Capitolo 2

22.9K 1.1K 378
                                    

Non avevo mai fatto caso a quanto fosse cambiato il quartiere negli ultimi anni. Alcune case erano state abbandonate, altre nascondevano le persone che fuggivano dal loro continente. Molti bambini erano orfani ora. Ma non la mia famiglia.

Eravamo ancora tutti uniti, eccetto per mio padre. Prima che morisse, l'anno scorso, noi eravamo una famiglia forte. Eravamo conosciuti nel nostro continente e probabilmente anche in tutto il mondo, dal momento che sia mio padre che i miei fratelli erano tre dei membri più importanti della gang del nord America. Tutto questo fino a quando lui non morì.

Era morto a causa di una bomba gettata contro I Selvaggi. Dopo la sua morte, I Feroci si indebolirono e si sgretolarono. Il leader più importante era morto e i resti della gang giacevano in rovina. Fu così che iniziò la rivalità. Non appena venne annunciata la morte di mio padre, I Feroci ne approfittarono per iniziare un massacro a Londra. Nessuno sapeva esattamente il numero di morti, ma Seth mi aveva detto che ne furono circa duemila.

Cercai di scacciare via questi pensieri, realizzando di essere già arrivata al supermercato. Spensi la macchina e poi uscii dal veicolo.

Entrando nel supermercato, mi accorsi che tutte le persone iniziarono a guardarmi. Tuttavia, non ci diedi molto peso, poiché tutti sapevano chi fossi, per cui ero abituata a ricevere sguardi. Oggi, sembravano solo esserne di più del solito.

Quando arrivai al reparto giusto, afferrai il latte e cercai di ignorare gli sguardi delle persone; mi stavano guardavano in molti poiché qualcuno aveva probabilmente messo in giro delle voci false; tuttavia, i loro occhi sembravano colmi di compassione. Così, iniziai a preoccuparmi.

I miei fratelli non ci avevano chiamate oggi. Cosa era successo? Mi affrettai ad andare alla cassa; non c'era molta fila per cui riuscii a posizionare subito le mie cose sulla superfice in movimento mentre la cassiera mi rivolgeva uno sguardo preoccupato.

"Pago io," disse, infilando il latte nella busta, prima di porgermela.

"Scusami?" Dissi, analizzando il viso della donna. La sua pelle era pallida, i suoi capelli castano chiaro e i suoi occhi color nocciola.

"Posso pagare io. Ne state già passando tante," disse, prendendo il suo portafoglio e mettendo i soldi in cassa.

"Non voglio sembrare maleducata, ma. . . ci conosciamo? Non mi sembra giusto lasciar pagare i miei alimenti ad una sconosciuta."

"È solo del latte," mi corresse, rivolgendomi un sorriso. "Ed è un piacere per me, conosco i tuoi fratelli, e tuo padre," disse, facendomi l'occhiolino.

Guardai il suo nome sulla targa. Delle piccole lettere blu dicevano 'Annie'. Non l'avevo mai vista prima d'ora ma, a quanto pare, conosceva Seth ed Elliot.

"Ora vai, stanno arrivando altri clienti e non credo approverebbero questo mio gesto," disse, afferrandomi e stringendomi entrambe le mani.

Scossi la testa e poi uscii dal supermercato.

I miei fratelli non mi avevano ancora chiamata oggi. Molteplici volte mi avevano detto di non chiamarli perché erano probabilmente impegnati con degli affari importanti, ma l'ansia iniziava ad avere la meglio su di me. Tuttavia, sapevo di non poterli chiamare, così decisi di andare in banca.

Il viaggio verso la banca durò più del solito, ma non mi dispiacque poiché era da settimane che non uscivo. Non appena parcheggiai la macchina, controllai il telefono per vedere se Seth o Elliot, o persino mia madre, avessero chiamato. Ma niente. Nemmeno un messaggio. Sospirai e rimossi le ciocche di capelli che si erano posate davanti agli occhi.

Mi tolsi la cintura e afferrai il portafoglio sul sedile del passeggero. Uscii dalla macchina e iniziai a dirigermi verso la banca. Passai davanti a un'edicola e decisi di prendere un giornale, nel caso la fila in banca fosse stata molto lunga.

Avevo ragione; c'erano già circa venti persone a fare la fila. Aspettai e aprii la prima pagina del giornale. Parlava del governo dell'America del nord, il quale stava cercando di riavere i suoi diritti, ma sapevamo tutti che non sarebbe successo. La pagina successiva era simile, così come tutte le altre; fino a quando non arrivai all'ultima pagina.

Solo il titolo fu in grado di farmi venire la pelle d'oca. Diceva:

I Selvaggi hanno intenzione di sequestrare la famiglia de I Feroci.


Fissai la foto sotto al titolo; vi era un grande camion con il simbolo de I Selvaggi inciso su di esso, in una città deserta. La foto era così recente quanto terrificante. Guardai in basso per leggere il lungo articolo; c'era ancora molta fila da fare per cui decisi di iniziare a leggere.


"Dopo molti tentativi volti a fare arrendere I Feroci, I Selvaggi hanno deciso di agire. Si dice che, il leader de I Selvaggi, Harlan, voglia rapire i membri della famiglia de I Feroci. Sembrava si trattasse solo di una sorta di minaccia, ma proprio ieri, I Selvaggi hanno inviato un centinaio di uomini in America con la speranza di trovare la famiglia dei I Feroci. Gli insider dicono che il rapimento inizierà la notte del quindici Ottobre."


Rimasi paralizzata, stavano parlando della mia famiglia? Sicuramente, visto che i miei fratelli erano i leader de I Feroci. Ma perché avrebbero voluto rapire proprio i membri della loro famiglia per ottenere una resa da parte loro? Forse si trattava solo di un rumour. E poi, il quindici di Ottobre non era già passato?

Avevo quasi finito di fare la fila, quindi avrei potuto chiedere al dipendente dietro il bancone che giorno fosse. Ma l'ansia mi stava divorando e dovevo scoprirlo subito. Dieto di me non c'era nessuno, così diedi un leggero colpetto sulla spalla di un uomo davanti a me.

"Mi scusi, signore?" Chiesi all'uomo calvo davanti a me.

Lui si girò, aggrottando la fronte. "Sì?"

"Sa dirmi per caso che giorno è oggi?" Dissi, guardando il suo viso rugoso. Osservò lo schermo del suo telefonino prima di alzare di nuovo lo sguardo su di me.

"Oggi è il quindici di Ottobre," disse, rivolgendomi un sorriso, prima di rigirarsi.

Excessive (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora