Nightmare

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Ho sempre sperato di trovare quella ragione che mi spingesse a vivere, a tirare avanti con la speranza di un futuro migliore o solo ad avere qualche aspettativa migliore per il giorno dopo.

Da quella lunga notte d'inverno in cui rimasi a fissare il cielo notturno quasi stregata, immersa nel freddo del manto innevato, aspettavo che qualcuno mi indicasse la via per uscire dalla solitudine, da quel pozzo nero in cui ero stata gettata tanto tempo prima da chi doveva amarmi di più, che mi aveva tolto una casa, come se fossi spazzatura o una cosa rotta da buttare o solo un problema in meno con cui convivere.Mi chiedevo molto spesso come tutto potesse essere accaduto in una manciata di secondi; avevo tutto e pochi minuti dopo niente. Come era possibile?

La solitudine diventava più opprimente, implacabile e difficile da sfuggire, perché i ricordi mi tormentavano straziandomi; giorno dopo giorno mi uccidevano lentamente, anche se pensavo di essermi risollevata, di essere cresciuta e diventata più forte la realtà era ben diversa.

Alzarsi camminare e vivere, ogni mattina mi svegliavo con questo programma; vivere senza uno scopo, sperando ogni giorno di trovarlo, o almeno di diminuire il dolore di ogni più piccola delusione con l'ironia, alzandomi intorno difese sempre più alte.

La notte tutto svaniva, la falsa allegria, le cose da fare per non pensare e i muri venivano distrutti; mi ritrovavo sola con me stessa, i miei pensieri e le stelle.

Aprii gli occhi di scatto, con le pupille che saettavano da un angolo all'altro alla ricerca di qualcosa di familiare; il panico iniziò a prendere il possesso della mia mente, mentre una linea gelida sembrava paralizzarmi sul posto.

Mi sembrava di essere finita in una notte perpetua, dove la luce non poteva giungere, se non quella del lume di candela che sembrava solo rendere ancora più raccapricciante l'oscurità in cui era immersa la stanza .

Mi avvolsi intorno le braccia cercando di proteggermi da tutto quello che stava accadendo; la convinzione di fuggire si faceva sempre più forte, ostacolata però dalla paura di aver nuovamente perso tutto, di essere di nuovo punto e capo in una vita che in realtà sembrava il gioco riprovevole di una mente perversa.

Chiusi gli occhi e presi un respiro profondo, mentre grazie al mio olfatto percepii un odore che mi mandò fitte languide di piacere in tutto il corpo; era il suo odore.

L'impotenza di fronte alla situazione in cui mi ero ritrovata iniziò ad assalirmi, la soppressi però sul nascere. Nessuno sarebbe venuto a salvarmi, a tirarmi fuori di lì.

Splancai le pupille in quelle tenebre, con le dita tremanti andavo a cercare quello che stava diventando l'inizio di un incubo.

Tastai con delicatezza il collo alla ricerca dei piccoli fori creati da quel morso tanto feroce, una lacrima solitaria mi solcò la guancia alla conferma che non era stato solo un incubo.

La mia espressione rimaneva però imperturbabile. Non c'era tempo per piangere, non avrebbe portato a niente e di sicuro non mi avrebbe trascinato fuori da quella situazione.

Scostai il lenzuolo.

Almeno quell'animale mi ha lasciata vestita pensai, osservandomi ironicamente.

Buttai i piedi fuori dal letto, assottigliai lo sguardo percependo un rumore di passi lievi, felini e appena udibili; mi voltai di scatto e allo stesso tempo la porta si aprì.

Ogni muscolo del mio corpo si irrigidii davanti alla figura che mi si parò davanti bloccando ogni mio tentativo di fuga.

Capelli neri gli ricadevano sul volto possessivi come se volessero nascondere i suoi lineamenti fin troppo perfetti a sguardi altrui; il viso affilato che non lasciava posto a nessuna dolcezza era reso ancora più terrificante e insensibile da quelle pupille serpentine. Delle stalattiti affilate parevano aver raso al suolo qualsiasi fonte di calore potesse illuminare quell'abisso ghiacciato che erano i suoi occhi. Le labbra piene e rosee erano distese in un sorriso agghiacciante, che non lasciava posto a nessun fraintendimento riguardo le sue intenzioni; non sarei stata lì in villeggiatura, quello era poco ma sicuro.

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora