Because

20.9K 954 58
                                    

Natalie's P.O.V

Raggiunsi Samael quasi correndo in corridoio, prima che salisse le scale così da scomparire dalla mia vista. Avevamo appena finito la riunione, con cui Vegah ci aveva avvertiti di ciò che sarebbe successo nei seguenti giorni e in cui ci aveva ordinato di mostrare un preciso comportamento distaccato nei confronti degli ospiti, in maniera da non essere però sospettabili. Dovevamo tenerci pronti, senza però mostrare di esserlo.

"E' più facile che un predatore assalga la sua preda quando è più indifesa" il tono pacato e sicuro di Vegah riempiva la stanza, portando l'attenzione di ognuno su di lui "Se ci mostriamo poco informati è più probabile che Katja cerchi di trarre la situazione a suo favore, rivelando più informazioni di quelle che dovrebbe dare" sorrise come un predatore fin troppo sicuro delle mosse della sua gazzella"Il suo peccato più grande è la presunzione e noi sfrutteremo questo suo punto debole."

Il toro che dà del cornuto all'asino pensai alzando gli occhi al cielo.

La conversazione perse il mio interesse e i miei occhi saettarono nell'angolo più remoto della stanza dove ero sicura di trovare lui. I miei occhi ispezionavano famelici ogni centimetro del suo corpo, dalle grandi spalle muscolose, ai bicipiti solidi, a quel viso affilato che sembrava essere stato scolpito sul granito e rabbrividii sentendo una fitta nel basso ventre.

Lo voglio è mio guaì la lupa dentro di me.

E' nostro le risposi.

Irrigidii le braccia lungo i fianchi e continuai ad osservarlo finché una spinta non mi fece quasi cadere.

"Ahi!" sollevai il volto verso Vegah "Puoi fare attenzione quando ti sposti no?"

Lui sollevò un sopracciglio "Tu puoi fare attenzione alle mie convocazioni Natalie, sei uno dei membri più anziani del branco, dovresti servire d'esempio."

Colta in fallo sbuffai mettendo il broncio "Si si lo so."

Gli strappai un sorriso e poi con un cenno mi indicò l'uscita "Sbrigati se non vuoi perdere il tuo principe."

"Ah ah ah molto simpatico!"

Scosse il volto bonario lanciandomi un'ultima occhiata e uscì dalla stanza; quelle erano le poche e rare occasioni in cui mi trattava davvero come se fossi sua sorella e non un'estranea, era come fare un tuffo nel tempo, quando mi riprendeva per le più piccole cose. Tutto questo cambiò per colpa di ciò che accadde secoli or sono...

Il panico iniziò ad assalirmi al ricordo, ormai ero diventata però talmente brava da riuscire a tenerlo sotto controllo solo grazie a dei respiri profondi.

Mi pizzicai il braccio e corsi verso l'uscita.

"Fermati Samael!" urlai.

Sapevo che aveva percepito la mia presenza, sapevo anche che proprio per questo non si sarebbe mai fermato.

Scattai verso di lui e gli afferrai il braccio in una presa solida "Fermati maledizione!"

Tutto il suo corpo si irrigidii sotto le mie dita"Che cosa vuoi Natalie?" chiese tenebroso, senza nemmeno voltarsi verso di me.

Strinsi le labbra in una linea sottile, quasi delusa davanti al fastidio che provava davanti alla mia presenza.

"Cosa voglio? Davvero me lo chiedi? Dovrei essere io a chiederti il perché di questo fastidio che provi nei miei confronti, a chiederti perché scappi ogni volta che ci vediamo, perché tu mi rifiuti nonostante tu sappia chi sono io per te" mi intristii improvvisamente ripensando a tutti gli anni che avevamo passato facendo in quel modo, anzi quanti anni avevo passato nella speranza che finalmente mi guardasse "Tu sei il mio mate."

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora