Impotenza

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Vegah's POV

Non ero abituato a stare mani nelle mani. Se qualcosa mi infastidiva la eradicavo, se qualcosa mi preoccupava risolvevo velocemente la situazione, se qualcuno diventava un problema lo uccidevo.

Avevo fatto diventare tutto nella mia vita semplice, funzionale e soprattutto veloce.

Non amavo perdere tempo, il tempo era l'unica cosa che nella vita non avrei mai potuto cambiare, invece ora mi trovavo fermo su una sedia da giorni a 'perdere tempo' e a non poter fare nulla a riguardo.

L'impotenza era una delle più brutte sensazione che nella vita ho mai potuto provare ed infatti è anche una di quelle che quasi completamente nelle mie giornate non esiste più.

Quando ero giovano ero quasi arrivato ad odiarmi perché non riuscivo a portare a termine niente come dovevo o come volevo. Solo quell'odio verso me stesso mi ha fatto andare avanti sempre di più.

Contro tutti quelli che pensano che le emozioni negative non portino a niente pensai beffardo.

Sbagliato.

Ma adesso...

Ogni ora l'angoscia mi saliva sempre di più e mi attanagliava la gola, a me che fino a quel momento creava una minima reazione ora una semplice donna mi aveva portato a quelle condizioni.

Solo che Lynette non era una semplice donna. Se fosse stata semplice mi sarei liberata di lei dopo nemmeno due giorni dalla sua permanenza nella casa del branco.

Invece ero rimasto ammaliato: dalla sua lingua tagliente, dell'ironia con cui rispondeva prontamente ad ogni frase,a come facilmente perdesse la calma nelle situazioni.

La sua ingenuità, la sua forza, la grinta quasi infantile che la irradiava ...erano tutti dettagli di lei che mi avevano catturato.

Qualcuno poteva definire tutte quelle cose solo difetti, ma erano le cose che più di Lynette alleggerivano il mio cuore appesantito dai secoli e dagli errori.

Non sopportavo molto le persone che spesso criticavano i suoi tentativi  quasi imbranati di provare a fare qualcosa. Era giovane e stava imparando tutto velocemente.

Forse era un po' lenta ma...pensai non riuscendo a trattenere un mezzo sorriso.

Se mi avesse sentito mi avrebbe sicuramente riempito di insulti e avrebbe cercato di darmi un pugno in faccia.

Mi rabbuiai subito al pensiero di quanto il nostro branco al momento fosse fragile.

La nostra Luna era in stato di coscienza e così come Kyle stava tra la vita e la morte.

Avevamo appena subito un attacco ben preparato da parte delle fate e dei vampiri e anche Natalie era stata rapita.

Samael era alla ricerca di mia sorella, Zero era accanto al suo compagno e io...

Strinsi la mano in un pugno ferreo.

Neanche io più che ascoltare e dare ordini mi stavo muovendo molto in giro per controllare le acque.

Maledizione iniziai ad imprecare.

Non potevo permettere ai nostri nemici di pensare che fossimo deboli ne permettere ai branchi più vicini a noi di sferrare un attacco di opportunità.

Allungai la mano sul letto e sfiorai delicatamente le lenzuola, finché non trovai la mano di Lynette stringendola per cercare di calmarmi.

Aveva riacquistato un minimo di calore, ma eravamo stati costretti ad attaccarla ad una flebo per provare un minimo ad alimentarla e sostenerla.

Sospirai e appoggiai la fronte sul materasso, chiudendo gli occhi.

Promisi a me stesso che il giorno dopo anche se non si fosse svegliata sarei uscito da quella stanza per tenere in riga il branco, compresi i sottogruppi che erano gestiti da i guardiani.

Nonostante sentivo il cuore lacerarsi in tanti piccoli pezzi al pensiero di allontanarmi da lei in quelle condizioni, nessuno mi avrebbe tradito di nuovo sotto il mio naso.  

Se fosse accaduto avrei dato inizio a delle sentenze capitali pubbliche regolari per tutti i traditori oppure...

Avrei preso decisione più drastiche.

Appoggiai il mento sulle lenzuola, per riuscire a posare lo sguardo sul suo volto.

Senza di te a calmarmi Lynette, potrei dare inizio a una strage.

La cosa che da un lato mi preoccupò ma che non mi stupì, fu il piacere che una parte di me provò davanti a quel pensiero.

Forse era la stanchezza, forse era l'impotenza che stavo provando in quei giorni, oppure era la rabbia che accumulavo da secoli e che sempre di più stava regnando dentro di me.

Iniziavo sempre più  a tenere un controllo immaginario su me stesso e questo pensiero che ogni giorno diventava una certezza sempre più concreta mi faceva infastidire.

Insieme ce la faremo, come abbiamo superato ogni cosa il mio lupo venne in mio aiuto facendomi sentire la sua presenza e aiutandomi a controllare l'inferno che m'infuriava dentro.

Inspirai profondamente l'essenza della mia compagna, prendendo anche se da così poco di lei tutto ciò di cui avevo bisogno per andare avanti.

Non siamo più soli pensammo io e lui contemporaneamente.

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Allooooooora....ho avuto una settimana di merda...il mio cane è stato investito e ho passato davvero dei giorni tremendi...nella sfortuna siamo stati fortunati ce l'ha fatta a sopravvivere!! Quindi riuscirò a passare un bel natale per fortuna.

Questo capitolo è dedicato a Vegah, per farvi entrare più in confidenza con lui e non solo vederlo come lui in rapporto a Lynette.

Penso che farò altri capitoli così.

Buona serata e un abbracio

Un'AlphaWhite completamente esausta.


The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora