Don't go

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"Che ti prende?" sbottai nervosa entrando nella camera di Vegah.

"Cosa mi prende?"si avvicinò, spingendomi contro il muro "Eri stretta tra le sue braccia."

Sbattei le palpebre più volte "Per quello? Ma stavamo solo scherzando, Kyle è solo un mio amico."

E anche gay aggiunsi tra me.

Mi prese il volto in una mano stringendolo e costringendomi a fissarlo "Non mi importa cos'è Lynette. Tu sei mia"disse imperioso, il tono della voce basso e rigido "Non puoi avere degli atteggiamenti del genere con un tuo amico, a meno che tu non voglia che gli succeda qualcosa."

Gli poggiai la mani sul petto e lo spinsi via, scostandomi dalla sua presa, ora arrabbiata e incredula "Ma ti senti quando parli? Mi hai davvero minacciata?"

Lui era indifferente davanti alla mia reazione, come se non avessi detto niente.

Risi stizzita "Sei serio?" socchiusi gli occhi "Non provare mai più a farlo."

Mi prese una mano e mi gettò sul letto.

"Che diamine..."atterrai sul materasso morbido reggendomi sui gomiti.

Poggiò un ginocchio sul letto tra le mie gambe e si sporse sopra di me "Tu ordini qualcosa a me Lynette?"i suoi occhi erano diventati due abissi tumultuosi "Tu non hai parola, puoi solo stare zitta e annuire davanti a quello che ti dico, senza protestare" le afferrò di nuovo il volto con una mano "Evita di entrare così in contatto con lui e con qualsiasi altro maschio. Ci siamo capiti?"

Lo sfidavo in silenzio, senza dargli una risposta, provocandolo.

"Di chi sei Lynette?"le afferrò i polsi, alzandole la mani sopra la testa, tenendola giù, contro le lenzuola.

Fissavo i suoi occhi di ghiaccio senza dargli soddisfazione "Di chi sono Vegah?" sussurrai sensuale il suo nome mordendomi le labbra, con il cuore che sembrava impazzire alla visione del suo corpo muscoloso teso sopra di me.

Si abbassò sul mio corpo e affondò il volto contro il mio collo "Il tuo odore..." la sua mano libera mi accarezzò la coscia salendo lento più su "hai a dosso una mia maglietta"ringhiò mordendo il mio collo "amo il mio odore su di te."

Gemetti quando la sua mano afferrò con forza il mio sedere, facendomi inarcare verso il suo petto.

"Baciami" chiesi implorante.

I suoi occhi bruciavano la mia pelle "Di chi sei Lynette?"

"Solo tua" dissi trattenendo il respiro,sperando che colmasse in fretta quella distanza che sempre mi uccideva.

"Brava piccola, ora ti farò stare tanto bene e tu urlerai il mio nome."

Le sue labbra premettero fameliche sulle mie, mentre la sua lingua si infilava prepotente tra di esse possedendomi.

Strinsi i pugni, sofferente di non poter toccare la sua pelle, di poter disegnare le linee scolpite e definite del suo corpo con le mie dita, mentre il calore si diffondeva pressante lungo il mio corpo e io mi lasciavo andare a lui in un muto piacere.

Lenta la sua mano andò a sbottonare i miei jeans e ad abbassarne la cerniera; quando capii le sue intenzioni mi irrigidii.

Lui strofinò dolce il naso contro il mio collo, inspirando profondamente il mio odore quasi a volerlo fare suo "Rilassati, fidati di me"la sua voce sicura portò il mio corpo a rilassarsi, ormai fuori dal controllo della mia mente.

La sua mano si infilò sotto il tessuto che lo separava dal mio punto più delicato, iniziando a torturarmi con le sue dita sicure e sfrontate.

Fremetti, muovendomi cercando un contatto maggiore con il tocco che mi confondeva e mi faceva perdere il controllo delle mie azioni.

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora