una mano a riportare i libri in camera, se ne era andato aspettandosi che lo seguissi dicendomi appena due parole.

"Che maleducato" borbottai divertita.

Non avrei pensato di lasciare così tanta libertà a qualcuno nei miei confronti, talvolta mi sentivo proprio diventare un cagnolino ubbidiente.

O forse sarebbe meglio dire, una grande lupa ammaestrata.

Non potei fare a meno di trattenere una risata.

Sicuramente preferivo la situazione attuale, rispetto a quella in cui cercava di massacrarmi fino a ridurmi in lacrime o piena di rabbia. Ora mi lasciava solo confusa.

Bisognava apprezzare quello che si aveva no?

Chissà che faceva Kyle in quel momento, mentre io mi facevo utilizzare felicemente come un cuscino umano. Sicuramente Zero l'aveva legato in una stanza ed era felice quanto lo ero di farsi usare come il suo compagno preferiva.

Mi ero scontrata con lui solo cinque minuti in corridoio prima che schizzasse via come se fosse stato posseduto.

"Non ci puoi credere Lottie" urlò appena mi vide da lontano in corridoio venendomi incontro "Zero è il mio compagno, è lui!" ripeté nuovamente con foga.

"Cosa?!?" gli saltai praticamente addosso mettendo da parte le mie afflizioni, urlai festeggiando con lui che mi fece fare una giravolta.

Quando mi poggiò a terra ammirai il suo volto lucente e sorridente "Oddio Kyle, porta via di qui tutta questa felicità. Questo ottimismo improvviso potrebbe uccidermi."

Si limitò a ridermi in faccia e a darmi una piccola pacca sulle spalle prima di correre via così come era arrivato, lasciandomi sola a pensare di quale sostanza si fosse fatto.

Ne avrei voluta un po' anche io.

Ritornai al presente e continuai ad osservare curiosa Vegah. Solo per dispetto provai a sottrarmi dalla sua presa.

Grugnì infastidito e mi riportò tra le sue braccia, stringendomi ancora più forte di quanto facesse prima. I miei occhi davanti a quel gesto involontario presero a brillare dolcemente.

Chi l'avrebbe mai immaginato fosse un tale coccolone. Dovrebbe dormire più spesso quando siamo insieme, probabilmente eviterebbe di farmi venire un infarto diverso ogni volta pensai.

Con un dito segnai il profilo della sua fronte, delle sue sopracciglia e poi scesi giù verso le sue guance sentendolo un po' troppo incavate . 

Dovrebbe mangiare di più e evitare di  perdere tutti quei pasti durante le giornate solo per lavorare.

Continuai disegnando il contorno delle sua labbra, toccando sotto i polpastrelli quanto fossero morbide e piene. Chissà se mi avrebbe permesso di toccarlo in quel modo anche se fosse stato sveglio, per così tanto tempo.

Se qualcuno mi avesse visto avrebbe potuto dire senza troppi problemi quanto fosse inquietante il modo in cui lo stavo osservando. Come un'ossessionata.

Si, lui era la mia ossessione.

I minuti passavano e io continuavo a pizzicarlo in maniera dolce, sapendo che da sveglio mi avrebbe incendiato con lo sguardo se lo avessi tormentato così.

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora