Capitolo 19

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Lei era morta, lui l'aveva uccisa. Avrebbe potuto fare lo stesso con me in qualsiasi momento.

Il pensiero mi fece rabbrividire mentre i suoi fianchi mi tenevano inchiodata al bancone. I suoi occhi erano completamente oscuri in uno sguardo di follia mentre i miei erano spalancati dalla paura; l'aveva uccisa. Il mio stomaco si contorse mentre il mio battito cardiaco aumentava per la prossimità del suo corpo.

"C-cosa. . .c-come. . .d-dov'è lei?" Balbettai mentre la tensione iniziava ad avere degli effetti anche sulla mia grammatica. Un piccolo sorrisetto si formò sulle sue labbra, e i suoi occhi, dapprima si alzarono verso l'alto, scrutando il soffitto per pensare, e poi tornarono a posarsi sui miei, spaventati e nervosi.

"Mi sono già occupato del corpo, Arabella. Non preoccuparti, non terrei mai un cadavere qui in casa," disse, fingendo di rassicurarmi mentre si leccava lentamente le labbra; non avevo mai notato che le sue labbra fossero così rosse. . .aspettate, perché stavo pensando alle sue labbra? Scossi il capo e ritornai a guardarlo negli occhi, catturando il suo sguardo divertito.

"P-perché l'hai f-fatto?" Chiesi a bassa voce mentre i miei occhi iniziavano a spalancarsi al pensiero della sua risposta. "V-voglio d-dire, p-perché l'hai u-uccisa?" Chiesi in tono sussurrato. "Credevo ti piacesse," dissi, suscitando un forte tuono di risate da parte di Harry.

La sua risata crebbe e lui indietreggiò dal mio corpo, trattenendosi lo stomaco dalle risate. Finalmente il mio corpo venne liberato dalla posizione scomoda in cui ero stata costretta a stare. Ritornò a guardarmi quando la sua risata iniziò a scemare, mentre delle risatine scivolavano fuori dalla sua bocca a distanza di pochi secondi l'una dall'altra. Perché stava ridendo?

"Cosa c'è di tanto divertente?" Chiesi, facendolo sorridere e smettere di ridere. Odiavo quando lo faceva, mi faceva sentire un'idiota e odiavo anche il fatto che mi facesse sentire degradante, indipendentemente da quanto 'potente' lui fosse. Ritornai a guardarlo con uno sguardo confuso mentre lui finalmente si ricomponeva.

"Arabella, quella donna non mi interessava affatto," disse, confondendomi ancor di più; se non gli fosse davvero piaciuta, allora perché avrebbe dovuto portarla a casa dopo esser stato fuori tutta la notte e sopratutto, perché avrebbe dovuto baciarla di continuo una volta arrivati qui? Dai rumori che facevano, sembrava che ad Harry piacesse. Solitamente, se baci una persona è perché ti piace questa persona, giusto?

"Se non ti interessava, allora perché l'hai baciata?" Chiesi mentre i suoi occhi si spalancavano e iniziava a mordicchiarsi violentemente il labbro inferiore. Scosse il capo e prima che potesse dire qualcosa, lasciai che le parole mi scivolassero di bocca, "sono solo confusa perché non riesco a capire il motivo per cui hai portato a casa qualcuno che non ti piaceva."

Sospirò pesantemente prima di dirigersi verso l'altro lato del bancone, per tornare a sedersi sullo sgabello con ancora la colazione calda di fronte a lui. Una volta seduto, tirò fuori una sigaretta dal suo pacchetto insieme all'accendino. L'accese e se la mise tra le labbra.

Espirò fuori del fumo prima di parlare, "sono un uomo, Arabella. Gli uomini non possono vivere senza una cosa," disse, facendomi corrugare la fronte dalla confusione. "Il sesso, Arabella, non posso starne senza, così come ogni altro uomo sulla faccia della terra, non posso vivere senza fare sesso," disse, facendomi spalancare gli occhi, scioccata dalle sue parole.

Ovviamente sapevo cosa fosse, ma la mia conoscenza era limitata. Mia madre non me ne aveva mai parlato perché quando avevo raggiunto l'età giusta per parlarne, aveva avuto i miei fratellini e non voleva che sentissero parole che non avrebbero dovuto sentire. Seth ed Elliot non avevano mai imprecato davanti a me o davanti ai bambini, così toccava ai miei compagni di scuola informarmi ma, dal momento che ero stata mandata raramente a scuola, non ce n'era stata occasione.

Excessive (Italian translation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora