Ansimai, mentre le sue labbra si connettevano alle mie. Le sue mani avvolsero violentemente i miei fianchi, spingendomi e posizionandomi sopra un bancone della cucina. Mi sedetti con le gambe avvolte attorno al suo corpo; ci eravamo già baciati diverse volte prima, ma mai come questa; non in questo modo.
Non sapevo di cosa si trattasse; la passione aveva alimentato il fuoco, mentre le nostre labbra si accarezzavano peccaminosamente. La sua lingua si univa alla mia, mentre i suoi denti tiravano di tanto in tanto il mio labbro inferiore. Io tirai i suoi capelli, facendolo ansimare.
Era tutto sbagliato; sarei dovuta essere arrabbiata con lui per essersi rivolto in modo maleducato nei miei confronti. Solo dieci minuti prima ce ne stavamo dicendo di tutti i colori e ora stavamo praticamente limonando. Il suo umore cambiava continuamente.
"No, fermati, non possiamo fare così, Harry," boccheggiai nella sua bocca, mentre lui ansimava nella mia.
"Perché no? È perfetto," disse, respirando pesantemente.
"Non è giusto, per niente giusto. Fermati," dissi, mentre lui cessava le sue azioni, senza però allontanarsi da me.
"Perché? Arabella, devi parlare con me", disse a bassa voce, con espressione preoccupata.
Rimasi lì, sul bancone, con uno degli uomini più pericolosi al mondo tra le mie gambe, mentre mi mostrava una sorta di affetto. Cominciai a mordicchiarmi le labbra, mentre diversi pensieri mi offuscavano la mente. Harry mi guardò impaziente mentre il mio cuore batteva all'impazzata.
"Me ne hai fatte passare tante, Harry, e lo stesso ho fatto io con te. Non possiamo fare così," dissi, mentre le sue spalle si rilassavano leggermente.
"Questo è il mio modo di ripagarti, Arabella, il mio modo per chiederti scusa," disse, il suo viso a pochi centimetri di distanza dal mio.
"Non sei l'unico ad aver sbagliato, Harry. Come aspetti che io ti chieda scusa?" Chiesi, facendolo sospirare.
"Lasciandomelo fare," disse, avvicinandosi ulteriormente. "Sai che faccio schifo con le parole, Arabella," mi pregò, mentre le sue labbra sfioravano le mie.
"Non so se sono pronta a lasciarmi andare," sussurrai.
"Ti prego," supplicò, posando la sua fronte contro la mia.
Rimasi in silenzio per un momento, con la sensazione della sua pelle contro la mia. Qualunque fosse il piano di Harry, mi terrorizzava, anche se non sapevo di cosa si trattasse. Harry era un uomo pieno di sorprese, ma questa sembrava essere la più snervante e, per qualche strana ragione, la più intrigante.
"Cosa hai intenzione di fare?" Chiesi a bassa voce; ma lui mi aveva ascoltata, lo faceva sempre.
"Ti farò sentire bene," sussurrò, facendomi ansimare nella sua bocca.
"No," dissi immediatamente, mentre lui aggrottava la fronte.
"Perché?" Chiese, mentre le sue spalle si accasciavano ulteriormente.
"No, non posso, Harry. Sono vergine," dissi, mentre lui sembrava rianimarsi un po'.
"Non ho mai detto di voler prendere la tua verginità. Non faremo sesso, uno perché tu non sei pronta e due perché voglio solo farti sentire bene," blandì, facendomi venire la pelle d'oca.
Sin da quando ero piccola, mi era stato insegnato che il sesso si facesse dopo il matrimonio. Personalmente, non avevo mai avuto esperienze in quel campo. Tuttavia, ero del tutto consapevole che Harry non fosse affatto vergine e ciò mi terrificava.
"Harry," dissi contro la sua spalla, mentre le sue mani si posizionavano sui miei fianchi.
"Ti prego, piccola," mi sussurrò, guardandomi dritto negli occhi.
