Guardami

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Vegah's POV

Sospirai stringendo tra le mani il lenzuolo sterile dell'infermeria.

L'odore di ammoniaca in quella stanza mi faceva quasi bruciare le narici, l'unica salvezza era l'odore dolce di Lynette. Solo quello rendeva sopportabile il dormire su una stramaledettissima sedia.

Ormai quanti giorni erano?

Mi raddrizzai, sollevandomi da quella posizione che era inumana per dormire.

Avrei potuto renderla una tortura. Dormire per 60 giorni in quell'orribile posizione.

Stai iniziando a lamentarti come qualcuno di nostra conoscenza disse il mio lupo, sbadigliando dentro di me.

Ti assicuro, lei avrebbe pensato anche di peggio risposi cogliendo a chiaramente il riferimento.

Non poté fare a meno di concordare con me.

Sollevai lo sguardo sul viso su Lynette e con rammarico notai che non era cambiato niente.

Un altro giorno e un'altra notte erano passate e i suoi occhi ancora non si erano aperti. 

Serrai le labbra. Una decisione è una decisione mi feci presente comunque per niente convinto.

Dovevo tornare a tenere un controllo ferreo fra le linee del branco, ormai non potevo più prendere altro tempo. Quel pensiero istigò dentro di me una fitta acuta di dolore, ma evitai di concentrarmi troppo su quel dettaglio, lo ignorai proprio. Mi sarei dovuto allontanare da lei.

Accarezzai dolcemente la pelle morbida e fresca della mia compagna, traendo piacere da quel piccolo contatto prima di costringermi ad alzarmi dalla sedia. Non riuscivo a smettere di poggiare il mio sguardo su di lei, sperando che improvvisamente si svegliasse, iniziando a parlare a vanvera.

Sospirai pensando a quanto stessi diventando patetico.

Mentalmente chiamai una delle infermiere prima di andarmene. Non potevo lasciare Lynette completamente sola.

 Una ragazza fin troppo giovane -forse quasi maggiorenne?- si presentò quasi correndo al mio fianco stringendo al petto una cartella.

"Buongiorno Alpha cosa posso fare per lei" disse con il fiatone e chinò il capo in segno di rispetto.

La osservai un po' perplesso, prima di parlare.

"Ti sto affidando la mia compagna" concentrai il mio sguardo pungente su di lei in avvertimento e la vidi rabbrividire "Se qualcosa dovesse accaderle durante la mia assenza ti riterrò personalmente responsabile."

Lei strinse con forza le mani sulla piccola cartella con gli appunti che teneva stretta al petto, quasi fosse uno scudo.

Mi trattenni dall'alzare gli occhi al cielo.

Non capivo com'era possibile una cosa del genere. I giovani di questa nuova era mi stavano davvero sui nervi. Nessuna spina dorsale, nessuna voglia di prendersi alcuna responsabilità e pronti a farsela addosso senza alcun motivo.

Dovevo iniziare ad impartire degli addestramenti più rigidi? 

Prova a spaventarla davvero mi incitò il mio lupo, tremando di piacere al pensiero.

Se dovessi accontentare tutte le tue perversioni mi ritroverei pugnalato ogni notte in un punto diverso pensai lasciando trapelare tutto il fastidio che provavo nel dovermi trattenere.

Sbuffò e tornò a tacere come sempre dentro la mia testa senza però mai smettere di scrutare con attenzione ogni cosa che ci circondava.

A differenza dei giovani del branco che stavano ancora cercando di prendere confidenza con i loro lupi senza sapere bene quanto spazio dargli o ignorandoli del tutto, noi anziani sapevamo che non c'era niente da capire.

The red thread. The Alpha's PrisonerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora