Quando sei un bambino tutto è più facile. Immagini come sarà il tuo futuro e la tua mente vaga in ogni luogo e in ogni cosa possibile. Poi cresci e tutte le tue aspettative svaniscono in un secondo. Mi chiamo Camila Cabello e ho 17 anni. Vivo a Miami con i miei genitori e la mia sorellina Sofia che ha 6 anni. Frequento il liceo e sono considerata una delle più brave alunne che abbiano mai varcato i cancelli. Faccio parte del comitato studentesco, anzi sono la presidentessa e sono anche membro della squadra di pallacanestro femminile della scuola, per essere più precisi il capitano. Amo il basket, lo pratico da quando ero piccolissima, mio padre essendo un ex giocatore mi ha trasmesso tutta la passione che ora ho. Giocare per me non è solo divertirsi o rincorrere un pallone per metterlo nel canestro, ma è divertimento, sacrificio, forza di volontà e spero un giorno, finito il liceo di poter continuare la mia carriera come professionista. Leggendo tutto questo penserete che la mia vita sia perfetta, una famiglia che mi vuole bene, la scuola che mi adora e per lo più brava nello sport. Ma non è così, perchè nonostante io abbia tutto questo mi manca una cosa importante: l'amore. L'amore quello vero, quello che ti fa battere il cuore, quello che quando finisce ti distrugge ma almeno sai che lo hai vissuto fino in fondo e ti fa sentire vivo, quell'amore che fino ad adesso non ho mai provato. Direte che sono ancora giovane e che la vita è ancora lunga per me e a 17 anni è difficile trovare una cosa del genere ma io non voglio aspettare. Voglio vivermi la vita a pieno, vivere ogni singolo secondo e minuto come se fosse l'ultimo, sentirmi viva in ogni mio aspetto, non lasciare che le occasioni mi passino davanti e lasciarle andare solo perchè sono giovane.
" Mila ti dai una mossa o devo portarti in braccio?" - esclamò Dinah risvegliandomi dai miei pensieri-
Dinah era la mia migliore amica, lo eravamo sin da quando ci siamo viste la prima volta all'asilo. Ci conosciamo da una vita e nonostante ci siano stati degli alti e bassi come in tutte le amicizie per me lei è come una sorella. Mi è stata vicino in ogno momento della mia vita, da quelli tristi a quelli divertenti, sa tutto di me, per lei sono un libro aperto e la stessa cosa vale per me. Gioca insieme a me nella squadra ed è il vice capitano.
"Arrivo China...dammi un secondo" - China era il soprannome che le avevo dato all'asilo perchè non sapevo chiamarla Dinah e da allora è rimasto sempre quello-
"Il coach ci aspetta e sai che se arriviamo in ritardo sono 10 giri di campo in più..e oggi le gambe non mi reggono...quindi MUOVITI!!" - disse sollecitandomi-
Raccolsi il quaderno e la matita buttandoli di fretta nello zaino, raccolsi la borsa e senza neanche accorgemene sbattei addosso a qualcuno, facendole cadere tutto a terra. Mi abbassai subito per cercare di rimediare e raccogliere le cose ma quella voce mi fece subito bloccare. Alzai la testa e la vidi lì, infatti non mi ero sbagliata.
" cosa c'è non sai neanche camminare adesso Cabello?" - disse con il solito tono sprezzante e di sufficienza con cui trattava tutti-
Lei era Lauren Jauregui, la stronza della scuola, colei che tutti o meglio quasi tutti temevano, dipendava dal fatto se le eri simpatica o meno. Io non facevo parte della prima categoria e per questo ogni nostro incontro era un'odissea. La conoscevo dalla prima liceo e devo dire che non era così. Con gli anni era diventata acida, cattiva, ce l'aveva con il mondo. Al suo seguito aveva sempre due "serve" che la appoggiavano in tutto e facevano sempre quello che lei voleva. Erano chiamate il "trio medusa" perchè come la medusa nelle storie dell'antichità con un solo sguardo potevano immobilizzarti. Erano benestanti e quindi credevano di poter permettersi di fare quello che volevano. Loro chiedevano e subito, gli veniva dato. Io ero l'unica che sapeva tenerle testa, non avevo paura di lei anzi e questa cosa non poteva sopportarla. Non poteva neanche sopportare il mio successo a scuola, il fatto che io ero nella squadra e lei no, il fatto che io ero presidentessa e lei no. Per anni ha cercato di soffiarmi il posto ma mai riuscendoci.
" Oh Jauregui sei tu..." - mi alzai lasciando tutto a terra- "mi scuserai se non raccolgo le tue cose ma sai...vado di fretta..." - le comunicai con un sorrisino-
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Forever Yours
FanfictionI simili si cercano. Gli opposti si attraggono. Le anime gemelle si trovano. "Dicevano che l'amore non esisteva ma noi siamo stati la prova vivente della loro bugia. Nessuno avrebbe mai scommesso su te e me perchè eravamo semplicemente gli opposti"