Mi alzò il mento, in modo tale che le mie labbra fossero vicinissime alle sue; allungai leggermente la mia lingua verso la sua e, per un piccolo istante, lui se ne approfittò. Le sue labbra si scontrarono con le mie, facendomi ansimare, mentre la sua esperta lingua invadeva la mia bocca.
Mi lasciai sfuggire un lamento durante i suoi movimenti. Da qualche parte, nel retro della mia mente, una piccola voce mi avvertiva che stavo sbagliando, ma venne subito messa a tacere dal rumoroso battito del mio cuore e dalla presenza di Harry. Sapevo di cosa avevamo bisogno entrambi.
"Vai," sussurrai; riuscivo a malapena a parlare.
Mi guardò con le sue labbra tra i denti, prima di baciarmi. Prima che potessi chiedere cosa avesse intenzione di fare, si mise in ginocchio davanti a me, facendomi spalancare gli occhi. Abbassai lo sguardo su di lui mentre lui lo alzava su di me.
"Te lo prometto, andrò piano e farò del mio meglio per essere delicato. Anche per me è una cosa nuova," mi rassicurò, mentre mi si contorceva lo stomaco.
Le sue mani si infilarono lentamente all'interno dei miei pantaloncini, facendomi rabbrividire. Stavo visibilmente tremendo; ero così nervosa. Mi aveva promesso di andarci piano, ma avevo comunque paura. Cercai di rilassarmi, ma i palmi delle mie mani erano sudati e umidi.
"Calmati, ti prego, voglio che tu ti rilassi, piccola," mi disse, percependo il mio nervosismo.
Mi abbassò i pantaloncini, rivelando le mutandine in cotone. Mi presi mentalmente a schiaffi per non aver indossato la giusta biancheria intima. E non era neanche colpa mia, in realtà, perché non avevo lontanamente idea che questo potesse succedere, ma l'imbarazzo continuava a colorirmi le guance.
"Se l'avessi saputo prima, avrei indossato qualcosa di più decente," dissi nervosamente, facendolo ridacchiare.
"Ti stanno bene, ti fanno sembrare più piccola," commentò, facendomi aggrottare le sopracciglia per lo strano. . .complimento?!
Posò la mano sulle mie cosce nude, facendomi realizzare nuovamente ciò che stesse per accadere. I palmi delle sue mani mi aprirono le gambe in modo tale da far rientrare il suo corpo tra di esse. Glielo stavo davvero lasciando fare, gli stavo permettendo di vedermi. Alzò gli occhi verso i miei con il labbro inferiore tra i denti, e mi accarezzò le gambe.
"Arabella, voglio che tu sia completamente onesta con me. Sto facendo qualcosa di estremamente importante. Se non ne sei convinta al 100%, voglio che tu me lo dica adesso," mi disse, guardandomi fisso negli occhi, mentre ogni sillaba sgusciava via attraverso quelle labbra carnose.
Lo guardai e sospirai. Ne ero davvero sicura? Non ne sapevo molto, ma ne sapevo abbastanza da capire cosa stesse per fare. Volevo farlo davvero, sapendo che magari dopo quello che stavamo per fare. . .non sarebbe stato più lo stesso tra di noi? Sospirai e guardai l'uomo tra le mie gambe.
"Sì," sussurrai.
Non appena finii di pronunciare quella parola, lasciai che i muscoli si rilassassero e che le cosce si aprissero un po' di più. Lo stavo per fare davvero. Le dita di Harry si fecero strada verso le mie mutandine, facendomi rabbrividire per il suo tocco.
"Mi prenderò cura di te, te lo prometto."
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Excessive (Italian translation)
Fanfiction"Ormai è da un po' che ti sto osservando, amore mio," sussurrò profondamente nel mio orecchio. "Perché mi stai facendo questo?" Squittii, provocando una risatina da parte sua. "Perché," disse, facendo scendere le sue mani, dapprima poggiate contro i...