Intoppi irrisolti

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Camminavo a testa bassa osservandomi i piedi, cercando di non inciampare.

I libri formavano un muro spesso che mi impediva una visione periferica un minimo decente.

Iniziavo a non sentirmi più le braccia mentre i pensieri sembravano volare via, lasciandomi bianca la mente quasi come se qualcuno avesse attaccato un foglio bianco con lo scotch.

Gradino per gradino con la velocità di una tartaruga centenaria arrivai trionfante al mio piano, senza essermi né persa né imbattuta in personaggi ambigui.

"Non poteva darmene solo due alla volta?" borbottai "Tanto è impossibile che io riesca a leggere due tomi del genere in una serata o meno."

Quando ormai credevo che sarebbe andato tutto bene, qualcosa di veloce e nero mi sfrecciò all'improvviso davanti, facendomi perdere l'equilibrio.

Già nella mia mente mi vedevo cadere sulla faccia spalmata contro il pavimento mentre i libri mi cadevano sulla testa.

Ma così non fu.

Due braccia forti si avvolsero intorno alla mia vita salvandomi da una caduta spiacevole, senza poter evitare però la caduta rumorosa dei libri che mi portò a fare una smorfia sofferente.

"E ora chi lo dice ad Adam che ho lasciato cadere alcune delle sue amate Bibbie" dissi sovrappensiero prima di riscuotermi da quella stupida previsione pessimista.

Girai piano il volto, sollevando il mento per riuscire a specchiarmi negli occhi vitrei del mio salvatore; le guance presto mi si tinsero di un tenero color ciliegia pensando alla figura del cavolo che stavo per fare.

"V-Vegah" balbettai incerta "Non pensavo di vederti così presto" in effetti erano appena le sei di sera, non ero solita vederlo prima del rintocco di mezzanotte per così dire.

Ma nemmeno cenerentola sarebbe mai riuscita ad essere così puntuale.

Lui sospirò "Ogni volta ti ritrovo a spettegolare con quel tuo amichetto o in situazioni improbabili. Mi spieghi cosa ci fai con tutti questi libri a quest'ora?"

Mi schiarii la voce "Una lettura piacevole per rilassarsi passando il tempo?" dissi cercando di convincerlo con un tono più incerto che sicuro.

Alzò gli occhi al cielo, ma le sue braccia non accennarono a lasciarmi così mi limitai ad appoggiarmi contro il suo petto chiudendo gli occhi e inspirando profondamente il suo odore.

"Come è andata oggi la riunione?" il mio tono pacato non accennava a mostrare alcuna emozione che potesse turbare quel breve equilibrio.

Le sue mani mi accarezzarono le braccia, in un gesto che più che parermi dolce sembrava volermi trattenere.

" Tutto è andato come doveva andare" a sua volta mi disse lui del tutto disinteressato.

"Non mi sarei mai aspettata il contrario"dissi provando a non infastidirmi davanti alla sua risposta del tutto evasiva "Cosa hai deciso di fare?"

Sentii il suo respiro caldo lungo il collo, dopo un'istante che mi sembrò infinito le sue labbra si poggiarono contro il mio collo inviando lungo il mio corpo delle fitte di sollievo che mi sembrava di aspettare  da tutta la giornata.

"Ho lasciato che a prendere la decisione fosse il consiglio" strofinò il naso contro il mio orecchio in un gesto delicato.

"Quindi hai lasciato decidere loro?" alzai un sopracciglio per niente convinta delle sua parole.

"Ho dato loro la libertà di decidere tra due possibilità" si limitò a commentare.

Ah ecco. Lui che lasciava prendere le decisioni a qualcun altro? Giammai.

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora