Capitolo 13

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LAUREN POV'S


L equilibrio è una situazione precaria, facilmente volitiva ma difficilmente trattenuta. Si cerca lequilibrio nella vita, nei pensieri, nei movimenti. Si cerca di avere equilibrio perchè potremmo cadere e farci male e nessuno sarà lì a sorreggerci.


Le mie aspettative caddero in un battibaleno, appena vidi di fronte a me una scena che mai avrei sperato di vedere ma che purtroppo dopo gli ultimi avvenimenti mi aspettavo. Dietro a quel vetro c'era lei, Camila, insieme a quel ragazzo, che continua a ripetere essere solo un amico. Il mio unico desiderio in quel momento era quello di mettere in moto ed andare via ma i nostri occhi si incrociarono e potei vedere la sua faccia sorpresa se non quasi impaurita.

"Lauren..." - disse molto imbarazzata appena scesa dalla macchina - " Camila....Austin" - accennai con la testa -

Un silenzio imbarazzante cadde tra noi. Camila continuava a fissarmi, Austin fissava Camila ed io fissavo il marciapiede.

"allora io vado" - ruppi il silenzio - "no!" - replicò decisa mentre Austin la guardava perplesso - " Austin...grazie per la serata...sono stata bene....ci sentiamo ok?" - lo liquidò poi - "ah...ehm..si " - non si sarebbe aspettato un due di picche - " a domani..." - le diede un bacio sulla guancia e se ne andò -

Eravamo rimaste sole. Nessuna delle due parlava, anche se ino stri occhi incatenati avrebbero potuto parlare da soli. Mi era piaciuto come l'aveva appena trattato ma ancora non avevo capito per quale motivo ci fosse uscita se sapeva che mi dava fastidio e che abbiamo litigato pesantemente per questo. Solo ora potei accorgermi di quando fosse bella. Indossava un vestito nero  che esaltava il seno con il pizzo, la pochette argento ed i capelli sciolti che accarezzavano la sua schiena. Tutte e due eravamo immobili.

"vuoi entrare?" - intervenne poi - " i tuoi dormono...." - feci notare le luci spente- " vieni in camera mia..facciamo piano " - sorrise - " non credo sia una buona idea.." - precisai - "mi manchi" - si avvicinò a me facendomi appoggiare sul bordo del cofano dell'auto mentre lei si inserì tra le mie gambe -

"ho visto quanto ti sono mancata" - risposi acida - " ho solo bevuto un drink" - le sue mani cinsero il mio bacino - " se con uno che ti sbava dietro e che pensa posso esserci qualcosa...questo perchè tu glielo hai fatto credere..." - mi alterai - " Lauren" - la sua mano si appoggiò sulla mia guancia sfiorandola - "mi sembra di averti dimostrato quello che sent per te e quanto ci tengo no?" - annui debolmente - "è solo che...vederti vicina a qualcuno che non sono io mi manda in bestia" - abbassai lo sguardo imbarazzata - "ehi guardami..." - afferrò il mio viso tra le sue mani - "io sono tua" - i suoi occhi nei miei - "tua..." - ripetè prima di lasciarsi andare ed incastrare le sue labbra con le mie. Quanto era bello baciarla. -

"che ne dici se entriamo?" - propose prendendomi la mano  facendo sì che la seguissi verso la porta- "fai piano però che i miei non si devono svegliare"

Entrammo in casa furtivamente, come se fossimo delle ladre. Ci togliemmo le scarpe per fare meno rumore ma era tutto buio ed inevitabilmente non conoscendo bene la casa, andai a sbattere contro qualche mobile, imprimendomi sicuramente qualche livido che si sarebbe visto il giorno seguente. Dopo un tragitto che sembrava un percorso ad ostacoli, arrivammo nella sua stanza.

"dormi con me vero?" - chiese in tono retorico - " e i tuoi? non penso sia il caso che domani mattina mi trovino qui.." - dissi sorridendo - " beh...possiamo uscire presto e andare da qualche parte prima della scuola..." - disse mentre si cambiava mettendosi il pigiama e non potevo che essere distratta dalle forme perfette del suo corpo - " veramente domani mattina devo andare da una parte..." - mi guardò confusa - "vorrei passare da mio fratello..." "ti accompagno" - esclamò nel modo più naturale possibile, pensando poi a quello che aveva detto - " cioè...sempre se ti va.,.." - quando era agitata era ancora più bella - "vieni qui..." - le sorrisi allargando le braccia cosìcchè potesse accoccolarsi su dime che nel frattempo mi ero distesa sul letto - "sai perchè sono qui?" - scosse la testa - "mio fratello..." - alzò gli occhi guardandomi stranita - " quando mi hai inviato quel messaggio...ero in ospedale da lui...e ha visto che appena ho letto il tuo nome sul display...sul mio viso si era stampato un enorme sorriso..." "quindi lo sa?" - chiese stupita - " sì...sa anche chi sei...ti aveva già visto a scuola...e niente...abbiamo parlato un pò..." - continuai a spiegarle accarezzandole i morbidi capelli castani -

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