Capitolo 12

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La si riconosce una ragazza distrutta. Una di quelle che hanno il cuore pieno di fori e l'anima in fiamme. La si riconosce dal modo in cui guarda le persone, le cose, il mondo. Le guarda con occhi stanchi, quasi come se osservare tutto quello schifo, la rendesse vulnerabile. La si riconosce perchè ha gli occhi lucidi, che chiedono aiuto. Gli occhi che urlano a squarciagola. Gli occhi di Lauren erano spenti, come se non avesse più voglia di lottare, come se ormai si fosse arresa.

Eravamo in ospedale da quasi 3 ore ormai. Lauren era stremata, aveva pianto fino a che non ha retto più e si è addormentata sulla poltrona nella stanza di Chris. La lasciai dormire, almeno riposava un pò.  Le condizioni di suo fratello non erano cambiate, per ora era stabile. Andai alle macchinette per prendermi un caffè mentre mia madre mi aveva già chiamato decine di volte perchè voleva tornassi a casa. Non l'ascoltai. Lauren ora aveva bisogno di me più che mai e non l'avrei mai lasciata sola. Tornai nella stanza e vidi suo padre dalla parte opposta a dove c'era Lauren che parlava con Chris.

"salve" - dissi avendo paura quasi di essere inopportuna - " oh ciao" - non so se mi avesse riconosciuto, c'eravamo visti mezza volta - " sono un'amica di Lauren...non so se.." - spiegai ma mi interruppe - "si mi ricordo...eri a casa mia..." - sorrise debolmente per poi tornare a dedicare le sue attenzioni a suo figlio - " le va un caffè? così li lasciamo riposare...entrambi..." - rivolsi la testa verso Lauren e l uomo annuì. -

"come mai sei qui? di solito mia figlia non permette a nessuno di avvicinarsi a suo fratello..." - disse mescolando debolmente il caffè - " sono qui per starle vicino...è tanto da affrontare da sola...ed ha bisogno di me..." - l uomo sbuffò - " si vede che non vi conoscete da molto...." - scossi la testa confusa- "Lauren non ha bisogno di nessuno se non di sè stessa" - continuò - "con tutto il rispetto signore....penso che anche lei non conosca molto bene sua figlia...." - replicai sicura mentre l uomo spalancò gli occhi - "senti ragazzina...." - disse acidamente - "Camila...mi chiamo Camila..." - lo corressi - "Camila...tu credi di conoscerla perchè? perchè pensi che lei ti voglia bene, che le importi di te? Vedrai con il tempo...non le importa neanche della sua famiglia..pensa di te..." - gettò il bicchierino nel cestino mentre io rimasi sconvolta dalle sue parole - " e anche se state insieme non cambia nulla..ne ho visti tanti come te...ed ora dove sono?" - spalancai la bocca incredula - "lei sa che...cioè noi..." - balbettavo - " state insieme? no ma l'ho immaginato...se no non ti avrebbe permesso di stare qui....mia figlia non è lesbica...a mia figlia piace il brivido ed essere trasgressiva...quindi non illuderti sei una delle tante...che usa e poi getta via..." - mi faceva male sentire parlare suo padre in queesto modo della persona che amavo - " Lauren non è così...Lauren ha un cuore a differenza sua...e se avesse perso due minuti del tempo per conoscerla e non biasimarla di quello che è successo a sua moglie e asuo figlio a quest'ora tutto sarebbe diverso....quindi la smetta di trattarla così..." - gli urlai contro mentre li scoppiò a ridere - " che succede?" - Lauren arrivò da dietro - " tieni a bada le tue amichette..." - si rivolse contro di me con disprezzo mentre se ne andò tornando in stanza - " scusa è che non potevo sopportare dicesse certe cose di te...ma è sempre tuo padre...scusami" - abbassai lo sguardo mentre lei me lo rialzò sorridendo timidamente - " è la cosa più lontana ad un padre per me ora...non preoccuparti...anzi grazie..." - accarezzò il mio braccio - "vuoi qualcosa?" - le chiesi indicando le macchinette ma lei scosse la testa - "come stai?" - domanda più sbagliata non poteva esserci - " come se mi avesse strappato il cuore e ci avessero saltato sopra..." - disse distrutta sedendosi su una delle sedie li  vicino - "Lauren...." - mi avvicinai - "forse dovresti tornare a casa...farti una doccia...c'è tuo padre qui..." - proposi - "non posso" - esclamò secca - " non posso lasciarlo qui..." - la voce triste - "non puoi fare niente ora Lauren...dobbiamo solo aspettare..." - alzò il volto guardandomi dritta negli occhi - " perchè sei qui?" - chiese quasi stupita - "ho saputo di tuo fratello e sono venuta per starti vicino" - il suo sguardo era perso, come se non avesse nemmeno capito cosa le stessi dicendo -

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