Scars

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Sentii una presenza accanto a me, che mi portò sbattere più volte le palpebre e svegliarmi. La visione di Vegah che mi accarezzava dolce i capelli mi portò a chiuderli di nuovo, godendomi quell'attimo di pace prima di essere sottoposta alla sue domande, che sarebbero arrivate presto. 

"Perché non ti sei fatta trovare dove ti ho detto?" il suo tono era controllato, così come la sua espressione, mentre sereno continuava ad elargirmi quelle che potei definire solo come piccole coccole.

"Perché non sono un cane Vegah. Non è che ogni volta puoi lasciarmi quando vuoi e ritornare secondo i tuoi comodi" risposi tranquilla.

Volevo parlare serenamente con lui senza che a prendere il sopravvento fosse la rabbia e lo sconforto; non avrebbe semplicemente portato a niente.

"Sai chi sono, di conseguenza dovresti sapere che non ho molto tempo disponibile" disse giocando con alcune ciocche dei miei capelli chiari.

Sospirai "Lo so infatti non intendevo questo e tu lo sai bene a cosa mi riferivo.Non sono così egoista e stupida da pretendere tutto il tuo tempo, so quanto carico hai a dosso e soprattutto quanti obblighi hai davanti a un branco così grande."

"E allora cosa mi stai chiedendo?"il suo sguardo di ghiaccio si incastrò con il mio, il volto perfetto incorniciato da delle ciocche di capelli corvine.

Mi sorprese leggere in esso solo pura curiosità e non una presa in giro o la solita indifferenza.

Incoraggiata gli presi una mano e la strinsi tra le mie "Non so bene cosa chiederti, non posso pretendere che tu mi dia qualcosa quando ancora non ti senti pronto; ma in questo modo io mi sento solo come un oggetto per te" sorrisi amara "a volte tu stesso hai sottolineato questo aspetto."

"Tu sei più di un oggetto per me Lynette" sollevò le nostre mani e poggiò le sue labbra su una di esse "ho solo bisogno di avere il totale controllo su tutto"rivelò.

"E' la tua più grande paura vero? Perdere il controllo" chiesi, sapendo già la risposta.

"Se perdi il controllo, soprattutto nella mia situazione, vieni sopraffatto e scartato. Non posso permettermi di distendermi, tutti aspettano da parte mia una mossa falsa"disse rigido "Ma io non commetto mosse false. Non più."

Mi piegai in un cipiglio contrito davanti alla sua freddezza nei confronti del suo stesso branco "Sei così sicuro che riuscirebbero a tradirti da un momento all'altro? Tu hai dato loro tutto, non lo farebbero mai" gli poggiai una mano sulla guancia delicata, non volendo innervosire la bestia senza pietà che si celava dietro la sua calma.

"Non sono così ingenuo da credere che mi siano tutti così fedeli" mi rispose diffidente "E nemmeno tu dovresti credere a una realtà del genere."

Scossi la testa "Non credo più a una realtà del genere da molto, so che le persone sono veloci a voltare le spalle, a lasciarti abbandonata a te stessa nei momenti più disperati e freddi" sussurrai sentendo il gelo penetrarmi nelle vene "Ma non sono così chiusa in me stessa da non vedere la devozione e il rispetto negli occhi altrui."

Vorrei che anche tu mi guardassi qualche volta così aggiunsi a bassa voce dentro me stessa, per paura che lui un pensiero del genere potesse anche solo percepirlo.

"Non ho la presunzione di affermare che tutti non siano degni di fiducia" allungò le braccia afferrandomi i fianchi e trascinandomi contro il suo petto su cui mi appoggiai sorpresa.

"E allora?" segnai dei cerchi immaginare  sulla sua pelle  che la maglietta lasciava leggermente scoperta sotto le clavicole "Perché non ti affidi almeno a chi ritieni degno di fiducia?"

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora